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Migliora nelle città europee il trattamento delle acque reflue

where Bruxelles (Belgio) when Mar, 03/09/2013 who redazione

La maggior parte (91%) del carico inquinante proveniente dalle grandi città dell'Unione europea beneficia di un trattamento più rigoroso, e ciò costituisce un notevole miglioramento rispetto alla situazione descritta nella relazione precedente

Migliora in Europa la raccolta e il trattamento delle acque reflue anche se sussistono notevoli differenze tra gli Stati membri. È quanto si legge in un comunicato della Commissione Ue per l’ambiente.
“Bene Paesi come Austria, Germania e Paesi Bassi, che si sono conformati in larga misura alle norme minime dell'Ue; i nuovi Stati membri, che sono partiti da una situazione iniziale meno favorevole, hanno registrato comunque un miglioramento generale della raccolta e del trattamento, nonostante vantino tassi di conformità inferiori”.
La maggior parte (91%) del carico inquinante proveniente dalle grandi città dell'Unione europea - si legge ancora - beneficia di un trattamento più rigoroso, e ciò costituisce un notevole miglioramento rispetto alla situazione descritta nella relazione precedente (77%). Inoltre, il migliore trattamento delle acque reflue e la minor quantità di scarichi di acque reflue non trattate nell'ambiente hanno consentito di migliorare la qualità delle acque di balneazione. All'inizio degli anni ‘90, solo il 60% circa dei siti di balneazione vantava acque di qualità eccellente, mentre oggi tale cifra è pari al 78%.
I progressi vanno di pari passo con gli investimenti di sostegno dell'Ue, per un importo pari a 14,3 miliardi di euro nel periodo 2007-2013. “Il trattamento delle acque reflue è un test fondamentale per la società - dichiara Janez Potočnik, commissario per l'Ambiente - Sono soddisfatto di vedere che si va nella direzione giusta e sono lieto di constatare che l'azione della Commissione, che associa misure di sostegno finanziario a, se necessario, azioni legali, sta dando i suoi frutti a vantaggio dei cittadini europei”.
A norma della legislazione Ue stabilita nel 1991, gli Stati membri sono tenuti a dotarsi di sistemi di raccolta delle acque reflue urbane e a garantire che l'acqua che entra nei sistemi di raccolta subisca un opportuno trattamento secondario volto a rimuovere le sostanze inquinanti. Le acque reflue che arrivano in aree sensibili (quali i siti di balneazione o le riserve di acqua potabile, per esempio) sono sottoposte a un'ulteriore forma di trattamento, più rigorosa. Secondo l'ultima relazione dell'Unione Europea sul tema, che copre il periodo 2009-2010, il tasso di raccolta è molto elevato, con 15 Stati membri che raccolgono il 100% del loro carico inquinante totale.
Tutti hanno mantenuto o migliorato i risultati già ottenuti, sebbene il tasso di conformità sia tuttora inferiore al 30% in Bulgaria, Cipro, Estonia, Lettonia e Slovenia. I tassi di conformità per il trattamento secondario sono pari all'82%, con un aumento di 4 punti rispetto alla relazione precedente. Tuttavia ci sono enormi differenze tra l'Ue-15, dove i tassi erano compresi tra il 90 e il 100% e l'Ue-12, dove in media la conformità era del 39%. I tassi di conformità per il trattamento più rigoroso destinato a contrastare l'eutrofizzazione o ridurre l'inquinamento batteriologico che potrebbero avere ripercussioni sulla salute umana, sono complessivamente pari al 77%.
Gli Stati membri dell'Ue-12 hanno raggiunto in media solo il 14%, mentre l'Austria, la Germania, la Grecia e la Finlandia registrano una percentuale di conformità del 100%. La parte del territorio Ue designata come “area sensibile” registra un aumento di due punti rispetto alla relazione precedente, raggiungendo quasi il 75%. L'aumento maggiore si è registrato in Francia e in Grecia.
Le città e i centri urbani dell'Unione Europea sono tenuti a raccogliere e trattare le loro acque reflue urbane ai sensi della direttiva concernente il trattamento delle acque reflue urbane. Le acque reflue non trattate possono essere contaminate da batteri e virus dannosi e rappresentano pertanto un rischio per la salute pubblica. Esse contengono tra l'altro nutrienti come l'azoto e il fosforo che possono danneggiare le acque dolci e l'ambiente marino favorendo la crescita eccessiva di alghe che soffocano le altre forme di vita, processo conosciuto come eutrofizzazione.

La relazione è all’indirizzo ec.europa.eu

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