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Trivelle. Cinque Regioni votano per il referendum contro l’uso dei giacimenti nazionali

where Bari when Lun, 28/09/2015 who michele

Le posizioni delle Regioni. Una miniraccolta di firme. Puglia anticonformista. La moratoria di Realacci. Il Movimento 5 Stelle

Cinque consigli regionali, Basilicata, Puglia, Molise, Marche e Sardegna, hanno approvato la richiesta da presentare entro il 30 settembre alla Corte di cassazione per indire un referendum contro alcune norme del decreto Sblocca Italia e Decreto Sviluppo sulla ricerca e utilizzo di giacimenti nazionali di metano e petrolio. Il numero minimo di Regioni per presentare la richiesta di referendum, dice la Costituzione, è cinque. trivellesiciliaragusa.jpg
Sardegna con 37mila firme raccolte in tutta Italia - “L'Aula si è espressa per ristabilire un principio importante: riaffermare le primarie competenze dei territori e delle popolazioni su scelte che andrebbero a condizionare l'ambiente e la vita dei sardi”, ha detto il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau. I delegati di Mare Vivo Sardegna, Pietro Caredda e Giorgio Culazzu, in rappresentanza anche delle altre associazioni no triv, hanno consegnato a Ganau le 37mila firme della raccolta condotta in tutta Italia per l'indizione dei referendum.
Puglia anticonvenzionale - Il presidente della Regione, Michele Emiliano, ha detto che “il conformismo è il principio della fine dell'attività libera di una comunità e non è il caso della Puglia”. "È un no alle trivelle, ma è soprattutto - ha detto il presidente del Consiglio regionale, Mario Loizzo - una battaglia per difendere Adriatico e Ionio, le coste, l'economia turistica e marinara”. Il Movimento Cinque Stelle, pur avendo votato a favore, ha protestato per il mancato accoglimento di un suo ordine del giorno in conferenza dei capigruppo, nel corso della quale aveva chiesto l'approvazione di un ordine del giorno finalizzato a richiedere, in caso di accoglimento dei quesiti da parte della Corte Costituzionale, un intervento da parte della Regione per promuovere adeguatamente il referendum al fine di scongiurare il mancato raggiungimento del quorum.
Le Marche faranno anche la propaganda referendaria - ''È necessario conciliare lo sviluppo sostenibile con il rispetto per l'ambiente, difendendo turismo, occupazione e qualità della vita'' ha detto il presidente dell'Assemblea Antonio Mastrovincenzo. A differenza della Puglia, le Marche hanno approvato anche due ordini del giorno del Movimento 5 Stelle per la campagna di informazione e promozione legata al referendum.

Girotto del Movimento 5 Stelle - "Lo Sblocca Italia è un fallimento politico, sociale e ambientale di questo governo. Adesso lo conferma anche la plateale scomunica delle Regioni Pd - e non solo - a Renzi. Entro la fine del mese almeno otto Consigli regionali diranno no alle trivelle sui propri territori, proponendo un referendum per l'abrogazione dello sblocca Italia". È quanto afferma il senatore del Movimento 5 Stelle Gianni Girotto.
Diversi del Pd - La parlamentare del Pd Stella Bianchi: “Dopo i primi pronunciamenti favorevoli di Puglia e Marche, insieme a Molise e Basilicata, ai referendum abrogativi contro le trivellazioni nei mari italiani, mi auguro che il Governo faccia un passo indietro”. La senatrice del Pd Stefania Pezzopane: “Mi auguro che il governo intervenga presto con una decisione coraggiosa e saggia di stop alle trivellazioni”. I senatori del Pd Massimo Caleo, Laura Puppato e Stefano Vaccari dicono: “Crediamo che i tempi siano maturi perché il Governo scelga lo stop". Ermete Realacci, Pd, presidente della commissione Ambiente alla Camera: non ha senso “cercare il petrolio nei nostri mari”, per questo il “governo promuova una moratoria sulle trivelle. Forse verrà un futuro in cui sarà necessario porsi il problema, ma ora la cosa migliore è proporre una moratoria e mi auguro che il governo lo faccia”.
La Legambiente Puglia - “La vera battaglia inizierà quando si dovranno portare i cittadini a votare per superare il quorum ma, a differenza del referendum sul nucleare, quando la spinta forte fu data da Fukushima e in prima linea ci furono soltanto le associazioni ambientaliste e i comitati, questa volta siamo più fiduciosi e ottimisti”. Lo afferma Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia.
La Conferenza delle Regioni e il Manifesto di Termoli - La Commissione Ambiente della Conferenza delle Regioni ha accolto il Manifesto di Termoli, documento elaborato al termine della prima riunione delle Regioni adriatiche e ioniche che, alla fine di luglio, dissero “stop” ai permessi di ricerca di idrocarburi a mare. Allora si trattava di Marche, Abruzzo, Molise, Puglia Basilicata e Calabria. Allora furono sei le Regioni firmatarie. Oggi la Conferenza riunisce tutte le Regioni italiane. Il documento che chiede al Governo “di chiarire e condividere” con le comunità territoriali quali sono i suoi indirizzi di politica energetica nel settore degli idrocarburi.

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