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​Animalìe. Al lupo al lupo. Animalisti contro il piano

where Roma when Lun, 30/01/2017 who redazione

La reintroduzione dei lupi, eliminati in Italia da oltre un secolo, produce anche rischi e danni. Il ministero dell’Ambiente concorda con le Regioni "22 azioni per conservazione e soluzione dei conflitti”. Insorgono gli animalisti

lupinellaforesta.jpgDopo uno sterminio durato secoli e completato più di un secolo fa, negli anni più recenti il lupo è stato reintrodotto in Italia, dove si è reambientato perfettamente, moltiplicandosi. Il lupo è un animale protetto ed è vietato cacciarlo: dal punto di vista ambientale, esso apporta un incredibile arricchimento della biodiversità, più di altri animali selvatici, ed è uno dei migliori “termometri” della qualità ambientale di un’area selvatica. Tuttavia, sono diversi i danni prodotti da branchi di lupi nel nostro paese, e alla loro presenza sono legati anche alcuni pericoli.

Alcune Regioni, come la Toscana, hanno chiesto di poter abbattere un numero concordato di lupi, per contenerne danni e rischi. Il ministero dell’Ambiente sta mettendo a punto un piano per il governo di questo animale tramite 22 progetti (“azioni”) che consentano di conservare questa specie e al tempo stesso di evitare i conflitti fra i lupi e le attività umane.
Sono partite raccolte di firme, contestazioni e petizioni a favore di questo animale. Le associazioni a protezione degli animali Enpa, Lac, Lav, Lipu e Lndc temono per le sorti dei lupi: "Dopo 46 anni di protezione assoluta, che hanno consentito di allontanare lo spettro dell'estinzione, ora il nostro Paese vuole invertire la rotta" affermano, chiedendo ai presidenti delle Regioni e delle Province Autonome di pretendere l'eliminazione del paragrafo che intende consentire l'uccisione dei lupi.

"Si tratta di una prospettiva gravissima, tecnicamente inefficace ed eticamente inaccettabile - rilevano le associazioni - che rischia di far ricordare il presidente del Consiglio Gentiloni come colui che ha riaperto la caccia ai lupi".
Il permesso di abbattere un numero regolato di lupi faciliterà "gli atti di bracconaggio contro la specie".

Per i lupi - spiegano Enpa Ente nazionale protezione animali, Lac Lega abolizione caccia, Lav Lega antivivisezionista, Lipu Lega italiana protezione uccelli e Lndc Lega nazionale difesa del cane - non sono possibili abbattimenti realmente selettivi; i loro comportamenti predatori potrebbero aggravarsi, come anche le tensioni sociali, con la richiesta di nuovi e continui abbattimenti e una maggiore tolleranza verso atti di bracconaggio e di giustizia privata. "La riapertura della caccia al lupo - concludono - vanificherebbe di fatto i contenuti positivi del piano, che prevede numerose azioni con l'obiettivo di diminuire la conflittualità sul territorio tra gli interessi umani, la presenza del lupo e rilevanti attività a tutela del lupo, quali il contrasto del bracconaggio e la prevenzione delle ibridazioni tra lupi e cani, causa dei maggiori contrasti con le attività produttive sul territorio".

Il Minambiente risponde: nessuna caccia al lupo, solo deroghe eccezionali. "Non esiste nel piano alcuna caccia al lupo indiscriminata, come paventato da alcune associazioni, ma un insieme di azioni coerenti sotto il profilo scientifico, mirate a migliorare lo stato di conservazione della specie e al contempo la pacifica convivenza con l'uomo". Lo si legge in una nota del ministero dell'Ambiente, guidato da Gian Luca Galletti. Il piano d’azione “ha coinvolto oltre 70 tra i massimi esperti dell'argomento, oltre all'Istituto per la Protezione Ambientale (Ispra) e i maggiori portatori d'interessi. Il piano, che prevede 22 azioni di conservazione della specie, affronta anche il tema nodale della risoluzione sostenibile dei conflitti con le attività dell'uomo, nel pieno rispetto della normativa comunitaria e di quella nazionale. Proprio a questo scopo, il testo concede in casi eccezionali la possibilità di attivare deroghe al divieto di rimozione di singoli esemplari di lupi, già prevista dalle norme italiane ed europee, avviando un percorso strettamente regolamentato e caratterizzato da rigorose azioni di prevenzione".

Coldiretti parla di "primo passo importante per affrontare una emergenza senza precedenti" in particolare per gli allevatori della Toscana e delle “province più colpite dalle incursioni di lupi e canidi, insieme ai loro colleghi piemontesi, anch'essi danneggiati dalle aggressioni".
Secondo dati diffusi da Coldiretti, sulla base di studi dell'Ateneo di Firenze, nei boschi toscani vive una popolazione di lupi formata da 108 gruppi riproduttivi (erano 72-73 nel 2013), per una popolazione di circa 600 esemplari. I gruppi si stanno rafforzando anche a causa di incroci con cani randagi.

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