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Al G8 l’allarme “land grabbing”. Ogni settimana i poveri svendono agli stranieri un’area grande come Ottawa

where Lough Erne (Irlanda del Nord) when Mar, 18/06/2013 who matteo

La denuncia di Oxfam: l’Italia è terza in Europa nelle acquisizioni di terra su larga scala. “Il G8 deve sancire che le transazioni avvengano alla luce del sole”

Dal 2000 le aziende dei paesi del G8 hanno acquisito un’area di terra ben più grande dell’intera isola irlandese in cui si tiene il summit degli otto grandi il 17e 18 giugno. Questa superficie basterebbe a sfamare 96 milioni di persone all’anno (una volta e mezzo gli abitanti dell’Italia). Nei paesi più poveri, in particolare, ogni sette giorni un’area grande quanto la città di Ottawa viene svenduta a investitori stranieri.
Per questo Oxfam – confederazione di ong – chiede ai leader del G8, che in Irlanda del nord per la prima volta affrontano il tema delle acquisizioni di terra su larga scala, di rendere le grandi acquisizioni di terreni trasparenti e chiare al fine di arrestare il fenomeno del “land grabbing”.
“L’assenza di trasparenza che caratterizza le grandi acquisizioni di terreni non giova a nessuno – osserva Elisa Bacciotti, direttrice delle campagne di Oxfam Italia. – Gli investitori possono rimetterci e le comunità più povere perdono tutto. Il G8 deve sancire che le transazioni avvengano alla luce del sole, perché solo così si potrà porre fine allo scandalo del land grabbing”.
Cameron pensa alla Land transparency iniziative – Il primo ministro del Regno Unito, David Cameron, che presiede il G8 di quest’anno, ha detto che il vertice rappresenta un’opportunità imperdibile per affrontare la piaga della fame globale e ha espresso la volontà di  dare vita a una Land transparency iniziative: una piattaforma globale attraverso cui rendere più certo il diritto alla terra nei paesi poveri e rafforzare gli standard delle Nazioni Unite. Secondo Oxfam, l’iniziativa per essere davvero efficace dovrebbe prevedere la condivisione, da parte degli investitori, dei dettagli delle transazioni e degli impegni assunti nei confronti delle comunità che vivono sulla terra oggetto di contrattazione.
“Siamo lieti che il G8 affronti per la prima volta il tema delle grandi acquisizioni di terra, anche grazie alla pressione esercitata da Oxfam e da un crescente movimento della società civile  globale – aggiunge Bacciotti. – Crediamo che il primo passo per i paesi del G8 su questo tema sia mettere ordine a casa propria, chiedendo alle aziende di condividere i dettagli degli accordi. L’Italia – conclude la direttrice – è uno dei primi paesi a dover agire: secondo gli ultimi dati è infatti il terzo paese in Europa, dietro a Regno Unito e Francia, per numero di investitori implicati in casi di acquisizione di terra su larga scala”. 

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