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Ladri di batterie. Scoperta banda che razziava nei ripetitori della telefonia

where Forlì when Mar, 09/10/2018 who roberto

La Polizia di Stato di Forlì ha sgominato una banda che entrava in azione tra i ripetitori di segnale della telefonia. Recuperati anche i pannelli fotovoltaici

A Forlì esisteva un'organizzazione criminale dedita alla commissione di antenne-cellulari.jpgnumerosi furti di accumulatori di energia elettrica, presenti all'interno dei ripetitori di segnale per la telefonia delle principali società di telecomunicazione, dislocati nel centro-nord Italia. Lo ha scoperto la Polizia, che ha arrestato 14 persone.
 
Questi ripetitori venivano poi acquistati da ricettatori operanti in varie città italiane e infine venduti all'estero. Le indagini disposte dalla Procura di Forlì hanno consentito di identificare non solo i membri dell'associazione a delinquere e gli autori dei furti, ma anche i ricettatori e le società compiacenti che, mediante operazioni di riciclaggio volte ad occultare la provenienza degli accumulatori, li reinserivano nel mercato.
 
A rispondere, a vario titolo, di furto aggravato, ricettazione e riciclaggio diverse persone originarie del Burkina Faso e alcuni italiani titolari di due aziende di Gambettola e Savignano, nel Cesenate. Centinaia i furti commessi, oltre 500 solo fra maggio 2017 e maggio 2018, con danni alle aziende di telefonia per oltre tre milioni e mezzo di euro.
 
Interessate numerose province - Milano, Napoli, Brescia, Piacenza, Pavia, Rimini, Ravenna Forlì-Cesena e Teramo -, recuperati oltre 2500 accumulatori, per un valore di 700mila euro, e centinaia di pannelli fotovoltaici per altri 350 mila euro. Secondo quanto emerso la banda, dopo aver rubato gli accumulatori dalle postazioni dei ripetitori di telefonia sparsi in mezza Italia, li trasportava nel Cesenate. Qui le due aziende compiacenti falsificando la documentazione, trasformando la refurtiva in rifiuti da smaltire. In parte venivano poi rivenduti a un’ignara azienda di Faenza, che a sua volta cedeva gli accumulatori a un'azienda spagnola che riciclava il piombo delle batterie. Gli altri accumulatori, raggiunti i porti di Livorno, Salerno o Genova, venivano spediti via nave a Malé, in Togo, e da qui raggiungevano il Burkina Faso, dove erano rivenduti per fornire energia elettrica alle abitazioni.

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