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​Le politiche energetiche di Bruxelles: ecco i tagli alle emissioni. All’Italia un pesante -33%

where Bruxelles (Belgio) when Lun, 25/07/2016 who redazione

La Commissione ha presentato un pacchetto di misure per ridurre le emissioni di anidride carbonica. Coinvolti anche settori diversi dall’energia, come agricoltura e trasporti

La Commissione ha presentato un pacchetto di misure per accelerare la transizione verso la riduzione delle emissioni di carbonio in Europa in tutti i settori dell'economia. In particolare, l’Italia dovrà tagliare del 33% le emissioni di CO2 entro il 2030 rispetto a quelle del 2005. È il target nazionale deciso dalla Commissione Ue nel suo pacchetto per un'economia a basso contenuto di carbone, che contiene le misure per realizzare gli obiettivi climatici Ue per il 2030, e che per la prima volta prevede obiettivi annuali paese per paese con sforzi in tutti i settori economici inclusa l'agricoltura, l'uso dei terreni e la gestione delle foreste. Sono previste diverse flessibilità per consentire agli Stati membri di raggiungere gli obiettivi senza danneggiare l'economia e per tenere conto degli imprevisti climatici, e saranno loro a decidere anche le misure nazionali. Bruxelles ha anche messo a punto una strategia per la mobilità a basse emissioni per arrivare a trasporti a zero emissioni.

Rinnovabili, efficienza, mercato - La Commissione comincerà a lavorare sul piano di azione per la mobilità a basse emissioni al fine di presentare le rimanenti iniziative senza ritardi. Entro la fine dell'anno, la Commissione intende inoltre presentare ulteriori iniziative in materia di energie rinnovabili, efficienza energetica e mercato interno dell'energia, che formano parte della strategia dell'Unione dell'energia.

Il commento di Bruxelles - “La Commissione si sta adoperando per mantenere la competitività dell'Ue di fronte all'evoluzione del modello socioeconomico globale dovuta all'impulso verso un'economia moderna e a basse emissioni di carbonio impresso dall'accordo di Parigi sui cambiamenti climatici”, dice Bruxelles. “Le proposte stabiliscono dei principi guida chiari ed equi per gli Stati membri, affinché possano prepararsi per il futuro e mantenere la competitività dell'Ue. Ciò è fondamentale per l'Unione dell'energia e per una politica lungimirante in materia di cambiamenti climatici”.

L’obiettivo - Nel 2014 l'Ue ha concordato un impegno chiaro: ridurre collettivamente le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 40% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 in tutti i settori dell'economia. Le proposte presentano obiettivi annuali vincolanti per gli Stati membri in materia di emissioni di gas a effetto serra per il periodo 2021-2030 nei settori dei trasporti, dell'edilizia, dell'agricoltura, dei rifiuti, dell'uso del suolo e della silvicoltura, in quanto fattori che contribuiscono all'azione dell'Ue per il clima.

sefcovic.jpgL’Unione dell’energia - Maroš Šefcovic, vicepresidente responsabile dell'Unione dell'energia, ha affermato: "L’Unione dell’energia sta dando risultati. Con la proposta di riforma del sistema di scambio delle quote di emissione dello scorso anno e la proposta odierna sugli obiettivi per gli Stati membri in materia di emissioni di gas a effetto serra, abbiamo integrato nella normativa il quadro per il clima e l'energia 2030. Inoltre, stiamo procedendo con determinazione verso un sistema dei trasporti a emissioni zero. Il pacchetto dimostra che stiamo mobilitando tutte le nostre politiche verso l'economia competitiva, circolare e a basse emissioni di carbonio che avevamo promesso nella strategia dell'Unione dell'energia."

I consumi dei mezzi di trasporto - Violeta Bulc, commissaria Ue per i Trasporti, ha dichiarato: "I trasporti costituiscono un quarto delle emissioni di gas a effetto serra dell'Europa e sono la causa principale dell'inquinamento atmosferico. La transizione verso una mobilità a basse emissioni è pertanto fondamentale per raggiungere gli ambiziosi obiettivi dell'Ue in materia di clima e per migliorare la qualità della vita nelle nostre città. È inoltre un'opportunità per modernizzare l'economia dell'Ue e mantenere la competitività dell'industria europea. La strategia che adottiamo propone una tabella di marcia verso una mobilità a basse emissioni e darà impulso a questa transizione."

Gli investimenti e i finanziamenti - Nell'Ue sono già state avviate delle attività per allineare investimenti privati con gli obiettivi in materia di clima e di efficienza delle risorse. Gli strumenti finanziari dell'Ue sono elementi fondamentali nell'ambito dei finanziamenti per il clima. Oltre il 50% degli investimenti approvati finora riguarda aspetti pertinenti al clima. Il Fondo europeo per gli investimenti strategici, in quanto parte del piano di investimenti per l'Europa, è prossimo al conseguimento dell'obiettivo di mobilitare almeno 315 milioni di euro per investimenti supplementari nell'economia reale entro la metà del 2018. Inoltre, la Commissione si adopera per garantire che la spesa di bilancio dell'Ue sia allineata con gli obiettivi in materia di clima. Almeno il 20% dell'attuale bilancio dell'Ue è esplicitamente connesso al clima.

Il contesto - Nell'ottobre 2014 i capi di Stato o di governo dell'Ue hanno stabilito un obiettivo vincolante, che prevede la riduzione delle emissioni nazionali in tutti i settori dell'economia di almeno il 40% entro il 2030 rispetto al 1990. È opportuno che tutti i settori dell'economia contribuiscano al conseguimento di tale riduzione. Al fine di raggiungere tale obiettivo in modo efficace sotto il profilo dei costi, i settori dell'industria e dell'energia inclusi nel sistema di scambio delle quote di emissione dell'Ue (Ets) dovranno ridurre le emissioni del 43% entro il 2030 rispetto al 2005. Altri settori dell'economia quali trasporti, edilizia, agricoltura, rifiuti, uso del suolo e silvicoltura dovrebbero ridurre le emissioni del 30% entro il 2030 rispetto al 2005. La proposta dello scorso anno per la revisione del sistema di scambio delle quote di emissione dell'Ue (Ets) e le proposte legislative di oggi connesse al clima guideranno la transizione dell'Europa verso un'economia a basse emissioni di carbonio e risponderanno agli impegni presi dai paesi dell'Unione europea nell'ambito dell'accordo di Parigi sui cambiamenti climatici.

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Maroš Šefcovic, vicepresidente responsabile dell'Unione dell'energia
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