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​Animalìe - In Italia tornano foche e grifoni, tutto merito della scienza e dei parchi

where Roma when Lun, 09/12/2013 who michele

I risultati del lavoro di tutela e ricerca nelle aree protette. Oltre 1.700 le ricerche selezionate, tra i 4.000 studi scientifici realizzati nel grande laboratorio open air offerto dal sistema delle aree protette italiane con 6.000 chilometri percorsi e 54 esperti e tecnici coinvolti

Orsi, camosci, foche, ma anche grifoni e falchi pescatori. Sono questi i big five che hanno fatto il loro ritorno in Italia grazie alla ricerca scientifica e alle conoscenze sul campo acquisite e applicate nelle aree protette italiane. Oltre 1.700 le ricerche selezionate, tra i 4.000 studi scientifici realizzati nel grande laboratorio open air offerto dal sistema delle aree protette italiane: 6.000 chilometri percorsi, 54 esperti e tecnici coinvolti e 23 persone di riferimento sul territorio. Numeri legati all’eccellenza scientifica italiana che sono stati presentati durante il convegno romano “I Parchi incontrano la scienza”. Diversi gli esempi illustrati nel corso del convegno. Tra questi, il ritorno del Grifone in Sicilia, dove era considerato ormai estinto dagli anni Sessanta e oggi di nuovo osservabile mentre sorvola i Nebrodi, in Sicilia. Assente dagli anni Sessanta, in Italia, anche il falco pescatore, che da tre anni viene ammirato nidificare nel parco della Maremma. Altra specie considerata pressoché estinta è la foca monaca che, grazie a politiche di tutela e gestione della pesca artigianale nell’area marina protetta delle Egadi, è stata nuovamente osservata nelle grotte della piccola isola siciliana di Marettimo, oltre ad alcuni avvistamenti in Alto Adriatico. Alla fine degli anni 90 solo 3-4 orsi bruni erano rimasti sulle montagne del Gruppo Adamello Brenta. Dopo un intervento di rilascio di 10 esemplari, la popolazione è cresciuta fino ad arrivare a una trentina di animali e si registrano nuove cucciolate ogni anno. Altro risultato importante è infine la quinta colonia stabile di camoscio appenninico nel Parco del Sirente Velino, frutto di un progetto di ripopolamento. “ I parchi non sono conservazione statica, ma anche ricerca scientifica applicata al ritorno della massima biodiversità possibile nella penisolàl’, ha spiegato il presidente di Federparchi, Giampiero Sammuri. “ È merito dei parchi - ha aggiunto il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza - se oggi alcune di queste specie prioritarie non sono più a rischio e altre sono state reintrodotte con successo”. Al convegno di oggi seguirà, l’11 e 12 dicembre a Roma, la conferenza nazionale “ La natura dell’Italia. Biodiversità e aree protette: la green economy per il rilancio del Paesèl’,  organizzata dal ministero dell’Ambiente insieme a Federparchi, Fondazione per lo sviluppo sostenibile e Unioncamere.
 

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