torna alla home
Visitaci anche su:

Notiziario ambiente energia on-line dal 1999

Nimby, diminuiscono le opere contestate, ma anche gli investimenti e i progetti

where Milano when Lun, 10/12/2018 who roberto

Nel 2017 sono 317 gli impianti bloccati (-11,7%). I comparti industriali più contestati sono quello energetico e dei rifiuti, con il 35,9%. I dati dell'Osservatorio Media Permanente Nimby Forum

Sono diminuiti gli impianti di pubblica utilità noinceneritori.jpege industriali contestati in Italia. Lo rilevano i nuovi dati dell'Osservatorio Media Permanente Nimby Forum®, l'unico database nazionale che dal 2004 monitora in maniera puntuale la situazione delle contestazioni contro opere in costruzione o ancora in progetto.
 
La XIII edizione dell'Osservatorio Nimby Forum® rileva infatti che, dopo anni di crescita, il database segnala una riduzione nel numero assoluto degli impianti contestati che nel 2017 scendono a 317 contro i 359 censiti nel 2016, con un decremento dell'11,7%.
 
Sul totale delle opere contestate, 80 sono i casi emersi per la prima volta nel 2017, mentre i restanti 237 sono già presenti nel database Nimby, anche a partire dall'edizione 2004. Da questo punto di vista, si registra un decremento del circa 31,6%, rispetto ai 119 nuovi focolai apparsi nel 2016.
Da un confronto con i permessi di prospezione e ricerca, dalle istruttorie di VIA o VAS in corso, dagli iter autorizzativi avviati o in corso di avviamento, si deduce appunto che il calo di contestazioni è contestuale al calo di progetti in corso. "La storia è ciclica e si ripete: per la seconda volta in 13 anni diminuiscono i casi di Nimby e per la seconda volta le motivazioni sono simili, segno che il Paese sta rallentando, quasi fosse vittima di un incantesimo" commenta Alessandro Beulcke, CEO Beulcke+Partners, l'agenzia che promuove l'Osservatorio Nimby Forum®.
 
"Abbiamo notizia di una diminuzione del numero di procedure nazionali di VIA, per cui vediamo un collegamento con la diminuzione delle contestazioni sui progetti verso cui tradizionalmente si esprime dissenso. Le imprese dinanzi a un quadro normativo incerto e a una politica spesso irresponsabile, che preferisce giocare con il consenso anziché governare il territorio, preferiscono investire altrove. Questo spiega l'ingente emorragia di capitali e la fuga di investimenti privati."
 
I settori contestati e i soggetti contestatori 
- Nonostante lievissime flessioni, le rilevazioni 2017 riconfermano i trend della scorsa edizione. A guidare la classifica dei comparti industriali più contestati troviamo quello energetico, con il 57,4%. Segue il settore dei rifiuti, con il 35,9% (nel 2016 era il 37,4%). Si attesta in terza posizione il comparto infrastrutturale con il 5,9%. Più in dettaglio, il settore energetico vede le opposizioni orientarsi in maniera preponderante verso gli impianti da fonti rinnovabili con 55 impianti contestati, all'incirca il 73,3% sul totale del comparto. A guidare la classifica per tipologia sono le centrali a biomasse (35), seguite a ruota da impianti eolici (7) e centrali geotermiche (7). I dati ci restituiscono nuovamente l'immagine di un paese immerso nelle contraddizioni e diviso tra il sostegno in politiche green, diffuso tra gli opinion leader, e le reazioni "nimby" riservate a questi progetti sui territorio.
Anche nel 2017 il veicolo tramite il quale le contestazioni viaggiano maggiormente è rappresentato da Enti Pubblici e Politica: rispettivamente nel 26,3% e nel 25,4% dei casi, a opporsi a impianti e opere pubbliche sono proprio questi soggetti, che insieme sfiorano la maggioranza assoluta (51,6%). In termini assoluti, restano comunque prevalenti le contestazioni di matrice popolare (comitati, etc.) con il 34,6%. Con il 9,6% - in diminuzione rispetto al 14,6% del 2016 - seguono le opposizioni espresse da associazioni ambientaliste.
L'impatto ambientale non rappresenta la principale ragione alla base delle contestazioni, con un incidenza che passa dal 30,10% del 2016 al 25,8% del 2017. Al primo posto l'Osservatorio inserisce, invece, le preoccupazioni per la qualità della vita, con un 29,6% (+ 17,4% del 2016).
Seguono le opposizioni per carenze procedurali e di coinvolgimento (18,4%) e i timori per la salute pubblica (13,8%).
Iniziative di comunicazione e dislocazione geografica
Come per gli scorsi anni, sono i soggetti contestatori a occupare prevalentemente la scena comunicativa, esprimendo l'86% delle iniziative rilevate. Il dato, in continuo aumento, conferma l'enorme gap da colmare - sul piano dell'informazione, del coinvolgimento e della partecipazione - da parte dei soggetti pubblici e privati promotori di progetti industriali su tutto il territorio nazionale.
La mappa 2017 del contagio Nimby evidenzia come le contestazioni siano trasversali. La Lombardia si riconferma la regione con il tasso di contestazioni più elevato (10,98%), a seguire la Toscana con il 9,9% e il Lazio con l'8,3%. Le opposizioni non risparmiano nemmeno il Sud, che nel 2017 supera il Nord. Infatti, a livello aggregato, si nota un aumento delle opposizioni nel Sud Italia che si attestano attorno al 39,6% contro il 36,4% del Nord.

immagini
no-inceneritori
leggi anche: