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Illegalità. Benzinai: petrolieri e retisti incassano i benefici, ma a pagare gli oneri siamo solo noi

where Roma when Lun, 21/10/2019 who roberto

I gestori chiudono gli impianti - su strade ed autostrade - nei giorni del 6 e 7 novembre prossimi, portando la protesta a Roma

L’illegalità è figlia delle liberalizzazioni selvaggebenzinai.jpg e della conseguente destrutturazione del mercato. A dirlo sono le Organizzazioni di categoria - Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio - che sollecitano da anni la Politica e le altre componenti del settore ad adottare una riforma complessiva che metta riparo ad oltre un decennio di deregolamentazione ed allentamento dell’intero sistema regolatorio, che ha aperto le porte ad ogni forma di illegalità.
 
Secondo stime accreditate quanto prudenti, il fenomeno dilagante dell’illegalità nella distribuzione dei carburanti, interessa una quota che si aggira intorno al 15% di prodotti “clandestini” sul totale dei 30 miliardi di litri erogati, vale a dire numerosi miliardi di euro ogni anno. Se si considera che ogni mille litri valgono 300 euro di IVA che, con le accise, arrivano a superare i mille euro, la quantità di denaro sottratta alla collettività ed incassata da criminali più o meno organizzati appare incommensurabile, con riflessi devastanti, oltre al resto, anche sulla concorrenza e la qualità stessa dei prodotti immessi nei serbatoi di automobilisti ignari.
 
Al contrario - segnalano i gestori - , Governo ed Agenzia delle Entrate da una parte, compagnie e retisti dall’altra, continuano a trovare il modo per adottare provvedimenti il più delle volte disorganici, confusi, dall’applicabilità altamente problematica per una rete di vendita non ammodernata e persino male mantenuta e dall’esito incerto. Le principali criticità vanno dalla fatturazione elettronica alla trasmissione telematica dei corrispettivi, dal DAS elettronico all'introduzione dell'ISA in sostituzione degli studi di settore - che mette tutta la Categoria fuori dai parametri e ignora, colpevolmente, che il Gestore ha un margine del 2% sul prezzo di vendita - all'obbligo di acquisto del "Registratore Fiscale Telematico" fino all’indifferenza sui temi legati all'onerosità della moneta elettronica, scaricando interamente solo sui gestori responsabilità e costi che dovrebbero invece essere considerati “di sistema”.
 
Di fronte alla colpevole inerzia dei Governi che si sono succeduti in questi ultimi anni e all’interessata indifferenza delle altre componenti del settore, Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio hanno deciso di proclamare uno sciopero generale di due giorni degli impianti di rifornimento carburanti, sia sulla rete ordinaria che autostradale, per i giorni 6 e 7 novembre prossimi, con concentramento a Roma sotto il Parlamento.

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