torna alla home
Visitaci anche su:

Notiziario ambiente energia on-line dal 1999

​Quattro anni dopo Fukushima. Il bilancio secondo Greenpeace

where Milano when Lun, 16/03/2015 who michele

Uno dei problemi maggiori a Fukushima è oggi il trattamento delle acque radioattive che continuano ad essere prodotte

Sono passati quattro anni dal disastro nucleare di Fukushima, che accadde l'11 marzo 2011 in seguito a un maremoto e a uno tsunami e portò alla fusione dei noccioli di tre reattori della centrale. L'incidente venne classificato dall'Aiea (Agenzia internazionale per l'energia atomica) al grado 7, il massimo grado della scala, prima raggiunto solo dal disastro di Cernobyl. Oltre 150mila persone furono costrette ad abbandonare le loro case per sfuggire alla contaminazione radioattiva. Di queste, 120mila persone non hanno ancora fatto ritorno a casa e il processo di decontaminazione sembra non aver fine, perché le montagne coperte di foreste e i fiumi rilasciano continuamente radioattività che raggiunge zone in precedenza decontaminate.centrale-nucleare-fukushima.jpg

“Residui radioattivi - avverte Greenpeace - si trovano ora in 54mila diversi siti all'interno della Prefettura di Fukushima, inclusi parcheggi e parchi pubblici. Le stime ufficiali parlano di 15-28 milioni di metri cubi di rifiuti atomici”.
Nonostante il progressivo arresto di tutti i 48 reattori giapponesi (che coprivano circa il 30 per cento della produzione elettrica) e sebbene non sia stato più prodotto un solo chilowattora da energia nucleare negli ultimi 18 mesi, non si è mai registrato finora alcun blackout. Al contrario, si è assistito a interventi massici di efficienza energetica e a un'espansione significativa delle rinnovabili: dopo la Cina, il Giappone è stato il secondo Paese al mondo per installazione di pannelli fotovoltaici nel 2013 e l'efficienza energetica ha consentito una riduzione dei consumi energetici pari a quella prodotta da tredici reattori atomici.

“Uno dei problemi maggiori a Fukushima oggi è il trattamento delle acque radioattive che vengono continuamente prodotte. L'azienda giapponese del nucleare, Tepco, prevedeva di completare il trattamento delle oltre 300mila tonnellate di acqua contaminata entro questo mese di marzo - spiega l’associazione ecologista - , ma ora la scadenza è stata spostata a maggio. Ogni giorno occorrono 300 tonnellate d'acqua per raffreddare il nocciolo e il combustibile fuso in tre reattori, che si aggiungono all'acqua da decontaminare. A questa quantità se ne aggiungono altre 3/400 di acque sotterranee che passano quotidianamente dal sito e si contaminano”.

A parere di Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia, "un'emergenza che Tepco deve ora affrontare è ridurre il volume d'acqua di falda che entra nel sito di Fukushima. L'idea che stanno studiando i tecnici è di costruire un muro di ghiaccio lungo un chilometro e mezzo attorno al sito, per ridurre di un terzo la quantità di acqua radioattiva che viene rilasciata nell'oceano. Il muro dovrebbe resistere sei anni, fino a quando i noccioli dei reattori saranno stati sigillati. L'efficacia di quest'operazione, mai tentata prima, anche secondo alcune fonti ufficiali è tutta da capire e rappresenta l'assurdità della situazione a Fukushima, destinata a durare decenni".
 
Per saperne di più: www.greenpeace.org/italy/

immagini
Vista dall'alto della centrale nucleare di Fukushima
leggi anche: