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FIRE: crescono gli energy manager in Italia, specie nel terziario

where Roma when Ven, 20/07/2018 who roberto

Lo evidenzia il Rapporto FIRE sulla figura professionale dell’efficienza energetica, che approfondisce il tema degli incentivi e degli energivori

Sono 2.315 gli energy manager energy-manager.jpgnominati l’anno scorso: un dato in aumento, che evidenzia un trend di crescita, pari al 6% per i soggetti obbligati in 4 anni e all’11% in 15 anni, includendo anche le nomine di soggetti non obbligati.  Sono alcuni dei dati emersi dal Rapporto che FIRE redige annualmente sulla figura professionale e che quest’anno contiene due indagini, una sugli incentivi e l’altra sulle agevolazioni per le imprese energivore.
 
“La crescita del numero degli energy manager nominati - commenta Dario Di Santo, direttore FIRE - indica una maggiore attenzione da parte delle imprese alle tematiche energetiche e alla sostenibilità: un elemento positivo, considerando le sfide che ci attendono per il contrasto ai cambiamenti climatici. Ottimo il dato del terziario, che continua a crescere, e buoni gli altri settori, che vedono una ripresa, compresa la P.A,. non sempre all’altezza del ruolo esemplare che dovrebbe ricoprire.
Le altre buone notizie vengono dall’incremento di energy manager certificati come esperti in gestione dell’energia (EGE), un aspetto importante soprattutto laddove l’energy manager sia nominato come consulente esterno, e dall’incremento delle organizzazioni certificate ISO 50001.”
 
Nonostante il quadro sostanzialmente positivo, c’è ancora molto lavoro da fare sulla figura professionale e in generale sul contesto lavorativo in cui opera, e lo si deduce sia dalle rilevazioni sul tasso di inadempienza alla nomina, che resta molto elevata nel settore pubblico, sia da considerazioni ed esperienze degli energy manager stessi emerse durante le indagini.
Quasi tutti i settori registrano un aumento dei nominati, che invece risultano leggermente in calo nell’industria. Il dato sul terziario è il più positivo, in quanto non è una ripresa, ma un miglioramento continuo. Fa ben sperare il lieve miglioramento rispetto allo scorso anno nella Pubblica Amministrazione (da segnalare la presenza nell’elenco di circa 40 piccoli Comuni che hanno provveduto alla nomina volontaria, nonostante consumi che non superano la soglia d’obbligo dei 1.000 tep).
 
Dal Rapporto emerge anche un considerevole aumento degli energy manager esterni, che hanno deciso di ottenere la certificazione EGE: si è passati negli ultimi 2 anni da 34 a 182 energy manager certificati EGE ma, grazie al fatto che alcuni di questi rivestono il ruolo in più soggetti, il 32% delle nomine nel 2017 è coperto da EGE.
Un altro degli aspetti analizzati riguarda i soggetti che hanno nominato, siano essi obbligati o no, e che al contempo sono in possesso della certificazione ISO 50001 per il loro sistema di gestione dell’energia. Questi risultano essere 202, in leggero incremento rispetto allo scorso anno (+8%).
 
Passando alle due indagini, alcuni aspetti di rilievo sugli incentivi riguardano il conto termico 2.0 e gli strumenti previsti dal Piano Industria 4.0 che riscuotono favore tra la maggioranza degli operatori. il meccanismo dei certificati bianchi sta attraversando una fase decisamente critica, ma gli intervistati mostrano una certa fiducia nelle correzioni adottate dal MiSE con il recente D.M.10 maggio 2018.
L’indagine rivolta alle imprese energivore, infine, ha permesso di fare emergere alcuni aspetti interessanti per gli energy manager dal punto di vista degli investimenti.
 
Se da un lato risulta evidente che la riduzione del costo dell’energia per le imprese che potranno accedervi tenderà ad allungare i tempi di ritorno degli stessi rispetto al costo non agevolato, dall’altro la maggioranza delle imprese manifatturiere ritiene che molti interventi previsti verranno comunque realizzati (va anche detto che il riferimento di confronto non è il prezzo pieno dell’energia, ma quello agevolato con le regole in vigore in precedenza). Interessante l’accordo ampio su un’eventuale obbligatorietà della certificazione ISO 50001 per l’accesso all’agevolazione.

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