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Ecologisti con le emissioni degli altri: la Sardegna va al Tar per aiutare il carbone

where Cagliari when Lun, 11/02/2019 who roberto

La Giunta della Regione Sardegna impugna un decreto sullo stop alle centrali a carbone di Portovesme e di Porto Torres al 2025

La Regione Sardegna ha impugnato portoscuso.jpgdavanti al Tribunale Amministrativo Regionale il decreto del Direttore Generale per le Valutazioni e le Autorizzazioni Ambientali del Ministero dell'Ambiente, con il quale si dà immediata attuazione allo scenario di "phase out completo" dall'impiego del carbone per la produzione di energia termoelettrica entro il 31 dicembre 2025. Lo ha deciso la Giunta approvando una delibera in tal senso.
 
"Seppure la Regione sia fortemente impegnata nel perseguire l'obiettivo della decarbonizzazione, appare evidente che questo presenta problematiche, con riferimento alla gestione in sicurezza della rete e dell'intero sistema energetico sardo - spiega la Giunta - . Il provvedimento ministeriale, che comporterebbe la chiusura delle centrali di Portovesme e di Porto Torres al 2025 senza che sia stato chiarito lo scenario sostitutivo, oltre che essere illegittimo, produrrebbe effetti negativi per la sicurezza del sistema energetico regionale e per l'economia sarda nel suo complesso".
 
Nell'impugnare il decreto del Ministero, la Regione sottolinea "palesi incongruenze nel provvedimento governativo e, soprattutto, l'assenza di investimenti e interventi infrastrutturali alternativi che costituiscono una conditio sine qua non per rendere concreto lo scenario di uscita completa dal carbone al 2025". Per la Sardegna, "non si può dare attuazione allo scenario di decarbonizzazione senza tenere in considerazione che occorrono investimenti per la realizzazione di una nuova interconnessione elettrica con il resto d'Italia e una capacità di generazione a gas, alimentata da impianti di rigassificazione riforniti da depositi di Gas Naturale Liquefatto". Secondo la Giunta, "l'attuazione dello scenario di abbandono del carbone, così come delineato dal Ministero dell'Ambiente, in assenza di una alternativa adeguata agli attuali assetti di fornitura di energia termo-elettrica, assicurati dal carbone o da altri fonti fossili diverse dal metano, crea condizioni di rischio atte a determinare significativi impatti a livello economico per i sardi e la Sardegna".
 
Wwf, il ricorso della Sardegna è contro i sardi - Il ricorso della Regione Sardegna rispetto al decreto ministeriale che dà attuazione allo scenario di "phase out completo", "non solo è dannoso per il percorso dell'Italia verso la piena attuazione dell'Accordo di Parigi sul clima, ma rappresenta un'evidente frenata verso l'innovazione e la necessaria e giusta transizione della Sardegna verso politiche energetiche compatibili con il futuro". Così il Wwf  in una nota, che ricorda come "sarebbe logico che Regione Sardegna ed Enel (che da quello che si legge sui giornali penserebbe a dei ricorsi) predisponessero rispettivamente un piano per una giusta transizione che non lasci nessuno indietro e un piano che conduca alla chiusura degli impianti inquinanti entro la scadenza decisa dalla Sen e ribadito dalla Proposta di Piano Nazionale Integrato Energia e Clima". Opporsi al percorso verso "un sistema energetico sostenibile e amico del clima non solo introduce un ostacolo nella transizione dalle fonti fossili a quelle rinnovabili, ma è anche contro gli interessi dei cittadini sardi".

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