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Petrolchimico di Siracusa, stop ai blocchi. La Russia ha fatto pressioni su Salvini?

where Siracusa when Lun, 29/07/2019 who roberto

Il prefetto ha emesso il 9 maggio scorso l'ordinanza con la quale si vietano assembramenti in dodici punti del polo petrolchimico siracusano, dopo due lettere giunte da Mosca per conto di Lukoil

Prima una lettera dell'ambasciatore petrolchimico.jpgdella Federazione Russa, Sergey Razov, al vice premier Matteo Salvini, poi anche una missiva del console generale della Federazione russa a Palermo, inviata al prefetto di Siracusa Luigi Pizzi, e una del vice capo di gabinetto del ministro dell'Interno sempre al prefetto. Sarebbero questi i documenti che avrebbero portato il prefetto ad emettere l'ordinanza del 9 maggio scorso, con la quale si vietano i blocchi e gli assembramenti in dodici punti del polo petrolchimico siracusano. Un provvedimento che, secondo i sindacati, vieta il diritto allo sciopero dei lavoratori. È stata la Cgil a parlare di "pressioni politiche", sottolineando la "chiara ingerenza del governo russo sul governo italiano".
 
L'ambasciatore Razov, nella lettera del 12 marzo scorso, pone all'attenzione del ministro dell'Interno gli "episodi di interruzione delle attività delle raffinerie Isab srl che appartengono al gruppo petrolifero russo Lukoil. Negli ultimi dieci anni, il numero delle azioni di blocco illecito delle attività da parte dei lavoratori di organizzazioni estranee che, per diverse ragioni, avevano perso gli appalti dello stabilimento Isab è ammontato a più di 100 casi concreti ed ha portato dal 2012 dal 2018 alle perdite finanziarie di alcuni milioni di euro". L'ambasciatore conclude ricordando che "la parte russa cerca sempre di creare le condizioni al massimo confortevoli per le aziende italiane che lavorano in Russia", e infine si augura "una partecipazione più attiva delle autorità italiane nella soluzione del problema del più grosso investitore russo in Italia".
 
Direttamente indirizzata al prefetto è anche la lettera del 9 aprile scorso del console Evgeny Panteleev, che ricopia nei passaggi quella dell'ambasciatore e ribadisce che "i rappresentanti dell'azienda hanno attirato parecchie volte l'attenzione delle autorità locali e centrali italiane verso questo problema; ma le azioni di blocco illecito del lavoro dello stabilimento Isab continuano". Infine il 12 aprile, il vice capo di gabinetto del ministro dell'Interno, Paolo Formicola, scrive alla Prefettura, e ricordando le "precorse interlocuzioni relative agli episodi di interruzione delle attività delle raffinerie", ribadisce le parole dell'ambasciatore: "Si sarà grati per i cortesi aggiornati elementi informativi che codesto Ufficio vorrà far pervenire in merito alla problematica in esame". Dopo un mese fu emessa l'ordinanza.
 
"Siamo qui per difendere il lavoro, per difendere il diritto di manifestare di tutti quelli che temono la perdita del posto di lavoro. Ma siamo anche qui per denunciare un governo che, invece di tutelare e favorire l'occupazione, non solo non risponde alle crisi industriali, ma si preoccupa di rispondere celermente, per bocca del vero leader di questo governo, il ministro Salvini, alla Russia, per impedire la libera manifestazione delle idee". Così il senatore del Pd, Davide Faraone che ha manifestato davanti alla portineria principale della Lukoil di Priolo (Sr) insieme al deputato nazionale dem, Fausto Raciti, al deputato regionale Giovanni Cafeo e all'es sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo.

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