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Indagini su Jp Morgan Chase: speculava su centrali elettriche in perdita

where New York (Usa) when Mar, 07/05/2013 who roberto

Secondo gli investigatori dell’amministrazione Obama la più grande banca americana avrebbe ingannato gli investitori, presentando alcuni impianti californiani con i conti in rosso come “incredibili fonti di profitto”

JPMorgan Chase, la più grande banca americana, è ancora nella bufera. E con lei Jamie Dimon, superbanchiere di Wall Street. L'accusa, questa volta  - rivela il New York Times - è di aver manipolato alcuni mercati nel settore dell'energia, in California. E negli Usa torna lo spettro dello scandalo della Enron, l'azienda fallita nel 2001 in seguito ad azioni spericolate proprio sul fronte dei derivati finanziari nel settore energetico.
Secondo gli incaricati dell'amministrazione Obama, che hanno avvisato il gruppo sulle indagini in corso nel mese di marzo, JPMorgan Chase avrebbe compiuto una speculazione, spacciando “centrali elettriche in perdita per incredibili fonti di profitto”, ingannando così gli investitori. Inoltre - sempre secondo quanto rivela il New York Times - uno dei top manager del gruppo, Blythe Masters, sarebbe stato accusato di “dichiarazioni false e ingannevoli pronunciate sotto giuramento”, il che negli Stati Uniti costituisce un reato penale.
Inevitabile il parallelo con la vicenda Enron, il primo di una serie di scandali nel campo sui derivati finanziari che portarono alla crisi del 2007-2008, partita in America con i mutui subprime e culminata col fallimento di Lehman Brothers: non solo la vicenda che vede oggi coinvolta JPMorgan riguarda, come allora, il settore energetico, ma le centrali al centro delle indagini sono - oggi come allora - in California. Altra singolare analogia: in entrambe i casi, le operazioni incriminate gestite da una squadra di trader basata a Houston, in Texas.
Dal quartier generale newyorkese della banca regina di Wall Street si respinge ogni accusa: “Difenderemo con forza la società e i suoi dipendenti”, commenta la portavoce Kristin Lemkau. Tuttavia Dimon, numero uno di JPMorgan, finora abile nel superare momenti molto difficili per la sua banca, appare sempre più in difficoltà. Basti pensare che sono almeno otto - ricorda sempre il New York Times - le agenzie federali che attualmente indagano sul gruppo che nel 2012 è stato travolto dallo scandalo della cosiddetta “Balena di Londra”, con operazioni finite male, ancora una volta sul fronte dei prodotti derivati, e costate ingenti perdite: oltre 6 miliardi di dollari.

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