torna alla home
Visitaci anche su:

Notiziario ambiente energia on-line dal 1999

​Animalìe. Al lupo al lupo. Tutto quello che è accaduto

where Milano when Lun, 06/02/2017 who redazione

Piano lupo: per il ministro Galletti, “il rinvio serva a guardare la realtà, non è la riapertura della caccia. Di fronte a bracconaggio non mi volto dall'altra parte. Il piano è irrinunciabile per salvare la specie”

lupo.jpg"Spero che il rinvio della discussione politica sul piano di conservazione del Lupo serva a restituire la giusta serenità al dibattito e a far guardare tutti alla realtà dei fatti: non c'è nessuna riapertura della caccia al lupo, ma ventidue misure di grande valore scientifico che salvano la specie. Oggi sono 300 i lupi uccisi ogni anno dal bracconaggio, su una popolazione totale di 1500 esemplari. Spero che di fronte a questo dato nessuno, ambientalisti e rappresentanti delle Regioni, voglia voltarsi dall'altra parte. Io non lo faccio". Così Gian Luca Galletti, ministro dell'Ambiente, al termine della Conferenza Stato-Regioni che ha deciso per il rinvio della discussione sul Piano per la conservazione e la gestione del lupo in Italia. "Nelle azioni a tutela del lupo - spiega Galletti - è previsto un nuovo nucleo antibracconaggio composto dai Carabinieri forestali e dalle polizie locali, l'addestramento di cani al rilievo di bocconi avvelenati, le vaccinazioni gratuite dei cani randagi, misure di prevenzione e di contrasto all'ibridazione, altro grosso pericolo per la specie. La norma tanto discussa, quella sul deroga al divieto di rimozione dei lupi, riguarda singoli casi eccezionali e può essere richiesta dalle Regioni solo al termine di una lunga trafila di prescrizioni e concessa solo dopo il parere tecnico dell'Ispra, che valuta le richieste caso per caso".
"Il piano per il Lupo - conclude Galletti - è uno strumento irrinunciabile: non si perda, per qualche impuntatura ideologica, l'occasione di restituire un equilibrio naturale al rapporto tra uomo e lupo, che oggi in molte realtà è esplosivo e mette a rischio la specie, l'uomo e le sue attività".

Galletti bis: parlando alla radio – Ancora il ministro Galletti. "O non si è letto il testo o si è in malafede. Certo, il testo è un po’ lungo, lo capisco. Come al solito in questo Paese alcuni ragionano con la demagogia e l'ideologia, non con la scienza e i fatti. Oggi ci sono in Italia più di 1.500 lupi, 250-300 ogni anno bracconati, secondo voi è aperta la caccia al lupo o la apro io? Se noi non interveniamo per diminuire la pressione sui territori, i bracconieri continueranno ad ammazzarli. In questo testo c'è un nucleo anti-bracconaggio con i Carabinieri forestali e le Polizie provinciali, cani anti veleni contro i bocconi avvelenati, altre azioni di prevenzione per gli allevatori per proteggersi ed evitare che il lupo mangi le bestie. L'ultima azione dice che, una volta che siano state fatte tutte le prescrizione, come le recinzioni e le varie attività previste tra cui gli indennizzi, alla fine la Regione può chiedere al mio ministero di intervenire per prelevare dei capi in misura limitatissima e solo dopo che ho acquisito il parere dell'Ispra sul singolo caso. È difficilissimo arrivarci”.

Galletti ter – “Io ho il cuore in pace, non sono stato a guardare: se le Regioni si sfilano e non approvano questo piano, non la approvino. La gestione del Lupo tocca a loro, io sto dando solo l'inquadramento legislativo. Poi se vogliamo nasconderci dietro un dito e farsi fotografare col lupetto in mano, si faccia pure. Ho incontrato agricoltori e allevatori che hanno chiuso le aziende. Ci sono zone che sono veramente a rischio per le attività economiche a causa della pressione del lupo, ma questo vuol dire che dobbiamo salvarlo e non ammazzarlo, far vivere pacificamente il lupo con le attività economiche". "La conservazione del lupo è un tema troppo serio perché possa essere piegato al clamore mediatico o al populismo di qualcuno. Settanta scienziati riconosciuti a ogni livello hanno proposto uno strumento di tutela del lupo attraverso 22 azioni che le Regioni devono attuare. Un punto di incontro avanzatissimo tra due esigenze: la salvaguardia della specie lupo e la civile convivenza con l'uomo e le sue attività. Le Regioni mi dicano cosa intendano fare, ma non permetterò che su una materia delicata come la tutela del lupo al posto della scienza detti l'agenda chi evidentemente o non ha letto il testo o è in malafede. Forse qualcuno preferisce girarsi dall'altra parte e lasciare campo aperto al bracconaggio". Lo afferma il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti.

La Regione Lombardia non vuole cacciare i lupi (che non ha) – "Posso garantire che in Regione Lombardia non verrà abbattuto nessun lupo! Da un lato perché sono le Regioni a chiedere le deroghe al Ministero e io non ho intenzione di chiederne nessuna, dall'altro perché, nella nostra regione, i capi sono pochi, non stanziali e ad oggi non si riscontrano particolari problemi legati alla loro presenza". Lo ha detto l'assessore regionale all'Ambiente Energia e Sviluppo Sostenibile, Claudia Terzi. "Credo sia opportuno precisare le parole del ministro Galletti in ordine al Piano Lupo approvato l'altro giorno in commissione ambiente delle regioni. Con il piano non si autorizza affatto l'abbattimento dei lupi in maniera indiscriminata. Ogni regione potrà chiedere o meno la deroga secondo quanto prescritto dalla direttiva Ue che già norma la questione. Noi, in Lombardia, da sempre sosteniamo il ritorno del lupo, anche con progetti europei".

"Con il progetto Wolfalps - ha spiegato l'assessore - sono state messe in campo diverse azioni per una convivenza pacifica con il lupo e per un suo ritorno, naturale, nelle alpi. Inoltre, già da tempo stiamo effettuando un monitoraggio coordinato con le altre regioni oltre ad attività di prevenzione degli attacchi: recinti elettrificati, informazione ed eventuale rimborso agli allevatori". "Da noi quindi non si applicheranno deroghe - conclude Terzi - : da tempo stiamo andando nella direzione opposta lavorando, ripeto, per un eventuale ritorno naturale del lupo e per la sua tutela. Se il lupo tornasse a occupare il suo habitat naturale sarebbe un segnale importante di rinaturalizzazione del territorio lombardo.

L’appello delle associazioni – Una lettera-appello è stata consegnata ai presidenti delle Regioni da Animalisti Italiani, Enpa, Lac, Lav, Lipu e Lndc. "I lupi fanno i lupi e le esperienze di pacifica convivenza non mancano, ad esempio nel Parco nazionale della Majella, come documentato anche di recente”, affermano le associazioni. Non esistono dati precisi e attendibili sulla popolazione di lupi in Italia; lo stato di conservazione del lupo potrebbe essere pericolosamente compromesso; non sono possibili abbattimenti realmente selettivi e gli effetti sono sempre imprevedibili; non diminuirebbe i comportamenti predatori ma potrebbe aggravarli, come in altri Paesi; non avrebbe effetti positivi sulle tensioni sociali e, anzi, potrebbe comportare una maggiore tolleranza verso atti di bracconaggio e di "giustizia" privata e da 46 anni i lupi sono specie particolarmente protetta.

Il Wwf – Il Wwf chiede, da un lato, che sia stralciato dal Piano il capitolo (III.7) relativo all'applicazione delle deroghe che consentono l'abbattimento legale del lupo, e, dall'altro, che siano garantite dal ministero dell'Ambiente e dalle Regioni le risorse finanziarie necessarie per attuare le altre 21 azioni previste dal Piano per la prevenzione e il risarcimento dei danni alla zootecnia, per promuovere studi e ricerche indispensabili per una stima attendibile sul numero e distribuzione della specie nel nostro Paese e per azioni efficaci di contrasto del randagismo canino e del fenomeno dell'ibridazione cane-lupo.

Le guide escursionistiche – "Aigae ritiene che l'ipotesi che si sta affacciando di abbattere individui di alcune popolazioni locali di lupo, giustificata dalla ricerca di un equilibrio tra la specie selvatica e l'attività umana, sia da contrastare". Lo ha affermato Stefano Spinetti , Presidente Nazionale delle Guide Ambientali Escursionistiche Italiane Aigae.
"È vero che la ricolonizzazione di aree rurali da parte del lupo può costituire un problema per gli allevatori e i cacciatori, ma l'Aigae è comunque fortemente contraria alla concessione di deroghe alle norme che proteggono la specie per la sua conservazione di lungo periodo. Sebbene la popolazione nazionale del lupo possa essere in rapida ripresa, non esistono ancora dati scientificamente robusti sulla distribuzione ed abbondanza del carnivoro in Italia che attestino il raggiungimento di una sua condizione sicuramente favorevole nel lungo periodo. Nel Piano di Conservazione e Gestione Lupo del Ministero dell'Ambiente, che come ultima delle 22 azioni , prevedrebbe l'abbattimento, si parla di due popolazioni arbitrariamente distinte, Alpina ed Appenninica, solo ai fini gestionali e, grazie ad un monitoraggio svolto secondo un protocollo condiviso dagli esperti, solo recentemente è stato confermato che sulle Alpi il lupo è ancora lungi da essere fuori pericolo”.

immagini
Lupo, foresta, Galletti, posticipazione, piano conservazione lupo,
leggi anche: