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Gasdotti. Corridoio Sud. Tap: la Direttiva Seveso non va applicata

where Lecce when Lun, 26/11/2018 who roberto

Depositata la superperizia chiesta dalla Procura di Lecce. Le proteste dei pescatori. Il commento di Salvini

Il gasdotto Tap non può essere assoggettatogasdotto-tap.jpg alle norme previste dalla direttiva Seveso. Emerge dalla superperizia depositata giorni fa e disposta dal gip del Tribunale di Lecce nell'ambito dell'incidente probatorio aperto nell'indagine avviata dalla Procura di Lecce. "Sono contento per l'apertura dei cantieri del Tap, perche così c'è più concorrenza" sull'energia "per famiglie e imprese", ha commentato Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio.

Dalla perizia sul gasdotto Tap disposta dalla magistratura di Lecce, che ha escluso che l'opera debba essere assoggettata alla normativa Seveso sulla prevenzione di grandi rischi industriali, per la fase progettuale non c'è alcun obbligo di procedere in modo congiunto sulle opere, tuttavia "dal punto di vista della valutazione ambientale paesaggistica avrebbe dovuto essere predisposta parte dello studio con la finalità di una valutazione complessiva dell'opera fino alla connessione con la rete nazionale, con un approccio almeno di massima, oppure avrebbero dovuto essere trovate altre soluzioni per giungere allo stesso risultato tecnico".

Nelle 31 pagine della relazione stilate dai periti del gip di Lecce (i professori Fabrizio Bezzo, Davide Manca e Lionella Scazzosi) ci sono le risposte ai sette quesiti posti dal giudice, tutti finalizzati ad accertare se il gasdotto Tap debba essere o meno assoggettato alla direttiva Seveso III e quindi da considerare progetto unitario, legittimando di fatto il progetto gasdotto così com'è stato autorizzato.

Secondo i tre esperti, il terminale Tap e quello di Snam per la interconnessione a Mesagne (Lecce) con la rete nazionale, devono essere considerati due progetti differenti, in quanto "anche se la funzione delle due parti è la medesima (veicolare un vettore energetico attraverso un territorio), i due progetti hanno nella sostanza delle finalità diverse". Gli obiettivi delle due parti dell'opera e gli interessi dei due attori sarebbero diversi, sebbene complementari, con l'obiettivo di Tap "di trasportare all'interno del territorio nazionale il gas naturale, secondo specifiche quantitative e qualitative predefinite, e con l'obiettivo invece di Snam Rete Gas, di ricevere il gas naturale e collegarlo alla rete nazionale". Due progetti che hanno nella sostanza finalità diverse anche se la funzione delle due parti è la medesima, come viene rimarcato, trattandosi l'opera di un gasdotto e quindi ci sia una certa coerenza e continuità tra i due progetti. "Come se si trattasse di una presa e una spina elettrica - è il paragone fornito -, il che fa si che non sia quindi necessario che il progettista della presa si occupi della progettazione della spina e viceversa".

I pescatori – Secondo alcuni pescatori di San Foca (Melendugno) la presenza della nave officina Adhémar de Saint Venant, la nave che per conto di Tap sta installando dagli inizi di novembre sui fondali a circa 800 metri al largo di San Foca la diga provvisoria a tutela del mare quando sarà collegato il gasdotto, starebbe creando difficoltà alle attività di cattura del pesce.
Secondo i pescatori, la presenza costante della nave impedirebbe di fatto qualsiasi attività di prelievo di risorse dal mare e i pescatori protestano che "la strumentazione in mare, le continue operazioni dei sub e soprattutto l'illuminazione notturna da parte sia della nave che dei mezzi di supporto, risulti impattante sull'ecosistema marino" poiché impedisce loro di catturare dal mare il pesce azzurro.
Nella zona vige da ottobre fino alla fine di dicembre un'ordinanza della Capitaneria di Porto che vieta qualsiasi attività di pesca, costringendo i pescatori a spostarsi con le reti verso sud, da Torre dell'Orso ai Laghi Alimini o a nord del litorale, da Torre Specchia fino a San Cataldo.
Nei giorni scorsi Tap Italia aveva inviato ai rappresentanti delle due cooperative di pesca e alle singole ditte di San Foca una lettera in cui chiedeva un incontro per pagare loro un sussidio "a sostegno della sicurezza e sostenibilità della pesca, in particolare attraverso l'efficientamento della flotta dei pescatori interessati".

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