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Le “Energy community” potrebbero generare un volume d’affari di 29 miliardi di euro

where Milano when Lun, 07/04/2014 who redazione

La ricerca presentata da The European House - Ambrosetti e dal Politecnico di Milano nel corso del Forum dell'Osservatorio Permanente sugli Usi Innovativi dell'Energia rileva come nel 2020 potrebbero esistere in Italia circa 475.000 community di consumatori localizzate territorialmente, in cui condomini, industrie, centri commerciali, ospedali, Pubbliche Amministrazioni e produttori cooperano attivamente per produrre e consumare energia in modo intelligente

Il potenziale di sviluppo delle “Energy Community” in Italia è il tema al centro di uno studio presentato da The European House - Ambrosetti e dal Politecnico di Milano nel corso del Forum dell'Osservatorio Permanente sugli Usi Innovativi dell'Energia promosso da GDF SUEZ. Nella ricerca, i ricercatori hanno analizzato le trasformazioni del settore energetico con un focus sul possibile futuro sviluppo delle cosiddette “Energy Community”, partendo da concrete esperienze Europee che si stanno sviluppando "silenziosamente" e che uno studio presentato a Milano rivela per la prima volta.
Lo studio sottolinea come nel 2020 potrebbero esistere in Italia circa 475.000 community di consumatori localizzate territorialmente, in cui condomini, industrie, centri commerciali, ospedali, Pubbliche Amministrazioni e produttori cooperano attivamente per produrre e consumare energia in modo intelligente. Attraverso queste forme di “eCollaboration” si ottimizza l'uso di energia prodotta da fonti rinnovabili, si agevola l'applicazione di misure di efficienza energetica, si ottengono vantaggi sui costi delle bollette, contribuendo a garantire la sostenibilità ambientale e la sicurezza degli approvvigionamenti.
Le Energy Community, inoltre, aprono nuove possibilità di crescita. Se solo si sviluppasse il 5% del loro mercato potenziale In Italia, si genererebbe un volume d'affari totale pari a circa 29 miliardi di euro. Con benefici sistemici significativi per la creazione di nuovi e qualificati posti di lavoro e per l'intero sistema industriale del "Made in Italy", dalla domotica all'illuminotecnica, passando per le infrastrutture ICT, la produzione di device, lo sviluppo di software dedicati e, per finire, la filiera del fotovoltaico e della cogenerazione. Lo studio prevede anche che le Energy Community possano contribuire all'evoluzione tecnologica dei sistemi di stoccaggio distribuito con impatti sull'intera filiera energetica, fino agli usi finali e alla mobilità urbana.
Ma cosa ne pensano i consumatori? L'indagine condotta dall'Istituto Piepoli, che ha raccolto l'opinione degli Italiani sulle Energy Community, rivela che il 37% degli intervistati dichiara che in futuro potrebbe essere interessato a partecipare ad un progetto di Energy Community, citando come motivazioni principali i risparmi sulla bolletta ed il minore impatto ambientale.

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