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Rifiuti, Ilva e Concordia: i “casi aperti” per il neo ministro dell’Ambiente Andrea Orlando

where Roma when Mar, 30/04/2013 who matteo

“Risposte immediate sulle calamità naturali e difesa del territorio”, promette il nuovo ministro Pd scelto da Enrico Letta. Ma dovrà fare i conti con le risorse: con 468 milioni di euro, quello dell’Ambiente è di gran lunga il dicastero con meno fondi tra quelli con portafoglio. Il lascito di Clini nell’agenda verde

Dai deferimenti alla Corte di giustizia Ue per i rifiuti all’Ilva, dalle bonifiche dei siti industriali dismessi fino allo smantellamento della Costa Concordia e l’emergenza frane: l’agenda del nuovo ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, è già piena. Anzi, trabocca.
In primo luogo c’è il relitto della Concordia ancora arenato davanti all’isola del Giglio, per lo smaltimento del quale il porto di Piombino dovrebbe essere la soluzione finale. In proposito, il governo Monti ha firmato in extremis un decreto che accelera la riqualificazione dell’area: i lavori di potenziamento del porto, ha spiegato il ministro uscente, Corrado Clini, “potrebbero essere funzionali in futuro al ricovero e smaltimento del relitto della nave”.
Poi c’è la questione rifiuti, con un doppio deferimento europeo per le vicende della Campania e del Lazio. Il precedente ministro si è molto impegnato per evitare la azioni sanzionatorie dell’Ue. A questo si aggiunge anche l’emergenza a Palermo di queste ultime ore, dove continuano gli incendi dei cassonetti. Sul tavolo del neo ministro ci sono poi le questioni relative alle bonifiche dei poli industriali più inquinati, da Porto Marghera all’area Caffaro, a Brescia, fino alla Valle del Sacco, vicino Frosinone. E, naturalmente, la prosecuzione dei lavori di risanamento dell’Ilva di Taranto.
L’agenda verde di Clini – L’ex ministro Clini, come ultimo atto alla vigilia del passaggio delle consegne avvenuto sabato, gli ha indicato l’agenda verde come promemoria, con l’auspicio che possa essere “utile per il lavoro futuro”. In otto punti, l’agenda riassume i problemi principali dell’ambiente e le priorità di intervento, che vanno dalla green economy alla de-carbonizzazione dell’economia e alla riduzione delle emissioni, dalla lista delle tecnologie verdi alle città sostenibili e smart, passando dalle contromisure per il clima che cambia e il dissesto idrogeologico. E ancora, cooperazione ambientale nel mondo, semplificazione e trasparenza per le autorizzazioni che non difendono l’ambiente, fiscalità verde al posto delle pesanti tassazioni sul lavoro.
Le prime parole: “Risposte immediate sulle calamità naturali” – Orlando ha già detto che per lui la prima cosa da fare è dare “risposte immediate sulle calamità naturali e rimuovere gli elementi di deterioramento del territorio”. Come deputato spezzino, in questo senso si era già impegnato per gli interventi e i fondi relativi ai danni provocati dall’alluvione in Liguria.
Ma la sua esperienza nella Commissione antimafia, e contro le ecomafie, fa anche ben sperare il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, per l’inserimento dei reati ambientali nel codice penale.
Andrea Orlando si trova però a guidare un dicastero che ha un bilancio ridotto quasi a un terzo rispetto a quello che aveva appena nel 2009. “Con 468 milioni di euro, quello dell’Ambiente è di gran lunga il dicastero con meno risorse tra quelli con portafoglio”, fa notare il Wwf, che incita il neoministro a difenderne l’autonomia e lo spazio istituzionale.
Chi è il nuovo ministro – Andrea Orlando è nato a La Spezia l’8 febbraio 1969. È uno dei cosiddetti “giovani turchi” del Pd. Ha cominciato l’attività politica giovanissimo, diventando segretario provinciale della Fgci a trent’anni, nel 1989.
Nel 2006, come responsabile dell’organizzazione, entra a far parte della segreteria nazionale del partito (Ds) e viene eletto nelle liste dell’Ulivo. Alle politiche del 2008 viene rieletto per il Partito Democratico alla Camera. Nel gennaio 2011 Bersani lo nomina commissario del Pd di Napoli. Dal punto di vista ambientale ha ripresentato, all’inizio di aprile, una proposta di legge sulla pulizia dell’alveo dei fiumi, che gli fu respinta nel 2010.  

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