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​Gasdotti. Sì e no. Tap, cromo 1000 volte inferiore a quello del Comune

where Lecce when Lun, 21/01/2019 who redazione

Battaglia di numeri, numerini e numeretti sul cantiere per la posa della tubazione in Puglia

Sulla diffida a Tap (Trans Adriatic Pipeline) da parte del Comune di Melendugno dal proseguire i lavori in località San Basilio, la multinazionale sottolinea "che, come comunicato dalla stessa Arpa Puglia, il rilascio di cromo esavalente da un campione di cemento carotato dal manufatto in opera è di 11.3 microgrammi/litro, ovvero mille volte inferiore al valore di 11.3 milligrammi/litro riportato dal Comune".

tapmelendugno.jpgLo evidenzia Tap in una nota dopo che il sindaco di Melendugno, Marco Potì, ha inoltrato a Tap, e per conoscenza anche alla Procura di Lecce, una diffida ad astenersi dallo svolgimento di qualsiasi attività nel cantiere del microtunnel di San Basilio dopo la pubblicazione dei dati di Arpa Puglia sui risultati dei test di cessione effettuati sul materiale cementizio del pozzo di spinta.

"Non esistono in ogni caso, sempre secondo quanto evidenziato dalla stessa Arpa Puglia, parametri - dice Tap - con i quali confrontare i risultati di questo test, perché il campione analizzato non proviene da rifiuti, ai quali di norma il test è applicato, ma da materie prime. Tap garantisce che le materie prime da essa utilizzate sono regolarmente certificate e utilizzate soltanto per gli scopi a cui sono destinate".

Inoltre, al fine di "rassicurare la popolazione sull'assenza di pericoli per la salute legati alle attività in corso, Tap ribadisce che, come riportato dettagliatamente nella relazione di Arpa Puglia del 29 dicembre 2018, non c'è alcuna contaminazione nelle acque sotterranee e nei terreni in prossimità del cantiere di San Basilio, sia negli strati superficiali che in quelli più profondi, per tutti i parametri analizzati, inclusi quelli individuati nel protocollo operativo (arsenico, manganese, cromo totale, cromo esavalente e nichel)".
"La sicurezza e la salvaguardia dell'ambiente - conclude la multinazionale - costituiscono da sempre una priorità assoluta per Tap, che continua ad offrire la massima collaborazione e trasparenza alle autorità e agli Enti interessati nel corso delle indagini e ribadisce la piena fiducia nelle autorità inquirenti".

Replica il sindaco di Melendugno, Marco Potì: “Come emerge dai risultati delle indagini di Arpa, il superamento delle soglie di contaminazione di cromo esavalente registratosi in falda (e, seppur con ritardo, comunicato dalla stessa multinazionale) non è dovuto a condizioni sito-specifiche (cioè alle caratteristiche naturali) dei terreni di quella zona del territorio comunale, ma alle attività di Tap. È stato accertato infatti che il cromo esavalente è contenuto nei materiali “portati” in cantiere da Tap, ossia lo stabilizzato di cava e il cemento, ed è dagli stessi rilasciato. Si ricorda che Arpa, nella relazione di dicembre scorso, la stessa menzionata da Tap nel suo comunicato, ha rilevato che lo stabilizzato di cava, presente in tutto il cantiere, rilascia cromo esavalente; in particolare, quello prelevato nell'area denominata “deposito conci”, sottoposto a test di cessione, ha rilasciato cromo esavalente in quantità pari a 22 μg/l. Ancora, dalla medesima relazione dell'Agenzia emerge che le acque intrappolate nel pozzo di spinta durante la sua realizzazione contenevano concentrazioni di cromo esavalente pari a ben 350 μg/l. I risultati del test di cessione effettuato da ARPA UMBRIA sul cemento del pozzo di spinta, poi, hanno evidenziato una capacità di rilascio di cromo esavalente in quantità pari a 11,3 μg/l. Allo stato, dunque, gli unici dati certi sono questi; al contrario, non vi è alcuna certezza che attualmente non vi siano superi delle soglie di contaminazione in falda, in quanto - come risulta dalla stessa relazione di ARPA - le ultime analisi effettuate dall'Agenzia sulla falda risalgono al 28 agosto 2018, in piena stagione estiva e soprattutto a cantiere fermo. Quanto ai limiti di legge con cui confrontare i citati risultati delle indagini di ARPA, Tap dichiara che non esistono parametri normativi per i risultati del test di cessione, perché il campione analizzato non proviene da rifiuti. Ma a questo punto vien da chiedersi perché Tap abbia fatto essa stessa queste indagini e questi test di cessione e perché abbia tentato di rassicurare tutti sul fatto che non esisterebbero problemi proprio affermando che i risultati dei suoi laboratori rivelano una capacità di rilascio di cromo esavalente al di sotto delle soglie di rilevabilità dello strumento, precisamente inferiore a 2 μg/l. La verità è però che, come ovvio e risaputo, i risultati del test di cessione vanno letti in relazione alla componente ambientale della cui contaminazione si discute e con cui l'agente contaminate viene a contatto: se quella componente ambientale è costituita dalle acque sotterranee di falda - come accade nella specie - non si possono che prendere in considerazione le soglie di contaminazione stabilite dalla legge per le acque sotterranee, cioè 5 μg/l. L'accertata presenza dei suddetti materiali contaminanti (stabilizzato di cava e cemento) nel cantiere di Tap rende pertanto evidente il rischio concreto che la prosecuzione delle lavorazioni di cantiere (ivi inclusi l'ingresso della talpa nel pozzo di spinta e le operazioni sullo stesso per lo scavo del microtunnel) possa nuovamente compromettere il suolo, il sottosuolo e la falda e pregiudicare la salute pubblica. Chiedo solo che prevalga il buonsenso e il rispetto della legge acui nessuno può sottrarsi”.

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