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Rifiuti. La Ue accusa l’Italia sui sacchetti. Male Germania e Austria

where Bruxelles (Belgio) when Lun, 19/06/2017 who roberto

Bruxelles emana un pacchetto di procedure di infrazione. Approvato alla Camera emendamento per far confluire in un unico provvedimento la riduzione dell'uso di shopper in plastica

Sono numerose le decisioni sui casi d'infrazione adottate questo mese dalla Commissione europea, la quale avvia azioni legali nei confronti di alcuni Stati membri per inadempimento degli obblighi previsti dal diritto dell'UE. La Commissione Ue contesta all’Italia di non sacchettiplastica.jpgavere messo limiti o vincoli all’uso di sacchetti di plastica, sebbene l’Italia in realtà abbia vietato quelli non biodegradabili. 
Nel frattempo, però, è stato approvato, in commissione Ambiente alla Camera, l'emendamento Pd alla Legge europea 2017, a prima firma Stella Bianchi e sottoscritto da tutto il gruppo dem, per far confluire nel provvedimento le norme contenute nel vecchio dlgs Shopper, per la riduzione dell'utilizzo delle borse di plastica in materiale leggero.

Protezione della natura in Polonia - La Commissione esorta la Polonia a rispettare le norme sulla protezione della natura per quanto concerne il lago Goplo.Per questo la Commissione ha inviaro alla Polonia un ulteriore parere motivato in merito alla violazione delle direttive uccelli e habitat relativamente ai due siti Natura 2000 lago Goplo e Ostoja Nadgoplanska, nella Polonia centrale. Il caso riguarda l'attività di una miniera di lignite a cielo aperto situata in prossimità di tali siti. Tale attività comporta un abbassamento del livello delle acque sotterranee che può compromettere l'equilibrio idrologico della zona del lago e causare importanti effetti negativi sui siti. Nel primo parere motivato emesso nel gennaio 2012, la Commissione ha invocato l'inadempimento relativo alla valutazione dell'impatto ambientale delle attività minerarie a cielo aperto, in particolare per quanto riguarda l'adeguatezza dei metodi di modellizzazione. Le autorità polacche hanno accettato di correggere il modello idrogeologico e quello nuovo conferma i rischi di importanti effetti negativi. L'autorizzazione ambientale rilasciata per la miniera nel 2007 sulla base della valutazione iniziale è tuttavia ancora valida e, nonostante i risultati del nuovo modello, non sono state adottate misure volte ad una revisione di tale autorizzazione. Per questo motivo la Commissione ha deciso in data odierna di inviare un ulteriore parere motivato e dare alla Polonia la possibilità di considerare in modo soddisfacente i nuovi risultati e adeguare le condizioni di attività della miniera a cielo aperto. Se la Polonia non agirà entro due mesi, il caso potrà essere deferito alla Corte di giustizia dell'UE.
Qualità dell'aria - La Commissione ha deciso di inviare un parere motivato alla Polonia, dato che le autorità polacche non hanno comunicato le misure volte a ridurre le emissioni di vapori di benzina. Gli Stati membri erano tenuti a recepire, entro il 13 marzo 2016, una modifica adottata nel 2014 delle norme dell'UE sulla riduzione delle emissioni di vapori di benzina nell'atmosfera durante il rifornimento dei veicoli a motore nelle stazioni di servizio (direttiva 2014/99/UE della Commissione). La Polonia non ha ancora notificato gli strumenti giuridici che recepiscono nel suo ordinamento interno le disposizioni sulle verifiche dei sistemi di recupero dei vapori di benzina. La direttiva succitata costituisce uno strumento essenziale per proteggere la salute umana e ambientale, limitando le emissioni nell'atmosfera di composti organici volatili rilasciati dalla benzina. Tali composti sono causa di livelli eccessivi di benzene, sostanza tossica, e della formazione fotochimica di ozono che provoca malattie respiratorie come l'asma. L'ozono, inoltre, è un gas a effetto serra. La Commissione invia pertanto un parere motivato e concede alle autorità polacche due mesi per rispondere. In assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione potrà deferire la Polonia alla Corte di giustizia dell'UE.
Sacchetti di plastica - La Commissione sollecita Cipro, Grecia, Italia e Polonia a ultimare il recepimento nel proprio ordinamento interno della legislazione UE in materia di rifiuti. Nel quadro della lotta allo spreco di risorse e alla dispersione di rifiuti, per rispettare la direttiva sulle borse di plastica in materiale leggero, gli Stati membri erano tenuti ad adottare misure volte a ridurre il consumo di borse di plastica in materiale leggero entro il 27 novembre 2016. La direttiva obbliga gli Stati membri a raggiungere questo obiettivo mediante l'applicazione di un prezzo alle borse di plastica in materiale leggero e l'introduzione di obiettivi nazionali di riduzione. Alle amministrazioni nazionali è proposta una serie di misure per conseguire gli obiettivi stabiliti di comune accordo; tra questi vi sono strumenti economici, come ad esempio imposte o l'attribuzione di un prezzo. Un'altra possibilità sono gli obiettivi di riduzione a livello nazionale: gli Stati membri devono garantire che l'uso annuale non superi 90 borse di plastica pro capite entro la fine del 2019 e 40 borse entro la fine del 2025. Entrambe le opzioni possono essere conseguite mediante misure obbligatorie o accordi con i settori economici. È anche possibile vietare le borse di plastica, purché tali divieti non vadano al di là dei limiti stabiliti dalla direttiva al fine di preservare la libera circolazione delle merci all'interno del mercato unico europeo. La Commissione verifica, in via prioritaria, se gli Stati membri hanno rispettato l'obbligo di recepire la direttiva in questione. La Commissione invia un ultimo richiamo a Cipro, Grecia, Italia e Polonia per la persistente omissione nel notificare alla Commissione le misure adottate. I suddetti Stati membri hanno ora due mesi di tempo per rispondere al parere motivato. In assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione potrà deferire gli Stati membri in questione alla Corte di giustizia dell'UE.
Rumore - La Commissione invita Repubblica ceca e Slovacchia a elaborare mappe acustiche strategiche e piani d'azione, come previsto dalla direttiva sul rumore (direttiva 2002/49/CE). Il rumore ambientale provocato dal traffico stradale, ferroviario e aeroportuale, dalle attività industriali, dall'edilizia e da altre attività svolte all'aperto, è la seconda causa di morte prematura dopo l'inquinamento atmosferico. La direttiva sul rumore prevede che gli Stati membri adottino mappe acustiche con la rappresentazione dell'esposizione acustica per i maggiori agglomerati, gli assi stradali e ferroviari principali e gli aeroporti più importanti. Tali mappe fungono quindi da base per definire misure antirumore nei piani di azione. La Commissione ha inviato una lettera di costituzione in mora alla Slovacchia nell'aprile 2016, chiedendo di adempiere agli obblighi fondamentali stabiliti nella direttiva sul rumore. La Slovacchia, tuttavia, non ha ancora adottato né le mappe acustiche strategiche per 445 tratte stradali principali, né i piani d'azione per 2 agglomerati, 462 assi stradali principali e per i 16 assi ferroviari principali; pertanto la Commissione ha deciso di inviare un parere motivato. La Slovacchia ha ora due mesi di tempo per rispondere; in caso contrario, la Commissione può decidere di deferire la Slovacchia alla Corte di giustizia dell'UE. La Repubblica ceca deve ancora adottare varie mappe acustiche e tutti i piani d'azione per agglomerati, assi stradali e ferroviari principali e per l'aeroporto principale. La Commissione ha pertanto deciso di inviare un parere motivato. Le autorità della Repubblica ceca dispongono ora di due mesi per rispondere alle argomentazioni presentate dalla Commissione.
Qualità dell'aria - La Commissione invia alla Romania una lettera di costituzione in mora in merito alle significative carenze nel rilevamento dell'inquinamento atmosferico. L'inquinamento atmosferico, che causa oltre 25 000 morti premature all'anno solo in questo Stato membro, rappresenta un grave rischio per la salute pubblica. Il primo monito riguarda la rete di rilevazione dei parametri atmosferici di numerose zone e agglomerati nonché di tutti i principali inquinanti, tra cui biossido di zolfo, biossido di azoto e ossidi di azoto, particolato, piombo, benzene, monossido di carbonio e ozono, arsenico, cadmio, mercurio, nichel e idrocarburi policiclici aromatici. La corretta rilevazione dei parametri atmosferici è un prerequisito fondamentale al fine di verificare la conformità alle varie norme UE in materia di qualità dell'aria. La legislazione dell'UE sulla qualità dell'aria e un'aria più pulita in Europa impone agli Stati membri di valutare la qualità dell'aria su tutto il loro territorio e di adottare misure volte a limitare l'esposizione dei cittadini agli inquinanti atmosferici. La Romania non ha costituito una rete di rilevazione dei parametri conforme alle norme e alle prescrizioni dell'UE per valutare efficacemente la qualità dell'aria e migliorarla.
Rifiuti - Nel quadro di un'azione orizzontale, la Commissione ha avviato procedure di infrazione nei confronti di Austria e Germania per aver omesso di riferire in merito al recepimento delle norme UE sui rifiuti. Le procedure avviate nei giorni scorsi riguardano i dati mancanti nella relazione per il periodo 2013-2015 sul conseguimento degli obiettivi di riciclaggio e recupero dei rifiuti urbani e dei rifiuti da costruzione e demolizione a norma della direttiva quadro sui rifiuti (direttiva 2008/98/CE).

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