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“Ecocidi” – Quella “sporca dozzina” che uccide da Bhopal a Fukushima

where Venezia when Mar, 25/06/2013 who matteo

Un convegno a Venezia ha tracciato la mappa dei 12 hot spot considerati crimini contro la Terra. La fondazione Sejf: serve una legislazione internazionale più efficace. Il nodo dei risarcimenti

Sono trascorsi trent’anni dalla tragedia di Bhopal. Eppure l’esplosione nello stato indiano di Madhya Pradesh della fabbrica di pesticidi della Union Carbide è rimasta impressa nella memoria collettiva come il primo incidente ambientale di portata mondiale.
È meno noto, forse, che le famiglie delle 15mila vittime di quel disastro ricevettero come risarcimento ciascuna l’equivalente di 500 euro.
Reati ambientali e giustizia negata: sono questi alcuni esempi tratti dalla “sporca dozzina”, dodici storie esemplari, fra le centinaia possibili, scelte dalla fondazione Sejf, (Supranational environmental justice foundation, fondazionesejf.it) per rendere evidente come molte delle più gravi sciagure che hanno devastato o stanno ancora devastando il pianeta, in presenza di una legislazione internazionale più efficace, avrebbero potuto essere evitate. Oppure, in altri casi dovevano essere risarcite in modo adeguato al danno provocato.
Di questo si è parlato la scorsa settimana a Venezia nel convegno internazionale “Ambiente e salute, verso una giustizia globale”, nel quale la fondazione Sejf  ha fatto il punto sugli “ecocidi” nel mondo, presentando un dossier dei 12 maggiori crimini contro la Terra e l’umanità.
Dalla marea nera alle Montagne Rocciose – L’elenco parte dall’avvelenamento della città indiana di Bhopal nel 1984, passa per la marea nera della Bp nel golfo del Messico (2010), il disastro di Cernobyl (1986) e quello di Fukushima (2011) e arriva ad altre catastrofi ambientali che si perpetuano nel tempo, come quella delle isole Kiribati e delle Maldive, dove l’innalzamento dell’oceano dovuto al cambiamento climatico sta costringendo alla migrazione oltre 350mila abitanti. Senza dimenticare lo sfruttamento delle sabbie bituminose ai piedi delle Montagne Rocciose in Alberta (Canada), nelle quali sono contenuti due trilioni di barili di petrolio sporco: per portarli alla luce si è arrivati a distruggere una regione grande quanto la Florida. 

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