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Eni: il giacimento egiziano Zohr permette di alzare il target di produzione a 3,2 miliardi nel 2019

where Roma when Lun, 29/10/2018 who roberto

L’annuncio è stato dato dall’amministratore delegato in occasione della presentazione dei conti Eni nei 9 mesi

“Zohr sta dando una performance estremamenteeni-zohr.jpg buona e pensiamo di aumentare il target e raggiungere a fine 2019 un plateau di produzione di 3,2 miliardi di piedi cubi al giorno”. Lo ha annunciato il management di Eni, durante la conference call sui risultati dei 9 mesi.
 
Il mega giacimento Zohr, in Egitto, ha raggiunto di recente una produzione di 2 miliardi di piedi cubi al giorno, corrispondenti a circa 365.000 barili di olio equivalente al giorno, dei quali 110.000 in quota Eni, a pochi mesi dal primo gas nel dicembre 2017 e con un anno di anticipo rispetto al Piano di Sviluppo (PoD) originale. Zohr si trova nel blocco Shorouk, di cui Eni detiene una quota di partecipazione del 50%, Rosneft del 30%, BP del 10% e Mubadala Petroleum il 10%. L'utile dell'Eni vola con il prezzo del petrolio e sembra farsi più concreta la possibilità di riattivare il piano di buyback, bloccato a marzo del 2015, quando era anche stato tagliato il dividendo.
 
Conti dei nove mesi - Il gruppo petrolifero archivia conti dei nove mesi (e del terzo trimestre) in decisa crescita, approfittando di uno scenario assai favorevole, che ha visto il prezzo del greggio in aumento del 45% rispetto allo scorso anno: l'utile netto adjusted del periodo gennaio-settembre si attesta infatti a 3,133 miliardi di euro, in rialzo del 118% rispetto al 2017, mentre nel terzo trimestre raggiunge quota 1,388 miliardi, contro i 229 milioni precedenti. Una performance, quest'ultima, decisamente superiore alle attese degli analisti, che puntavano su un profitto di poco superiore al miliardo. L'utile netto nei nove mesi ha raggiunto 3,7 miliardi (+181%) e nel trimestre 1,52 miliardi di euro. Particolarmente bene, ancora una volta, la divisione Esplorazione e produzione: l'utile operativo adjusted nel trimestre è triplicato raggiungendo quota 3,1 miliardi di euro ed è più che raddoppiato nei 9 mesi a 7,9 miliardi. Rispetto al secondo trimestre, e quindi in uno scenario di sostanziale parità di prezzo del Brent, la crescita è del 13%. Positivo anche l'andamento di Gas & Power, mentre per Raffinazione e chimica i profitti sono più deboli. La produzione, infine, è sostanzialmente stabile a 1,8 milioni di barili, ma buone notizie arrivano dal mega-giacimento di Zohr in Egitto, di cui viene alzato il target a 3,2 miliardi piedi cubi al giorno per la fine del 2019.
 
L'amministratore delegato, Claudio Descalzi, può quindi dirsi "particolarmente soddisfatto", sottolineando che la società è stata capace di "monetizzare scenari favorevoli dei prezzi degli idrocarburi e soprattutto di incrementare il valore anche a scenari costanti", ma non solo: il debito è precipitato a 9 miliardi e, con esso, il leverage, vale a dire il rapporto tra l'indebitamento finanziario netto e il patrimonio finanziario netto, è sceso al 18%. Un valore, questo, che se mantenuto consentirà all'Eni di riattivare il piano di buyback.

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