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“L’Ilva continua a inquinare”. La procura minaccia nuovi stand by degli impianti

where Taranto when Lun, 17/09/2012 who redazione

Il ministro Clini da Taranto: “Se passerà la linea del risanamento avremo bisogno di più addetti”. Resta fermo l’impegno a concludere l’istruttoria per la nuova Aia entro il 30 settembre

Mentre il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, fa la spola tra Bari e Taranto per trovare soluzioni condivise sul futuro dell’Ilva dopo il sequestro degli impianti dell’area a caldo perché inquinanti, la procura ionica dà una sorta di aut aut all’azienda: gli impianti attualmente in funzione, a cinquanta giorni dal sequestro, continuano a inquinare e questo è in contrasto con il contenuto del decreto confermato dal tribunale del riesame. Dunque, ora si passerà ad un graduale stand by degli impianti.
Le disposizioni sono contenute in una direttiva che la procura ha consegnato ai tre ingegneri-custodi giudiziari degli impianti dell’area a caldo – Barbara Valenzano, Emanuela Laterza e Claudio Lofrumento – e al presidente dell’Ilva, Bruno Ferrante, anche lui nelle vesti di custode e amministratore.
Sulle dieci cokerie attualmente in funzione, più della metà – secondo quanto accertato dagli ingegneri-custodi – sarebbero da risanare quasi completamente. Discorso simile per gli altiforni: ce ne sono cinque, quattro quelli attualmente in funzione, ma un paio di questi avrebbero bisogno di un restyling completo. La prossima settimana, ha ribadito Ferrante dopo l’incontro con Clini in prefettura a Taranto, l’Ilva consegnerà ai giudici una serie di proposte per ridurre l’inquinamento, mentre il piano finanziario verrà approntato dopo la conclusione della procedura per la nuova Autorizzazione integrata ambientale (Aia).
Ma gli interventi “verdi” non devono spaventare il fronte occupazionale. “Se passerà la linea del risanamento avremo bisogno di più addetti – ha chiarito il ministro dell’Ambiente – e questa diventerà un’occasione per avere maggiore occupazione”.
La direttiva europea per la prevenzione e il controllo dell’inquinamento – che ha introdotto l’Autorizzazione integrata ambientale delle attività industriali, prevedendo l’obbligo per le imprese di utilizzare le migliori tecnologie disponibili al fine di ridurre in modo significativo l’impatto ambientale delle produzioni – “è la negazione dell’idea che la strategia ambientale sia diversa, e magari contrapposta, a quella industriale – ha aggiunto Clini. – Il contrario di quella che è stata sin qui l’ispirazione prevalente della politica green italiana, più caratterizzata dall’esercizio del potere di interdizione che da proposte positive per la crescita sostenibile”. Con il risanamento dell’Ilva, secondo Clini, si raggiungeranno due obiettivi: la salvaguardia dell’ambiente e della salute, insieme al consolidamento del ruolo industriale del più grande centro siderurgico europeo, e la realizzazione di un precedente  nella Ue per tutti i competitori europei che saranno spinti ad adeguarsi ai nuovi standard del polo italiano.
Intanto, resta fermo per tutte le parti in gioco l’impegno a concludere l’istruttoria per la nuova Aia entro il 30 settembre.