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Al-nimby. In Algeria proteste contro lo shale gas del deserto

where Algeri when Lun, 26/01/2015 who redazione

Le rassicurazioni del premier Sellal non placano le contestazioni degli abitanti della città petrolifera di In Salah

project-insalah-algeria-1.jpgIl nimby contro lo shale gas arriva anche nel profondo Sahara algerino. Gli abitanti della città petrolifera di In Salah (o Ain Salah), nel sud dell'Algeria nella provincia di Tamanrasset, hanno indetto una nuova manifestazione dopo le affermazioni rilasciate in televisione dal premier algerino Abdelmalek Sellal a Entv, a proposito dello sfruttamento del gas di scisto (shale gas): “Nous ne sommes pas dans la phase d’exploitation du gaz de schiste, ce n’est pas à l’ordre du jour du gouvernement”, ha rassicurato il primo ministro gli abitanti della cittadina sahariana (“Non siano nella fase di sfruttamento del gas di scisto, che non è all’ordine del giorno del governo”).

La popolazione, al grido di “Ahreb, Idreb wela tir ya Sellal Ya Hakir”, vuole sapere se la posizione espressa da Sellal è quella del presidente della Repubblica, Abdelaziz Bouteflika.
In un'intervista trasmessa da Entv, Sellal ha affermato che “lo sfruttamento del gas di scisto nel sud del Paese non inizierà prima del 2022”. In questo modo, ha voluto rassicurare la popolazione che da gennaio manifesta contro le due perforazioni pilota a In Salah per l'estrazione di shale gas.

La controversa questione dello sfruttamento del gas di scisto ha mobilitato migliaia di persone in varie oasi del Grande Sud, dove sono nati comitati popolari per coordinare l'azione di protesta contro il governo e spingere le autorità a fare un passo indietro.

La settimana scorsa il quotidiano El Watan riferiva che il presidente Bouteflika avrebbe deciso di congelare il progetto, ma nell'intervista televisiva il premier Sellal ha precisato che “quelli in corso attualmente sono studi esplorativi sulle riserve algerine di questa risorsa energetica”. L'esplorazione nei due pozzi pilota a In Salah “ha dato risultati positivi. L'operazione si fermerà per proseguire con gli studi tecnici, che dureranno quattro anni”.

Il governo non sembra quindi intenzionato ad abbandonare il progetto, anche se per ora lo sfruttamento di shale gas non è una priorità. “Non abbiamo bisogno di gas di scisto, le nostre riserve di idrocarburi sono sufficienti fino al 2037, la gente del sud può quindi stare tranquilla”, ha detto Sellal.

Ma per la società civile, il discorso del premier è stato tutt'altro che chiaro e rassicurante. “Se non vi sarà uno stop immediato alle perforazioni, la contestazione proseguirà”, ha annunciato Abdelkader Bouhafs, uno dei rappresentanti delle proteste.
 
Video: un momento delle proteste a In Salah nel deserto algerino.

immagini
Zona petrolifera a sud di In Salah
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