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​Ecco il piano europeo per diversificare le fonti e creare un mercato unico efficiente

where Bruxelles (Belgio) when Lun, 02/03/2015 who redazione

La commissione Ue vuole ridurre la dipendenza dalle importazioni e aumentare le interconnessioni per rendere meno costosa l’energia. Il parere del Wwf

sefcovic.jpgUn mercato unico dell'energia per integrare i 28 sistemi nazionali, oggi poco interconnessi, e aumentare l'efficienza attraverso la diversificazione delle fonti: l'obiettivo delineato dalla Commissione europea è arrivare a una vera Unione energetica. La strategia di Bruxelles è realizzare un'Unione europea dell'energia, una priorità assoluta del suo programma politico, che comporterà l'unificazione del mercato del settore oggi frammentato fra i 28 Stati membri. Cauto il commento del Wwf.
Nei prossimi cinque anni, dice il vicepresidente Maros Sefcovic, responsabile dell’Unificazione energetica dell'Ue, “continuerò a lavorare a questo con i 14 commissari coinvolti”. Si tratta, ha proseguito, del  “progetto europeo più ambizioso in questo importante settore dai tempi della Comunità per il carbone e l'acciaio”.

“Per troppo tempo - commenta il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker - l'energia è stata esclusa dalle libertà fondamentali della nostra Unione. Gli attuali esempi mostrano la posta in gioco, visto che molti europei temono di non avere l'energia per scaldare le proprie case. Questo - ha aggiunto - riguarda l'azione comune dell'Europa a lungo termine. Per sostenere la nostra economia, voglio un'energia forte, affidabile, sicura e sempre più rinnovabile e sostenibile”.
Ciascuno Stato membro sarà libero di scegliere il mix energetico, ma il passaggio a un'economia a basso contenuto di carbonio europea “è inevitabile”, aggiunge Miguel Arias Canete, commissario europeo per Energia e clima.

L'Unione europea è il più grande importatore di energia nel mondo, importando il 53% del suo fabbisogno, per un costo annuale di circa 400 miliardi. Dodici stati su 28 (fra cui l'Italia) non rispettano l'obiettivo minimo di interconnesione, pari ad almeno il 10% di capacità di produzione di elettricità da poter distribuire ai vicini, fissato per il 2020. Se saranno realizzati i 137 progetti di collegamento energetico fra Paesi già individuati dalla Commissione, gli Stati che non rispettano il target si ridurranno a 2.
Secondo Bruxelles, una rete adeguatamente interconnessa permetterebbe un risparmio per i consumatori europei fino a 40 miliardi all'anno.

Le linee guida del piano sono il completamento del mercato unico, l'aumento della sicurezza energetica, una maggiore efficienza, la riduzione dell'utilizzo di combustibili fossili e sforzi più intensi per la ricerca di nuove fonti di energia. Si tratta di un obiettivo ambizioso alla luce delle differenti dinamiche dei mercati energetici nazionali, da una Germania che, chiuso il programma nucleare, dipende sempre più dal gas russo a una Gran Bretagna che torna invece a puntare sull'atomo a causa dell'esaurimento dei giacimenti del Mare del Nord, fino a una Polonia che soddisfa larga parte del suo fabbisogno con il carbone estratto dal proprio suolo. Per questo il rapporto della Commissione parla di una  “trasformazione radicale del sistema energetico europeo” che richiederà investimenti in infrastrutture e nello sviluppo di nuove risorse destinati a superare i mille miliardi di euro entro il 2020.
Tra le criticità individuate da Bruxelles spiccano pertanto un'edilizia abitativa inefficiente dal punto di vista energetico per il 75%, un settore dei trasporti incentrato sul petrolio, il 90% del quale viene importato, e sussidi distorsivi (come, in alcuni casi, quelli versati per sostenere le energie rinnovabili) dal costo complessivo di 120 miliardi di euro.

Si può e si deve fare molto di più, dice il Wwf. Sono documenti chiave, che definiscono i piani futuri su clima ed energia dell'Unione europea, ma secondo il Wwf entrambi denunciano molte “ombre” su come spostare l'Europa verso un'economia a basse emissioni di carbonio e affrontare seriamente il cambiamento climatico.
“Apprezziamo che la Commissione sia stata esplicita sulla necessità di allontanarsi dai combustibili fossili, riorganizzando i mercati energetici intorno alle energie rinnovabili, e dando all'efficienza un ruolo centrale - dice Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del Wwf Italia - Contemporaneamente, però, si continua a lavorare per rafforzare la fornitura di combustibili fossili e si menziona una serie di veri e propri vicoli ciechi, come diversificare le forniture di uranio, sostenere la Ccs (cattura e stoccaggio del carbonio), la fusione nucleare. La parola gas compare decine di volte, mentre sulla necessità di uscire dal carbone non si dice nulla”.

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Il vicepresidente della Commissione Maros Sefcovic