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Animalìe – Il clima pazzo spiazza anche cani e uccelli migratori

where Milano when Mar, 25/06/2013 who matteo

Con afa e caldo rischio salute per due milioni di animali. E la gelida primavera ha cancellato una generazione di “baby migratori”

Il caldo di questi giorni mette a dura prova oltre due milione di animali domestici e tra loro oltre 50mila cani anziani rinchiusi nei canili italiani. Sono i dati diffusi dall’Aidaa, l’associazione italiana difesa animali e ambiente, insieme ai consigli per la loro tutela dall’afa.
Secondo l’Aidaa, ogni anno d’estate sono almeno un milione i cani e mezzo milione i gatti che rischiano malattie e anche la morte sia per la razza (in particolare i molossi), sia perché anziani, oppure obesi o cardiopatici. I più a rischio sono carlini, boxer e bulldog, razze che hanno le prime vie respiratorie piuttosto piccole rispetto alle loro dimensioni.
Anche i cani, inoltre, soffrono di colpi di calore, spiega l’associazione: in questo caso bisogna intervenire subito applicando ghiaccio secco sotto ascelle e inguine, con doccia gelata e usando un ventilatore o l’aria condizionata per raffreddare. Tra gli altri consigli, va mantenuta una dieta equilibrata e molta acqua fresca, ma non freddissima. E mai lasciare il cane chiuso in auto con i finestrini serrati, nemmeno durante i viaggi delle vacanze. 
I “baby migratori” decimati dalla primavera fredda – Anche il clima freddo fuori stagione mette in difficoltà gli animali. I “baby migratori”, per esempio, sono stati decimati dal freddo e dalle piogge nella primavera del 2013, appena lasciata alle spalle. Grandi lottatori, gli uccelli hanno deposto le covate di rimpiazzo e non si possono permettere un nuovo fallimento o perderanno un’intera annata di riproduzione.
A tracciare un primo bilancio della stagione è Fernando Spina, dirigente di ricerca dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra). “Le condizioni per i migratori quest’anno sono state critiche fino a pochi giorni fa – racconta Spina. – Con una primavera così fredda le prime rondini si sono ritrovate svantaggiate e molti animali sono morti”. Non solo: nelle zone umide, gli uccelli acquatici si sono ritrovati con il nido sommerso dalle esondazioni dei fiumi, come è successo a Comacchio, nelle saline di Cervia e a Punta alberete, nell’area del delta del Po.
Specie come merlo e pettirosso se la sono cavata bene, ma ora più che mai “è importante rispettare i siti di nidificazione”, conclude l’esperto dell’Ispra. 

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