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​“Elementi” del Gse. Galletti: entro il 2020 risparmio di 20 milioni di Tep

where Roma when Lun, 14/07/2014 who michele

Sul nuovo numero della rivista interventi di Ermete Realacci (eco-bonus ed efficienza energetica), Guido Bortoni (indipendenza energetica), Carlo Malacarne (il petrolio sotto i nostri piedi)

"Quella delle rinnovabili, la vedo come una bella, pacifica rivoluzione culturale ed economica. Che ci sta conducendo verso un'economia sostenibile capace di produrre benessere, lavoro e tutelare le risorse naturali". Così Gian Luca Galletti, Ministro dell'Ambiente, nel suo intervento nell'ultimo numero di Elementi, periodico del Gestore dei Servizi Energetici, visibile sul sito www.gse.it.
Galletti ha proseguito affermando che "nella produzione termica da rinnovabili c’è spazio per un raddoppio rispetto al 2010: da 5 a 10 milioni di Tep. Il dato sui biocarburanti deve salire da meno del 5% al 10%, modificando le modalità di produzione con bioenergia di seconda e terza generazione, con una produzione sostenibile e non in contrasto con l'alimentazione umana o animale. Entro il 2020 l'efficienza energetica ci può portare a generare risparmi per 20 milioni di Tep, circa 4 volte quello che abbiamo fatto fino al 2010". Quanto al fotovoltaico, Galletti dichiara che "servono interventi e norme che agevolino il mantenimento di questo mercato. In tale direzione è importante aver incluso il fotovoltaico nella detrazione fiscale del 50% per le ristrutturazioni degli edifici con legge di stabilità del 2014. Ma sono necessari ulteriori interventi".
Ermete Realacci, Presidente della Commissione Ambiente della Camera dei deputati, considera quella del risparmio energetico, "la partita del futuro". "Su questo tema c'è un problema culturale e di visione economica del Paese. Abbiamo passato mesi a litigare sull'Imu, che nel 2012 è costata agli italiani in media sulla prima casa 235 euro. Invece, tra una casa costruita bene e una male, la differenza è una bolletta da 1.500 euro all'anno. Gli ecobonus, inoltre, interessano settori vitali del Made in Italy come quello dell'innovazione, delle caldaie a condensazione e della domotica. Inoltre, questo provvedimento fa emergere il nero, che si trascina dietro cose poco gradevoli come la scarsa sicurezza sul lavoro e gli intrecci con la criminalità organizzata". Relativamente all'efficienza, in particolare per quella riguardante la riqualificazione energetica degli edifici pubblici, Realacci sostiene che "quando il Commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, ha predisposto i piani dei tagli alla spesa, non capisco perché non si sia focalizzato sulla bolletta energetica della Pubblica amministrazione. Secondo la Consip gli edifici pubblici italiani pagano una bolletta di circa 5 miliardi di euro l'anno: solo le scuole 1 miliardo e 350 milioni. Per questo credo che il recepimento della Direttiva UE sull'efficienza costituisca una grossa opportunità, a patto che si definiscano bene i ruoli". E poi sostiene che "c'è bisogno di una cabina di regia che ruoti attorno ai Dicasteri dello Sviluppo Economico e dell'Ambiente e metta ordine a una serie di criticità. Corre quindi l'obbligo di certificazione energetica per gli appartamenti. Ebbene questo provvedimento sta andando a carte quarantotto: su internet si possono comprare" certificazioni energetiche per 40 euro, è assurdo".
Guido Bortoni, presidente dell'Autorità dell'energia, è del parere che "una delle principali sfide per il Paese è quella di ritrovare competitività, anche grazie alla riduzione del costo dell'energia per le nostre imprese. L'azione del governo di ridurre del 10% il costo delle bollette rappresenta un buono spunto per il rilancio. Tagliare si può, ma con un caveat: la riduzione per alcuni consumatori non deve avvenire a danno di altri. Non si possono cioè spostare i costi sulla spesa energetica delle famiglie. Occorre concentrarsi su una vera "riduzione di spesa", diminuendo o eliminando le voci che gravano sugli oneri generali, che nel 2013 hanno raggiunto il peso mostruoso di 13,7 miliardi".
Carlo Malacarne, presidente di Confindustria Energia, afferma che: "al Governo facciamo presente la questione di sicurezza energetica che deve essere garantita nel lungo termine. Il nostro sistema è in grado di assicurare approvvigionamenti stabili e sicuri, ma deve essere messo nelle condizioni di farlo. Una strategia coerente con i bisogni del Paese e un quadro legislativo e autorizzativo chiaro sono le precondizioni per il raggiungimento di questo obiettivo". Sulle emissioni dei gas serra, Malacarne avverte: "non vogliamo dire che bisogna abbandonare la lotta per ridurre le emissioni, ma che occorre affrontare il problema con realismo e pragmatismo. Anche perché l'Europa non può fare tutto da sola: anche i Paesi extra UE, come la Cina, devono dare il loro contributo. Il mancato raggiungimento di un accordo globale lascerebbe tutto il peso di simili scelte sulle spalle degli operatori europei, con la prevedibile conseguenza di perdere ulteriormente competitività e - probabilmente - di fallire l'obiettivo finale".
Chicco Testa, presidente di Assoelettrica, sul tema degli incentivi alle rinnovabili e su gli oneri di sistema, evidenzia che: "la verità è che la bolletta è stata usata come una metropolitana che arriva sempre a destinazione. Lo sforzo di efficientamento e per la creazione di maggiore competizione registrato tra il 2005 e il 2008 è stato vanificato dalla crescita abnorme degli oneri di sistema, specie per finanziare le rinnovabili. Del resto il mercato italiano è poco competitivo anche sul lato dell'offerta, visto che oltre il 50% dei consumi non passa attraverso meccanismi di mercato: ciò inficia anche i miglioramenti che si ottengono dall'altro lato e cioè quello che si misura sulla borsa elettrica. Il nuovo pacchetto del Governo è un primo passo e sappiamo che dovremo soffrire anche noi. L'importante è che sia fatto con equità. Questo significa che bisogna tagliare forme improprie che pesano in bolletta, come gli sconti alle ferrovie che peraltro datano 1963". E poi aggiunge: "occorre un tentativo serio di riportare tutto il settore dell'energia in termini di mercato e lo si può fare con tre passaggi: l'integrazione delle rinnovabili nel mondo della borsa elettrica; la fine degli incentivi, l'alleggerimento degli oneri di sistema". Quanto agli incentivi alle rinnovabili, Testa pensa che: "complessivamente il sistema non può tenere. Questo modello deve provare la sua efficienza sul mercato altrimenti si continuerà a non allocare le risorse in maniera razionale".
Stig Scholset, responsabile Point Carbon (Thomson Reuters) per l'analisi del carbonio, ha parlato del modello previsionale del prezzo della CO2, affermando che lo stesso "indica i possibili impatti della "riserva di stabilità" sull'equilibrio del mercato e sui prezzi della CO2 al 2030. Possiamo così testare diversi scenari: considerare differenti livelli per il ritiro o l'immissione delle quote sul mercato, differenti date d'avvio del meccanismo, destinazione delle quote oggetto di back-loading. Inoltre, il modello tiene conto di diverse assunzioni sugli obiettivi UE per emissioni, rinnovabili e sulla crescita del PIL europeo nei prossimi dieci anni". E ancora, "nello scenario base, abbiamo assunto la "riserva di stabilità" operativa dal 2021. Il surplus del mercato è stimato usando i dati della Commissione per il cap del Sistema ETS coerente con l'obiettivo di riduzione dei gas serra del 40% al 2030 e le previsioni di emissioni del sistema EU ETS di Thomson Reuters Point Carbon per i settori dell'energia, l'industria e l'aviazione. Le previsioni emissive assumono una crescita del PIL in Europa dell'1,7% in media per il 2014-2020 e dell'1,9% nel 2021-2030. Le emissioni legate alla produzione di energia elettrica sono state calcolate sulla base di un "modello" che determina il mix ottimale tra fonti convenzionali ed assume la generazione da rinnovabili come variabile esogena basata sul 27% di rinnovabili al 2030. Il modello usa proiezioni della domanda di energia basandosi su crescita economica e sui miglioramenti dell'efficienza energetica in linea con l'obiettivo UE al 2020. Le emissioni industriali sono stimate con modelli che tengono in considerazione il PIL e variabili macro-economiche. Si assume inoltre che i crediti internazionali non siano più fruibili nel sistema ETS e l'assenza di link ad altri schemi ETS prima del 2030".
Completano il numero 32 di Elementi l'editoriale di Nando Pasquali, un articolo di Paolo Vigevano, un articolo di Stefano Besseghini, la rubrica Virgolette di Romolo Paradiso, lo speciale sull'energia di Nigeria, Filippine e Vietnam, uno studio sulle fonti rinnovabili in Arabia Saudita, un confronto con Rosa Filippini, un colloquio con Catia Bastioli, un faccia a faccia con Stefano da Empoli, il parere di Claudio Ferrari, le rubriche Elementi Normativi, Il mondo di Corrente, Il Punto e una conversazione sui temi dell'uomo, della società e della cultura con il filosofo Emanuele Severino.