torna alla home
Visitaci anche su:

Notiziario ambiente energia on-line dal 1999

La Cop24 sul clima si chiude a Katowice, senza una soluzione decisa

where Katowice (Polonia) when Lun, 17/12/2018 who roberto

Si è discusso di come accelerare l'applicazione dell'Accordo di Parigi e degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile

Si è conclusa a Katowice, in Slesia (Polonia), la Cop24 sul clima. Il ministro dell'Ambiente Sergio Costa ècop24katowice.jpg intervenuto a un evento di alto livello sul tema in cui ministri dell'ambiente e dell'istruzione, organizzazioni internazionali, ONG, ed altri stakeholder hanno discusso di come accelerare l'applicazione dell'Accordo di Parigi e degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.

Educazione ambientale - L'articolo 12 dell'Accordo è interamente dedicato, infatti, proprio all'educazione ambientale. "L'educazione ambientale, con particolare riferimento al cambiamento climatico, può e deve svolgere un ruolo cruciale per l'attuazione dell'Accordo di Parigi e per raggiungere gli Obiettivi dell'Agenda 2030. Dovrebbe essere in grado di stimolare la conoscenza ed il pensiero critico sulle interconnessioni tra gli aspetti ambientali, sociali ed economici delle sfide globali che affrontiamo. Dovrebbe includere tutti i processi educativi e di apprendimento, formali e non formali, e raggiungere tutti i livelli di età: non solo bambini e studenti, ma anche insegnanti, lavoratori, comunità, aziende private, banche, amministrazioni pubbliche e, persino, politici" ha detto il ministro dell'Ambiente Sergio Costa. "Il percorso che abbiamo avviato in Italia firmando un Protocollo d'intesa con il Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Marco Bussetti, che mira a rendere strutturali i percorsi di educazione ambientale nelle scuole, stanziando da subito le prime risorse necessarie, va in questa direzione. Portare la nostra esperienza oggi alle Nazioni Unite mi riempie di orgoglio".

L’intervento - Il ministro Costa è intervenuto nell'assemblea plenaria della Cop24, ringraziando la presidenza polacca per la leadership e la determinazione con cui ha posto le basi per realizzare l'ultimo passo necessario per dar vita all'accordo di Parigi, che per l'Italia è lo strumento cardine cui abbiamo affidato la nostra lotta ai cambiamenti climatici. "Non posso che constatare la ferma determinazione di tutti i Paesi che sono riuniti qui per concordare le regole che renderanno operativo il nuovo regime che abbiamo immaginato e pensato a Parigi. L'Unione europea è ampiamente in linea con il rispetto dei propri obiettivi al 2020; in questo contesto l'Italia, nello specifico, non solo è in linea con gli obiettivi al 2020 ma conta di superarli, garantendo contemporaneamente concrete prospettive di crescita alle nostre aziende ed efficaci misure di salvaguardia dell'ambiente" ha detto Costa. "Con la medesima determinazione e sguardo al futuro stiamo lavorando al Piano clima ed energia, che mira a definire le azioni necessarie per realizzare gli ambiziosi obiettivi di riduzione delle emissioni e di incremento delle rinnovabili, che ci permetteranno di proseguire nel nostro percorso virtuoso di decarbonizzazione dell'economia, a iniziare dalla piena eliminazione dell'uso del carbone entro il 2025".

L’allarme di Greenpeace - L’organizzazione Greenpeace Italia ha diffuso un breve documentario sul Ghiacciaio dei Forni (alta Valtellina, Lombardia) e su come stia scomparendo a causa dei cambiamenti climatici. "Il Ghiacciaio dei Forni era uno dei più grandi ghiacciai italiani, ma oggi praticamente non esiste più, è un malato quasi terminale", racconta Claudio Smiraglia, glaciologo dell'Università degli Studi di Milano, che da quarant'anni studia questo ghiacciaio. "Nell'arco di poco più di un secolo ha infatti perso quasi la metà della sua superficie. A metà dell'Ottocento copriva una superficie di circa 20 chilometri quadrati, oggi invece si estende per poco più di 10 chilometri quadrati. Se non cambierà la situazione climatica, entro fine secolo il ghiacciaio si ridurrà a pezzetti di ghiaccio".

La progressiva scomparsa del Ghiacciaio dei Forni - e la conseguente distruzione delle riserve idriche montane che ha impatti negativi sulla biodiversità e sulle popolazioni a valle, anche a livello economico - non è ovviamente l'unico effetto dei cambiamenti climatici nel nostro Paese. Per testimoniare gli impatti del clima che cambia, in Italia e su tutto il Pianeta, Greenpeace Italia ha organizzato la mostra fotografica "Vento, caldo, pioggia, tempesta. Istantanee di vita e ambiente nell'era dei cambiamenti climatici", aperta al pubblico da oggi e fino al 10 marzo 2019 nel Museo di Roma in Trastevere. "I cambiamenti climatici sono ormai una devastante realtà, con la quale dobbiamo fare i conti. Una realtà che non risparmia niente e nessuno", dichiara Luca Iacoboni, responsabile campagna Clima ed Energia di Greenpeace Italia.

Il Wwf - "Da Katowice deve arrivare una decisione che inviti i Paesi a rivedere e migliorare i propri obiettivi climatici nazionali entro il 2020 alla luce del Report IPCC su 1.5° C. Abbiamo bisogno anche di un ‘Libro delle Regole’ forte, come primo passo per consolidare il meccanismo di ambizione dell'accordo di Parigi. Il dialogo di Talanoa ci ha portato molti esempi che mostrano che l'azione per il clima è possibile. Ora tocca ai negoziatori e ai ministri rispondere alle persone che rappresentano in questi colloqui", ha dichiarato Mariagrazia Midulla, responsabile Energia e Clima del Wwf Italia che, insieme al Team internazionale, è stata a Katowice per seguire i negoziati della Cop24. "In questo quadro quello dato dal ministro dell'Ambiente dell'Italia Sergio Costa, che ha annunciato l'adesione alla Coalizione per ambizioni più alte, è un segnale estremamente importante, che speriamo sia d'esempio ad altri paesi oltre a quelli che hanno già firmato. Per quanto riguarda i cambiamenti climatici non si deve più parlare di urgenza come si è fatto negli ultimi 10 anni: si tratta di una vera e propria emergenza. Il rapporto dell'IPCC sul riscaldamento globale a 1,5 °C globale è chiaro: le emissioni devono essere ridotte almeno del 45% a livello globale entro il 2030. La sopravvivenza di persone, specie ed ecosistemi dipende da questo".

Il Kyoto Club - A tre anni dalla COP21, Kyoto Club ha organizzato un convegno per fare il punto sullo stato dell'arte dell'Accordo di Parigi. Secondo l'Associazione, per avviare una decarbonizzazione della propria economia, l'Italia e i Paesi Ue dovranno puntare a un ambizioso Piano Clima ed Energia, il documento che delinea come raggiungere i target "verdi" al 2030 e che dovrà pervenire alla Commissione Ue entro la fine del 2018.
Dodici anni: è questo il lasso di tempo che abbiamo a disposizione per invertire la rotta e avviare quel processo di transizione ecologica che permetterebbe all'umanità di evitare l'innalzamento delle temperature terrestri oltre il limite dei 1,5-2 °C stabilito dall'Accordo di Parigi. È il monito lanciato lo scorso ottobre dall'IPCC, il panel di esperti dell'ONU che studia le cause e gli effetti del cambiamento climatico. "I Trasporti - con il loro 24% di emissioni di gas serra non ETS in Italia - hanno un peso decisivo per la lotta ai cambiamenti climatici, e servono azioni molto decise per la decarbonizzazione che la strategia UE ha fissato a - 33% al 2030 ed emissioni zero al 2050 - afferma Anna Donati, responsabile del Gruppo di lavoro "Mobilità sostenibile" di Kyoto Club - . Ma se vogliamo davvero raggiungere questo obiettivo dobbiamo da subito cominciare a ridurre i veicoli privati circolanti, puntare sulla crescita del trasporti collettivi e su ferro, sulla mobilità ciclistica e la pedonalità, far crescere la sharing mobility e puntare su veicoli pubblici e privati elettrici. La missione di Kyoto Club è ridurre i gas serra, migliorare la qualità dell'aria nelle nostre città e ottenere zero morti sulle nostre strade."
"Il nostro Paese ha tutte le carte in regole per vincere la sfida del clima. Contando la presenza di oltre 400mila imprese e 3mila occupati nel settore delle rinnovabili e dell'efficienza energetica, l'Italia è il primo paese nel mondo nella diffusione dell'efficienza e, in particolare, dei sistemi energetici smart. Possiamo fare molto, ma serve, insieme all'industrializzazione e alla mobilitazione dal basso anche una politica del clima ambiziosa". Il messaggio inviato dal Vicepresidente di Kyoto Club Gianluigi Angelantoni.
 
 

immagini
cop24-katowice
leggi anche: