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Così si fa! A Trieste pescherecci alimentati con olio di frittura

where Trieste when Mar, 14/05/2013 who redazione

La sfida al caro-gasolio. Sperimentate a fine 2012, le imbarcazioni green lasciano solo odore di patatine fritte. I benefici ambientali ed economici

Per combattere il caro-gasolio i motori dei pescherecci di Trieste potranno essere alimentati da olio esausto proveniente da scarti di frittura, trasformati in biodiesel. Dopo uno studio finanziato dalla regione Friuli Venezia Giulia nell’ambito delle intese del programma pesca e sperimentato negli ultimi mesi del 2012, alcuni pescatori si stanno preparando a diventare produttori e utilizzatori di biocarburanti provenienti da oli esausti prelevati da sagre, ristoranti, ittiturismi, trattorie e friggitorie della provincia.
Con questi carburanti alternativi i motori non hanno avuto problemi, sono state ridotte le emissioni di gas e dagli scarichi – affermano i pescatori – esce solo un leggero odore di patatine fritte.
Risparmi per 300mila euro – Il consumo annuo di carburante della flotta di pesca triestina si aggira attorno ai 400mila litri; negli ultimi anni il costo del gasolio per la pesca è passato dagli 0,39 euro per litro del 2009 a 0,80 nel 2013. L’impianto per il trattamento chimico dell’olio usato ha un costo di circa 10mila euro, e il risparmio per i pescatori viene valutato attorno ai 300mila euro l’anno, visto che il costo del filtraggio e il procedimento chimico per la trasformazione in biodiesel non supera i 12 centesimi di euro al litro.
“Per contrastare l’aumento del prezzo del carburante ho voluto sperimentare di persona questo carburante innovativo – afferma Guido Doz, responsabile regionale dell’Agci pesca – partendo dagli scarti di olio che vengono prodotti principalmente dalle nostre sagre e ristoranti. Bisogna ancora verificare l’iter da affrontare con l’Agenzia delle dogane di Trieste, ma credo non ci saranno problemi visto che i carburanti e lubrificanti per la pesca sono esenti da Iva e accise”.

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