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Le tendenze. Petrolio: Aie e l’Opec frenano sui consumi. Occhio ai prezzi

where Parigi (Francia) when Lun, 15/10/2018 who michele

L’economista dell’energia Alberto Clò prevede un forte rincaro delle quotazioni del greggio

barili-petrolio.jpegL’Agenzia internazionale dell’energia (Aie) di Parigi e l’Opec di Vienna hanno rivisto al ribasso le previsioni della domanda di petrolio.
Le stime Aie - L'Aie ha tagliato le sue stime sulla domanda globale di petrolio a causa delle minacce alla crescita, avvertendo che i prezzi resteranno alti di fronte a una capacità di produzione di riserva limitata.
L'Aie ha tagliato la previsione di circa 110.000 barili al giorno per il 2018 e il 2019, a 1,3 e 1,4 milioni rispettivamente. Pesano le ostruzioni all'offerta da parte di Paesi come il Venezuela e l'Iran. "L'energia è tornata ad essere costosa" e "costituisce una minaccia alla crescita economica", si legge nel rapporto mensile dell'agenzia parigina.

Le previsioni Opec - Secondo l’Opec, la domanda globale di petrolio per il 2018 e il 2019 sarà più cauta a causa del rallentamento della crescita. Nel bollettino di ottobre, citato dall'agenzia Bloomberg, il cartello dei paesi produttori annuncia che la crescita della domanda per quest'anno sarà di 1,54 milioni di barili al giorno, vale a dire 80mila in meno rispetto alla precedente previsione. Per l'anno prossimo, l'Opec prevede un ulteriore rallentamento della crescita, a 1,36 milioni di barili al giorno.
"La crescita economica globale - afferma il rapporto dell’Opec - rimane solida, ma sta affrontando potenziali venti contrari. Mentre la crescita nelle maggiori economie Ocse rimane ben impostata, tendenze al rallentamento sono diventate visibili in alcuni mercati emergenti e in paesi in via di sviluppo".

Tensioni internazionali - Le nuove previsioni cadono in un momento in cui si intensificano le pressioni sull'Opec perché aumenti la produzione, compensando così le sanzioni all'Iran e il collasso del Venezuela, per far scendere i prezzi.
Clò: occhio ai prezzi - "Rischiamo una nuova impennata dei prezzi del petrolio, con conseguenze sul prezzo del gas e dell'elettricità, e la cause sono le nuove sanzioni Usa all'Iran". Lo ha detto l'economista Alberto Clò, già ministro dell'industria nel Governo Dini, intervenendo all'assemblea di Federacciai. Clò ha poi puntato il dito sulle liberalizzazioni "degli ultimi 15 anni" , che "hanno fallito ed è un dato di fatto di cui renderci conto, non per tornare indietro, ma per capire dove abbiamo sbagliato".

Aumentare la produzione - Per questi motivi l’Aie lancia un appello all'Opec e agli altri maggiori produttori di petrolio, chiedendo di aumentare la produzione per evitare un ulteriore rialzo delle quotazioni che metterebbe a repentaglio l'economia globale. "Dovremmo tutti vedere la situazione rischiosa, i mercati petroliferi stanno entrando nella zona rossa", ha detto il direttore dell'Agenzia, Fatih Birol, avvertendo che l'aumento dei prezzi arriva "in un brutto momento, proprio quando l'economia globale sta perdendo slancio". Da agosto i prezzi petroliferi sono aumentati del 20% e oggi il greggio Wti si è avvicinato ai 75 dollari al barile, mentre il Brent viaggia verso gli 85 dollari anche per l'arrivo dell'uragano Michael che ha fatto sospendere la produzione nel Golfo del Messico.

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