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Analisi - ​La rivoluzione dello shale gas e del fracking: cambia la geopolitica dell’energia

where Milano when Lun, 31/03/2014 who michele

E' il tema di una conferenza tenuta da John Deutch del Mit. Il ruolo del Nordamerica e il calo dei prezzi

“La rivoluzione globale di petrolio non convenzionale: nuovi mercati, nuove governance, nuove politiche” è il tema della conferenza tenuta da un esperto di fama internazionale come John M. Deutch, professore emerito presso il Massachusetts Institute of Technology, alla Fondazione Eni Enrico Mattei, introdotto dal direttore Giuseppe Sammarco.
Deutch ha affrontato le conseguenze legate alla rivoluzione di idrocarburi non convenzionali, concentrandosi principalmente sulla politica estera degli Stati Uniti, le forze trainanti che portano verso un nuovo equilibrio energetico mondiale, il ruolo dei nuovi player in uno scenario di energia rinnovata e delle relative dinamiche politiche, sociologiche e geostrategiche.
Nella sua lecture ha dato il suo “punto di vista sul futuro, che è molto incerto”. E ha sottolineato come “la rivoluzione di petrolio e gas naturale, dallo shale gas alle sabbie bituminose, non riguarda solo gli Stati Uniti e l'America del nord, ma tutto il mondo. È una rivoluzione globale, proprio perché le nuove risorse sono accessibili a tutti i paesi, si trovano fino anche in Alaska. E alcune economie dipendenti, come lo erano gli Stati Uniti, adesso non lo sono più”.
Ma vediamo qualche conseguenza.
La prima è il calo dei prezzi. “Questo incremento di fornitura - ha spiegato il professore - può portare a un abbassamento dei prezzi per molte decadi. I consumatori beneficeranno di prezzi più bassi, soprattutto per il gas naturale”.
Con le nuove energie ci sono anche nuovi rischi ambientali, e non solo, da tenere in considerazione. E che gli Stati Uniti stanno già valutando. Questo paese è avanti non perché ha più shale gas rispetto ad altri ma perché ha una legge diversa e potremmo dire unica, per lo sfruttamento del suolo: appartiene al proprietario del terreno e non al governo.
“Le prime considerazioni - spiega il professor Deutch - riguardano l'impatto sull'ambiente dell'attività per estrarre lo shale gas: ci si chiede se la fatturazione idraulica può contaminare l'acqua potabile. Se ci sono conseguenze per la qualità dell'aria. E se queste perforazioni orizzontali possono indurre un aumento della sismicità del terreno. Il punto è tener ben presente i rischi per l'ambiente circostante, insieme ai benefici”. In particolare, l'aumento della produzione di petrolio degli Stati Uniti potrebbe avere forti conseguenze sulle strategie di politica energetica nazionale e internazionale degli Stati Uniti, e dare il via a un cambiamento globale nello scenario energetico mondiale. “Gli Stati Uniti e l'America del Nord – ha spiegato il professor Deutch - avranno il potenziale per esportare petrolio e gas così gli Stati Uniti avranno un'influenza maggiore nel mercato globale. Il Nord America sarà effettivamente indipendente dall'importazione di petrolio. Anche se questo non significa essere energeticamente indipendente”.
Le aspettative sulla crescita petrolio non convenzionale e la possibilità di un cambiamento nell'equilibrio di scambio di energia potrebbero modificare profondamente la presenza e l'intervento degli Stati Uniti in alcune aree critiche del mondo. Questo potrebbe anche portare alla nascita di nuovi player e diversi approcci nella gestione delle relazioni complesse.
 
 

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Professore emerito presso il Massachusetts Institute of Technology
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