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L’ambiente e il territorio. Toscana: legge per abbattere i troppi cinghiali e caprioli

where Firenze when Lun, 01/02/2016 who michele

In commissione regionale passa la proposta per ristabilire l’equilibrio degli ungulati nella regione con la maggiore concentrazione d’Europa

La Toscana mette a freno l’eccesso di mammiferi selvatici di grande taglia, di cui la regione ha la maggiore e più densa popolazione in Europa: sono stimati circa 200mila caprioli, 200mila cinghiali, 8mila daini e 4mila cervi e l'ecosistema - dice la Regione - è alterato dalla proliferazione di questi animali spesso alloctoni rispetto al territorio. Ciò è dovuto anche alla particolare conformazione del territorio, coperto da boschi e foreste per il 60%, nonché dalla qualità ambientale particolarmente favorevole per la fauna e in particolare per gli ungulati. Negli ultimi anni i danni causati solo da cinghiale hanno rappresentato circa il 60% dei danni totali, mentre i danni da ungulati in genere  rappresentano ben l'88% dei danni totali liquidati. cinghiale.jpg

“Questa non è una legge per la caccia. L'attività venatoria è solo uno strumento che, insieme al controllo e al rilevamento scientifico con il supporto di Ispra, ha lo scopo di affrontare un'emergenza per come si presenta”. Il presidente della Commissione Sviluppo economico e rurale del Consiglio regionale, Gianni Anselmi (Pd), interviene al termine della seduta che ha licenziato la proposta di legge per il contenimento degli ungulati in Toscana.
In risposta alle numerose sollecitazioni che il testo ha prodotto tanto in sede di dibattito interno alla commissione che di posizioni prese da artisti, intellettuali e mondo associazionistico, il presidente chiarisce la ratio del testo uscito dalla commissione. “La legge affronta nel merito questioni che riguardano la vita di questa regione. La qualità degli equilibri ambientali, l'economia rurale e la sicurezza delle persone sono, lo dicono i dati, messe a rischio da una proliferazione incontrollata”. “Non è scopo di questa commissione e di questa legge - continua Anselmi - raccontare le molteplici cause di questo fenomeno ipertrofico così evidente. Questo fa parte della legittima discussione politica e del dibattito scientifico”.

Se l'impianto della legge proposta dalla Giunta “non è stravolto”, il lavoro fatto in commissione è stato “serio e approfondito”.
“Abbiamo prodotto un atto equilibrato che, come tale, si presta a tutte le strumentalizzazioni del caso, soprattutto quando l'approccio ha un'enfasi estremista'' rileva ancora il presidente. Il “forte approccio di governo, propriamente toscano”, analizza la “complessità del territorio, la sua identità e anche il modo di viverci e di lavorarci delle persone e di coloro che vogliono fruire degli spazi aperti serenamente". La legge avrà una durata di tre anni e prevede un “tagliando” annuale per valutarne gli esiti.

La proposta della Toscana, nei limiti della legge 157/1992, e definita in accordo con l'istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale (Ispra), consente una gestione speciale: proporzionare la presenza degli ungulati alle diverse caratteristiche del territorio regionale, per garantire sia la conservazione delle specie autoctone nelle aree ad esse riservate, sia la conservazione delle attività antropiche e dei valori ambientali tipici del paesaggio rurale regionale, nelle altre aree. Sono quindi individuate aree vocate e non vocate, si realizzano forme di gestione venatoria e di controllo e si creano percorsi di filiera per valorizzare il consumo in sicurezza delle carni di ungulati.

Nel testo si prevede inoltre uno stralcio al piano faunistico venatorio per la revisione degli attuali confini delle aree non vocate per ciascuna specie, le zone di ripopolamento e cattura, le aree coltivate soggette a danni documentati o potenzialmente danneggiabili, terreni potenzialmente coltivabili da rimettere a coltura, le frazioni boscate e cespugliate tra loro intercluse.
Il prelievo selettivo sarà autorizzato per i soggetti individuati in legge mentre la densità venatoria ottimale sarà stabilita nei piani di gestione annuali degli Atc (ambiti territoriali di caccia) approvati dalla giunta.
 
Per saperne di più.

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Esemplare di cinghiale
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