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​L’Ipcc avverte: il clima del mondo sta cambiando davvero. E sarà una catastrofe

where Washington (Stati Uniti) when Lun, 31/03/2014 who michele

Inondazioni delle zone costiere, guerre per l’acqua nelle zone siccitose. Il ministro Galletti: “L’emergenza climatica è già attuale. Impegno a intensificare gli interventi in Italia ma la vera sfida è un’intesa globale”

Oggi l’Intergovernmental panel on climate change (Ipcc), il gruppo di studio dell’Onu sul cambiamento climatico, ha pubblicato un nuovo rapporto sulle conseguenze del riscaldamento globale sull’ambiente e sull’economia. Il documento, elaborato dopo una settimana di lavori a Yokohama, è la seconda parte del quinto rapporto di valutazione dell’Ipcc, che sarà completato a ottobre e servirà da base per la conferenza di Parigi del 2015, che dovrebbe produrre un nuovo accordo internazionale sulle misure per contrastare il cambiamento climatico.
Il secondo volume del Quinto Rapporto di Valutazione sui cambiamenti climatici è la rassegna più aggiornata e completa sulle conoscenze scientifiche in merito ai cambiamenti del clima. Il volume, curato dal WGII (Working Group II), illustra le conseguenze dei cambiamenti climatici che già oggi colpiscono gli ecosistemi e i sistemi socio-economici.
Secondo le conclusioni pubblicate a settembre della prima parte del rapporto, che per la prima volta aveva definito scientificamente incontestabile il riscaldamento globale, l’Ipcc avverte che i suoi effetti saranno vasti e potenzialmente irreversibili. Gli eventi climatici estremi aumenteranno, l’acidificazione degli oceani continuerà e l’innalzamento del livello dei mari minaccerà le regioni costiere. Gli effetti negativi per gli ecosistemi sono già rilevabili, ma nei prossimi decenni anche le conseguenze sugli esseri umani diverranno evidenti.
Nelle aree temperate e nelle regioni tropicali-secche le riserve di acqua potabile saranno in forte calo. La siccità e le inondazioni ridurranno la produttività dell’agricoltura in molte regioni del pianeta, mentre in quelle più fredde l’aumento della temperatura produrrà l’effetto opposto. Si diffonderanno malattie tropicali e la popolazione sarà esposta all’aumento delle malattie respiratorie dovute alla maggiore concentrazione di ozono nella parte bassa dell’atmosfera.
La carenza d’acqua in alcune aree potrà aumentare i rischi di guerre civili e scontri tra gruppi amplificando i ben documentati fattori che determinano questi conflitti, come la povertà e gli shock economici.
Il rapporto sottolinea la necessità di investire nell’adattamento dell’agricoltura e dell’economia alle conseguenze del riscaldamento.
Dal 1990, anno di pubblicazione del primo rapporto dell’Ipcc, le emissioni di gas serra sono aumentate del 60 per cento.
Il ministro italiano dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, commenta che “i dati del quinto rapporto Ipcc confermano ciò di cui ormai siamo tutti consapevoli. Il surriscaldamento del pianeta sta causando mutamenti climatici già in atto con costi gravissimi attuali e ancora maggiori in proiezione futura. L’incremento nella frequenza e nella intensità di eventi climatici estremi anche in Italia, con un pesantissimo tributo di vite umane ed enormi danni per alluvioni, frane, violente esondazioni dei fiumi, ci mette davanti alla necessità di scelte che non possono più essere rinviate”.
Sul fronte nazionale occorre proseguire e intensificare le politiche di riduzione delle emissioni e incremento dell’efficienza energetica ma – secondo il ministro - occorre anche investire subito e per un lungo periodo in quelle opere infrastrutturali necessarie per mettere in sicurezza un territorio che nei prossimi anni dovrà affrontare eventi meteorologici violenti. “Il piano di interventi per il dissesto idrogeologico va attuato e i fondi a disposizione vanno spesi prestissimo e bene. Su questi temi l’impegno del governo è massimo. Ma c’è un fronte internazionale aperto e più complesso, che è poi quello su cui si gioca la sfida globale dei cambiamenti climatici. Solo quell’intesa che finora è mancata per una riduzione delle emissioni che coinvolga tutti i grandi emettitori di CO2 – conclude il ministro Galletti - potrà arginare il surriscaldamento globale. Se Cina e India, le cui emissioni sono in grande crescita, se gli Stati Uniti, che non hanno sottoscritto Kyoto, se il Giappone, che abbandonando l’opzione nucleare tornerà ai combustibili fossili, non saranno tutti parte di un accordo globale nessuna strategia di contrasto ai cambiamenti climatici potrà essere efficace. A noi europei, che ci siamo imposti limiti ambiziosi e su questa strada intendiamo perseverare anche per il futuro, il compito politico, ma anche “etico”, di essere promotori e facilitatori di un’intesa globale che si faccia carico di un problema che potrà avere effetti devastanti sull’umanità”.
Interviene anche Greenpeace, che chiede ai capi di Stato e di governo di accelerare il passaggio a fonti energetiche pulite e sicure. Il nuovo rapporto dell’IPCC sottolinea come gli impatti del riscaldamento globale siano già evidenti in tutti i continenti e negli oceani e la tendenza sia di un rapido peggioramento. L’entità di questo peggioramento dipenderà dalle scelte a breve termine che compiremo. “Stiamo camminando sul filo, ma se agiamo con fermezza e tagliamo le emissioni di CO2 immediatamente possiamo ancora evitare le peggiori conseguenze e conservare ecosistemi marini e terrestri, fondamentali per l’esistenza dell’uomo sulla Terra” afferma Luca Iacoboni, responsabile Campagna Clima e Energia di Greenpeace Italia.
Leggi il briefing di Greenpeace (in inglese) sul rapporto IPCC: www.greenpeace.org/international/
Il documento completo lo trovi in pagina Approfondimenti
 

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