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​Rapporto ecomafie della Legambiente. Meno reati, ma è boom rifiuti e agro

where Roma when Lun, 16/06/2014 who redazione

Nel 2013 un giro d’affari criminale pari a quasi 15 miliardi di euro, mentre nel 2012 era 16,7 miliardi

Complice soprattutto la diminuzione degli incendi, nel 2013 si registra un lieve calo del business criminale, anche se aumentano i reati legati al ciclo dei rifiuti, oltre al vero boom segnato dagli illeciti nel settore agroalimentare che vedono, non a caso, la Grande distribuzione organizzata (Gdo) diventare un'altra frontiera della criminalità.
È la fotografia scattata dal dossier “Ecomafia 2014” presentato a Roma da Legambiente che rileva, appunto, una lieve flessione del business ecocriminale (nel 2013 pari a quasi 15 miliardi di euro mentre era 16,7 miliardi l'anno prima), dovuta al calo degli investimenti a rischio, passati da 7,7 a 6, in una sorta di spending review per cui diminuendo la spesa pubblica diminuiscono anche le occasioni di guadagno per le cosche. Rimane sostanzialmente invariato il business illegale dei rifiuti speciali, pari a 3,1 miliardi di euro e il fatturato dell'abusivismo edilizio, stabile a 1,7 miliardi. Dal gennaio del 2013 ad aprile di quest'anno sono 21 le amministrazioni comunali sciolte per condizionamento mafioso.
Tra il 2012 e il 2013 le infrazioni passano da 5.025 a 5.744, + 14,3%, con 6.971 denunce (+ 15,9%) e 90 arresti (+3,4%). Salgono anche i sequestri: 2.318 (+ 3,9%). Il 40% dei reati avviene nelle quattro egioni a tradizionale insediamento mafioso, Campania in testa con 953 reati, il 17% del totale, seguita da Puglia, Calabria e Lombardia. Tra le provincie, prima è Napoli, seguita da Roma, quindi Reggio Calabria e Salerno.
Nel ciclo del cemento calano i reati: 5.511 nel 2013 (-12,7%, erano 6.310 nel 2012) e salgono gli arresti (21). Calano denunce (7.155) e sequestri (1.566). Il 44,2% dei reati avviene nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa, Campania in testa, seguita da Puglia, Calabria, Lazio, Sicilia e Toscana. Napoli è la provincia più colpita.
Nell’agroalimentare è eclatante il boom dei reati che dai 4.173 del 2012 passano a ben 9.540 nel 2013, con il raddoppio delle denunce e 57 persone arrestate. In tale contesto altra frontiera della criminalità organizzata risulta essere quella dei centri commerciali e della grande distribuzione organizzata, “dove ‘ndrangheta e camorra, al Sud come al Nord, si sono inserite come soggetto imprenditoriale a tutto tondo. Infatti, non si parla più - sottolinea Legambiente - solo di pizzo, perché la criminalità si occupa dell'intera filiera: entra nella gestione dei cantieri, controlla assunzioni e forniture, sfrutta le attività commerciali per riciclare e ripulire denaro sporco”.
Salgono i reati con infrazioni per commercio illegale di specie protette, abigeato, bracconaggio, allevamenti illegali, pesca di frodo, maltrattamenti e combattimenti clandestini: 8.504 totali, più 6,6%, con l'impennata degli arresti che passano da 7 a 67. Sono 7.894 le denunce e 2.620 i sequestri. La maggior parte dei reati si registrano in Sicilia con 1.344 infrazioni, seguita da Campania (1.075) e Puglia (953).
Gli incendi diminuiscono notevolmente: dagli 8.304 del 2012 ai 3.042 del 2013 (- 63%), dimezzate le persone denunciate (da 742 a 375) con calo degli arresti (da 21 a 7) e dei sequestri: da 154 a 88. Nonostante ciò, rimane alto il numero di ettari di superficie boscata percorsi dal fuoco: 1.304. Se la creazione del catasto delle aree bruciate e il monitoraggio messo in campo da un numero crescente di amministrazioni ha funzionato da deterrente, speriamo che il trend positivo sia confermato anche nei prossimi anni. Il fenomeno degli incendi boschivi vede la Puglia in cima alla classifica delle regioni più colpite.
Il settore green economy ed energie rinnovabili è strategico per affrancare il paese dalle fonti fossili e per fronteggiare la crisi investendo su innovazione e tecnologie pulite. Ciononostante ha subìto gli effetti della deregulation che domina il settore, permettendo a cosche e comitati d'affari spesso in joint-venture di mettere a segno colpi importanti a scapito delle imprese oneste.
Se l’aggressione ai beni comuni "continua senza sosta e senza troppi scossoni, cambia la geografia degli ecocrimini, sempre più insofferente ai confini territoriali e amministrativi (sia regionali che nazionali o internazionali), così come mutano le strategie criminali e i modus operandi". I rifiuti, per esempio, "non finiscono solo sotto terra, ma anche nei circuiti del riciclo in nero o del finto riciclo, i soldi incanalati nei circuiti finanziari internazionali".

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