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Foreste. Il Wwf: “Le aziende sono ancora lente sugli impatti sui boschi”

where Città del Capo (Sudafrica) when Lun, 20/06/2016 who michele

Un rapporto dell’associazione. Solo il 14% delle imprese hanno impegni di sostenibilità a medio e lungo termine

wwf-slow-road-sustainability.jpgNonostante gli impegni presi, è ancora troppo ristretto il numero di aziende leader nel settore dei beni di consumo e retailers che hanno intrapreso azioni significative per assicurarsi un approvvigionamento sostenibile di soft commodities (carta, soia, olio di palma, zucchero di canna, pesci di allevamento) derivate da foreste, agricoltura e pesca. Nel panorama delle compagnie più importanti a livello mondiale, la media ponderata di quelle che hanno assunto impegni specifici di medio e lungo termine si aggira intorno al 14%, considerando gli standard di sostenibilità raccomandati dal Wwf. È quanto rivela la nuova ricerca del Wwf Internazionale “Slow Road to Sustainability” pubblicata in occasione del vertice annuale del Consumer Goods Forum (Cgf) che si è svolto a Città del Capo, Sud Africa.  Il report passa in rassegna le politiche e le performance dei 256 marchi dei produttori e retailer membri del Forum, il cui fatturato annuo a livello globale supera le 3,5 migliaia di miliardi di dollari americani.

La richiesta di soft commodities - derivate da foreste, agricoltura e pesca - è in crescente aumento. Tuttavia la loro produzione inefficiente e insostenibile ha effetti su foreste, habitat, sistemi d'acqua dolce, oceani e clima globale, mettendo a rischio la vita e i mezzi di sussistenza delle popolazioni locali. Dati il loro numero, le dimensioni e varietà, i membri del Cgf costituiscono un campione significativo per l'analisi delle pratiche di approvvigionamento delle 14 commodities identificate come prioritarie dal Wwf per una produzione sostenibile, in virtù del loro potenziale impatto su deforestazione, pesca eccessiva e scarsità d'acqua.
L'analisi è stata effettuata su bilanci annuali, report di sostenibilità e siti internet. Solo 22 aziende (il 9% di quelle analizzate) hanno assunto obiettivi quantitativi nel medio-lungo termine con lo scopo di far si che tutte o la maggior parte delle commodities necessarie per il loro business rispettino gli standard di certificazione raccomandati.

Tra queste, due grandi aziende italiane: il gruppo cartario Sofidel, noto con il marchio Regina, e il gruppo dolciario Ferrero, che si sono distinte per le loro politiche di approvvigionamento insieme a L'Oreal, Marks & Spencer, Migros e Unilever.
Tra le italiane, il gruppo Sofidel, ha da tempo avviato un confronto con il Wwf sul tema dell'approvvigionamento responsabile (oggi il 99,97% della cellulosa utilizzata proviene da fonti certificate), oltre ad aver aderito al programma Climate Savers per la riduzione delle emissioni climalteranti.

immagini
Copertina del rapporto del Wwf Slow-road-sustainability
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