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Scaroni: “Aperte le rinegoziazioni dei take or pay, ma la sicurezza delle forniture è compito dello Stato”

where Ravenna when Mar, 26/03/2013 who roberto

L’ad di Eni ha detto all’Omc di Ravenna che sono in corso incontri con tutti i principali fornitori di greggio, ma ha anche precisato che la questione degli approvvigionamenti “non può più essere un compito svolto dalle aziende, ma un tema di carattere sovrano di spettanza di governi ed Unione europea”

Il mondo non è più quello di cinque anni fa, neanche quello del gas, i cui consumi in Europa sono crollati del 15% dal 2008 a oggi. Parte da questa certezza la campagna dell'Eni per la rinegoziazione dei contratti take or pay, vale a dire quegli impegni a lungo termine con i Paesi produttori stretti a prezzi che non sono più attuali, vista la grande rivoluzione dello shale gas che ha fatto crollare le quotazioni sul mercato spot.
L'amministratore delegato della compagnia energetica, Paolo Scaroni, ha colto l'occasione dell'Omc 2013 (l'undicesima edizione dell'Offshore Mediterranean Conference and Exhibition) per fare il punto della situazione e confermare la politica di rinegoziazioni che è stata avviata. “Credo che per la fine dell'anno avremo rinegoziato, se non tutti, una gran parte dei contratti”, ha spiegato Scaroni, aggiungendo che gli accordi in essere sono “con cinque operatori diversi: Gas Terra, Statoil, Sonatrach, Noc e Gazprom” e che la trattativa è aperta praticamente con tutti: “non siamo ancora arrivati a delle conclusioni, ma siamo abbastanza fiduciosi di poterli adattare, facendo un po' dei vestiti su misura alla produzione del Paese e adattandoli ad una realtà del mercato del gas che è profondamente cambiata”.
Quanto si sia modificata la situazione appare evidente dai numeri: Scaroni ha infatti ricordato che nel 2012 si è registrata una flessione del 15% rispetto al 2008, con uno scostamento tra previsioni e realtà pari a 150 miliardi di metri cubi, “che equivalgono alle esportazioni di Gazpromin Europa. Quindi negli ultimi quattro anni come consumi del mercato europeo ci siamo persi una Gazprom”. I prezzi messi nero su bianco con contratti degli anni scorsi, dunque, non sono più sostenibili e l'Eni, come altre compagnie europee, chiede in sostanza uno sconto, la cui entità è ovviamente riservata.
Come ordine di grandezza, comunque, può valere il fatto che nei primi nove mesi del 2012 proprio Gazprom abbia riconosciuto agli europei sconti retroattivi per complessivi 4,4 miliardi di dollari. Oltre alle rinegoziazione, Scaroni è poi tornato sulla stessa filosofia dei contratti, ribadendo che la sicurezza degli approvvigionamenti non può più essere un compito svolto dalle aziende, ma un “tema di carattere sovrano di spettanza di governi ed Unione europea”.
Le aziende, insomma, devono tornare a dedicarsi con sempre maggiore impegno all'esplorazione e alla produzione, per non lasciare il mondo a bocca asciutta: da questo punto di vista, Scaroni ha accolto con favore le indiscrezioni su un interesse di Gazprom per il mega-giacimento di Mamba in Mozambico e si è detto “molto ottimista” rispetto alla situazione in Nord Africa.

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