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Animalìe – Teramo autorizza le braccate a mamma volpe, scompaiono le farfalle, l’inedia delle stenelle

where Teramo when Mar, 09/04/2013 who matteo

Protesta il Wwf abruzzese: “Iniziativa illegittima e incivile”. I neonicotinoidi (insetticidi) mettono a rischio farfalle e api. Quasi cento i delfini morti nel Mediterraneo dall’inizio dell’anno

Con una delibera la provincia di Teramo ha autorizzato, su tutto il territorio provinciale, squadre fino a trenta cacciatori che, con il metodo della braccata, potranno abbattere le volpi anche nel periodo di allevamento della prole. “È una scelta incivile, sostanzialmente inutile e illegittima”, protesta il Wwf.
L’autorizzazione non è stata preceduta dalla valutazione di incidenza, indispensabile secondo gli ambientalisti. Non c’è stata nemmeno alcuna approvazione da parte dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale che, per legge, è l’unico ente scientifico autorizzato a rilasciare pareri alle amministrazioni locali in merito alle scelte di gestione faunistica. “Simili interventi vengono spacciati per riequilibri degli ecosistemi naturali – accusa Luciano di Tizio, presidente del Wwf Abruzzo – quando invece hanno il solo obiettivo di favorire l’espansione di altre specie di interesse venatorio come lepri e fagiani, artificialmente reintrodotti in natura e artificialmente tutelati perseguitando il loro predatore naturale”.
L’organizzazione ha inviato un esposto al Corpo forestale dello stato.
Farfalle, sparito il 60% in venti anni – L’Agenzia ambientale europea riferisce che, negli ultimi vent’anni, è scomparso il 60% delle farfalle, mentre un quarto degli insetti è a rischio estinzione. La Commissione europea ha così proposto al Comitato permanente Ue per la catena alimentare di sospendere l’uso dei neonicotinoidi (clothianidin, imidacloprid e thiametoxam – tutti insetticidi vegetali) come concianti e granulari su mais, colza, girasole e cotone, per due anni a partire dal 2013. L’utilizzo di queste sostanze è però consentito per le altre colture, per cui si teme la persistenza nel terreno delle molecole pericolose.
Si spiegherebbero così la moria delle api e i pericoli per un settore economico importante, quello dell’apicoltura, che in Italia vanta un patrimonio di 1.150.000 alveari, di cui il 10% allevati con metodo biologico, che rendono il nostro uno dei paesi più importanti per la produzione di miele. L’apporto economico annuale di questa attività al solo comparto agricolo è di circa 1.600 milioni di euro, con un contributo da parte di ogni singolo alveare di circa 1.240 euro. 
Sono 94 i delfini morti dall’inizio dell’anno – Non si ferma la strage dei delfini nel Mediterraneo. Secondo il ministero dell’Ambiente, che sta monitorando il fenomeno, il bilancio di stenelle morte ha raggiunto quota 94. Ancora sconosciuta la causa della morìa, ma si fa strada l’ipotesi dell’inedia: quasi tutti gli animali non mangiavano da giorni.
Secondo l’ultimo rapporto sugli spiaggiamenti registrati dalla Bds, Banca dati spiaggiamenti, nel primo trimestre 2013 risultano spiaggiati in totale 125 esemplari: “Il dato – si legge nello studio – appare molto superiore alle medie mensili registrate negli anni precedenti e in particolare la specie stenella mostra un incremento di circa otto volte”.
Le morti non sarebbero legate a una sola causa scatenante (cioè il morbillo, come poteva apparire dalle prime indagini), ma a una serie di concause: precisamente, riferisce il ministero, dalla somma di un aumento della popolazione di stenelle, della scarsità di cibo a causa della pesca intensiva e dell’inquinamento degli habitat costieri. 

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