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Impianti bloccati. Cinque Stelle e Lega divisi sul deposito nucleare

where Roma when Lun, 11/02/2019 who roberto

Lega favorevole, Cinquestelle contrari alla costruzione dell’impianto in cui riunire i rifiuti radioattivi, ora dispersi in una ventina di depositi minori in tutta Italia. Timori “nimby” con le popolazioni locali

Gli intendimenti delle due componentideposito-nucleare.jpg di Governo sul delicato tema della costruzione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, con la Lega che propugna la realizzazione dell’impianto e i Cinque Stelle sensibili alle paure locali per il no, sono emersi nel corso dell’evento Connext “Il deposito nazionale: un progetto paese. Valenze ambientali e di sicurezza,e opportunità socio-economiche”, che si è svolto a Milano venerdì 8 febbraio, nel corso della manifestazione Connext.
Il deposito - Da anni la Sogin (la società pubblica di gestione del nucleare) viene coinvolta nella necessità di realizzare al più presto l’indispensabile impianto in cui riunire tutti i rifiuti radioattivi, che l’Italia produce di continuo e che disperde in una ventina di siti in tutta la Penisola. Ma di fronte alla minaccia di contestazioni locali i Governi che si sono succeduti rinviano da anni la realizzazione del progetto.
Il convegno - Il professor Massimo Beccarello, economista, nel tentativo di “stanare” il Governo attuale ha organizzato un convegno nell’ambito dell’evento Connext che si è svolto a Milano nei giorni scorsi. Al convegno hanno partecipato personalità di spicco, quale il sottosegretario grillino allo Sviluppo economico, Davide Crippa; il vertice della Sogin; il direttore del neonato ispettorato sulla sicurezza nucleare Isin, Maurizio Pernice; il presidente della commissione Ambiente del Senato, il cinque stelle Pietro Girotto; il presidente della Confindustria, Vincenzo Boccia. Assente la sottosegretaria leghista all’Ambiente, Vannia Gava, che però ha commentato a distanza.
Il dissidio: Cinque Stelle - La componente pentastellata del Governo non vuole fare in Italia il deposito per i rifiuti ad alta radioattività. Lo hanno confermato il presidente della commissione Ambiente Girotto e il sottosegretario Crippa.
I tempi per la pubblicazione della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee ad accogliere l’impianto si allungano ancora, perché i dati sono stati confrontati con le cartografie sismiche regionali.
Gli organismi internazionali hanno validato linee guida che prevedono come inadatte solamente le aree ad alto rischio sismico.
La componente grillina ora vuole però escludere dalle aree candidabili anche quelle a medio rischio sismico, sulla base di valutazioni essenzialmente urbanistiche, secondo i criteri della protezione civile e non secondo le valutazioni sismiche dell’Ingv.
Il dissidio: la Lega - Di parere diverso la sottosegretaria leghista all’Ambiente Vannia Gava, che ha diramato un documento. “Dare una svolta al tema dello smaltimento dei rifiuti radioattivi in Italia e rimetterci in linea con il resto del mondo. È tempo di aprire i cassetti e dare il via definitivo alla localizzazione del Deposito Nazionale per garantire lo smaltimento dei rifiuti radioattivi a bassa e media attività e provvedere ad immagazzinare in sicurezza il combustibile esaurito ed i rifiuti ad alta attività di origine civile, con l'obiettivo della massima tutela ambientale per le attuali e per le future generazioni. È giusto e importante definire, come ha fatto Confindustria, il Deposito Nazionale come un Progetto Paese. Ma non solo: è utile approfondire l'impatto socio economico, ma è anche necessario chiudere le procedure in corso e dare il via al Programma Nazionale e alle sue indicazioni prioritarie. Sono in attesa di essere ascoltata dalla Commissione Industria del Senato per ribadire al Parlamento che siamo in ritardo. Abbiamo ereditato tempi lunghi, confusione e tanti errori di comunicazione istituzionale. Ora il deposito nazionale e il parco tecnologico sono investimenti strategici e l'ennesima occasione che non possiamo permetterci di perdere".
Boccia di Confindustria - “Il ciclo del nucleare italiano deve essere chiuso”. Lo ha affermato il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, intervenendo all’incontro. “L’Italia è il secondo paese manifatturiero europeo e merita una politica energetica ed ambientale capace di indicare in modo chiaro le strategie di de carbonizzazione e per garantire una trasformazione del tessuto industriale verso un’economia sostenibile. La politica deve essere in grado di coniugare gli obiettivi condivisi a livello europeo con la capacità di gestire la transizione attraverso provvedimenti con scelte razionali sul piano economico che non pregiudichino la competitività del settore industriale e questo significa inoltre integrare negli indirizzi di politica energetica e ambientale la dimensione di sviluppo industriale, sviluppando nuovi settori industriali e valorizzando quelli esistenti. In questo quadro, per guardare avanti ai nuovi obiettivi, una politica responsabile deve essere in grado di chiudere con le scelte del passato che ancora si trascinano per opportunismo elettorale. Per questa ragione abbiamo voluto affrontare in questa sede un tema scomodo, quello del Deposito nazionale dei rifiuti nucleari”.

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