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Arriva in Mediterraneo la rete salva tartarughe, eviterà 130mila catture accidentali

where Roma when Mar, 22/04/2014 who redazione

Reti e ami sono le prime fonti di mortalità. I pescatori si mobilitano per salvare i rettili marini con il Tartalife finanziato dalla Commissione Europea.

Ogni anno oltre 130mila le tartarughe marine della specie tartaruga caretta caretta nel Mediterraneo rimangono vittime di catture accidentali da parte dei pescatori professionisti. Circa 70mila abboccano agli ami utilizzati per la pesca al pescespada, oltre 40mila restano intrappolate nelle reti a strascico e circa 23mila in quelle da posta per un totale di 133mila catture con oltre 40.000 casi di decesso. Se consideriamo in questo calcolo tutti i pescherecci comunitari e le migliaia di piccole imbarcazioni da pesca che operano nei Paesi africani che si affacciano sul Mediterraneo, si arriva più verosimilmente a una stima di 200mila catture e proporzionalmente a circa 70mila decessi.
Per cercare di limitare questa ecatombe scendono in campo gli stessi pescatori che, grazie al progetto Tartalife finanziato dal programma LIFE+ della Commissione Europea e coordinato dall'Istituto di Scienze Marine del Consiglio nazionale delle Ricerche di Ancona (CNR-ISMAR), potranno tramite innovativi sistemi per la riduzione delle catture accidentali dare un contributo concreto alla salvaguardia di questa specie protetta da convenzioni internazionali, direttive comunitarie e leggi nazionali.
Si tratta di una specie che ha assunto un aspetto strategico per il bacino Mediterraneo, dove la pesca professionale costituisce la principale minaccia per la sua sopravvivenza. Al progetto partecipa il Consorzio Unimar che raggruppa Agci Agrital, Federcoopesca e Lega Pesca, le associazioni di categoria che rappresentano in Italia migliaia di pescatori. Una partecipazione importante e determinante visto che i pescatori possono dare un contributo concreto alla riduzione della mortalità. Inoltre sono partner Provincia di Agrigento, Ente Parco Nazionale dell'Asinara, Fondazione Cetacea Onlus, Associazione Centro Turistico Studentesco e giovanile CTS, Area Marina Protetta Isole Egadi, Legambiente Onlus, Area Marina Protetta Isole Pelagie Cooperativa.
Per ridurre la cattura accidentale delle tartarughe marine con le reti a strascico Tartalife sperimenterà in alcune delle marinerie italiane un dispositivo meccanico denominato Ted (Turtle Exculder Device, letteralmente "Meccanismo di esclusione della tartaruga") già testato nel progetto Tartanet e ampiamente diffuso in molti paesi oltre oceano per la pesca dei gamberi. Si tratta di una griglia cucita all'interno della rete (prima del sacco terminale) che ha il compito di sbarrare la strada alla tartaruga ma non al pesce. Le tartarughe urtando contro il Ted ritroveranno la libertà attraverso un'apertura della rete chiusa da un altro panno di rete cucito solo parzialmente. A partire da questo modello standard costituito da una griglia in alluminio potranno essere sperimentati altri materiali e disegni progettuali al fine di assicurarne la funzionalità in termini di redditività per la pesca, di sicurezza per i pescatori e di efficienza nell'esclusione delle tartarughe.
Il progetto Tartalife promuoverà l'uso degli ami circolari in tutte le marinerie italiane interessate da questo tipo di pesca. È dimostrato infatti che utilizzare gli ami circolari in sostituzione dei cosiddetti ami a "J" tradizionali riduce di circa il 70% la cattura degli esemplari di caretta caretta senza alterare l'efficienza di cattura delle specie bersaglio (pesce spada, tonno rosso e tonno alalunga). La particolare conformazione circolare, inoltre, rende più difficile l'ingestione dell'amo stesso da parte della tartaruga, riducendo drasticamente la mortalità indotta da questi attrezzi. Inoltre, rimanendo impigliato solo superficialmente, l'amo può essere agevolmente rimosso dai pescatori, che in questo modo potranno contribuire alla salvaguardia della specie con delle semplici operazioni da svolgere direttamente a bordo dell'imbarcazione.
Per evitare le interferenze delle tartarughe con le reti da posta, il progetto Tartalife sperimenterà un dispositivo elettroacustico denominato Star (Sea Turtle Acoustic Repellent) il cui funzionamento è identico a quelli messi a punto per tenere lontani i mammiferi marini dalle attività di pesca. L'uso è molto semplice: basta posizionarlo sulla rete e al contatto con l'acqua comincerà a funzionare emettendo dei segnali acustici nel range di frequenze udibili dalle tartarughe. In questo modo si ipotizza che le tartarughe saranno in grado di identificare ed evitare lo sbarramento rappresentato dalla rete. La sperimentazione avrà inizio con dei test in acque confinate con la collaborazione di Fondazione Cetacea, per migliorare lo stato delle conoscenze sulle risposte comportamentali delle tartarughe ai segnali acustici dello Star e si completerà con delle sessioni in mare Adriatico al fine di verificare se il funzionamento sarà ininfluente nella redditività dell'attività di pesca.
Un'altra iniziativa finalizzata a ridurre le catture accidentali con le reti da posta è la sperimentazione di una nassa di nuova generazione, già utilizzata con successo nel nord Europa per la pesca al merluzzo ma mai prima d'ora nel Mediterraneo.
Per limitare la mortalità post cattura verrà invece potenziata la rete dei Centri Recupero Tartarughe Marine che operano lungo le nostre coste con interventi che prevedono: il potenziamento dei centri già esistenti, l'apertura di nuovi punti di primo soccorso e l'aggiornamento professionale degli operatori veterinari chiamati quotidianamente a intervenire anche su nuove problematiche e nuove patologie.

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Esemplare di tartaruga caretta caretta in acqua
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