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Trivelle. I risk manager: “Il referendum moltiplica le petroliere”

where Milano when Lun, 04/04/2016 who michele

Allarme sui rischi ambientali in caso di vittoria dei sì. “Manca la cultura del rischio anche nel dissesto idrogeologico”

Anche gli esperti di rischi ambientali scendono in campo sul tema del referendum sulla durata delle concessioni nelle acque territoriali, in programma il 17 aprile. Secondo l’Anra, se avesse successo il fronte del sì “proprio le minacce di natura ambientale avrebbero un maggiore rischio di verificarsi, per l'affollarsi nei nostri mari di petroliere provenienti da siti di estrazione esteri. A questo si aggiungerebbe anche la perdita di migliaia di posti di lavoro attualmente impegnati nella filiera estrattiva petrolifera off shore”.
L’Anra è l'associazione che dal 1972 raggruppa i risk manager e i responsabili delle assicurazioni aziendali. L'associazione opera attraverso la sede di Milano e vari corrispondenti regionali e fa parte della federazione europea degli studiosi di rischio Ferma e dell’associazione internazionale Ifrima.

alessandro-felice.jpgDicono gli esperti di catastrofi che “nel nostro Paese manca totalmente la consapevolezza dei rischi idrogeologici che con cadenza annuale rendono sempre più fragile il territorio nazionale, con piene, alluvioni, che provocano morti e danni spesso irreparabili. Sarebbe stato molto più opportuno promuovere una consultazione popolare per mettere in sicurezza e sotto tutela aree del Paese lasciate all'incuria e all'abbandono”.
Il referendum – dicono – “di fatto non risolve il vero problema della gestione dei rischi ambientali e idrogeologici nel nostro Paese”.
A parere del presidente dell’Anra, Alessandro De Felice, “si tratta dell'ennesima occasione persa dal Paese, perché si utilizza una consultazione popolare e democratica come l'istituto referendario per provare a risolvere una questione puntuale di negoziazione di sfere di influenza tra Stato e Regioni”.

“Saremmo costretti a chiudere i rubinetti delle piattaforme esistenti da un giorno all'altro, rinunciando a circa il 60-70% della produzione di gas nazionale (ovvero gas metano, una fonte energetica considerata strategica per la transizione verso modelli più sostenibili, non petrolio). Non potendo da un giorno all'altro sopperire a questo fabbisogno con le fonti rinnovabili, il tutto si tradurrebbe in maggiori importazioni ed incremento di traffico navale (navi gasiere e petroliere) nei nostri mari, con conseguente inquinamento dei mari e paradossalmente aumentando così a dismisura il rischio ambientale rispetto a quello rappresentato dalla produzione delle piattaforme. Probabilmente i promotori del Referendum hanno già dimenticato quanto occorso nel 1991 all'indomani dell'affondamento della Haven dinanzi alle coste del porto di Genova, con i conseguenti rischi di natura ambientale che negli anni abbiamo visto accadere anche in altre aree del globo".

L’Anra propone di “promuovere una seria politica di gestione dei rischi ambientali e idrogeologici, che sono, purtroppo, causa di migliaia di morti e dispersi negli anni, oltre che di miliardi di danni a industrie, abitazioni e strutture civili - continua Alessandro De Felice. - Ogni autunno rileviamo come il nostro Paese sia sempre più fragile sotto il profilo idrogeologico e vi sia una scarsissima capacità di gestire fenomeni naturali, purtroppo prevedibili nella loro ricorrenza. Per le istituzioni che ci governano, dovrebbe essere al primo posto la cura e stretta sorveglianza di ponti, strade, infrastrutture, greti di torrenti e fiumi, troppo spesso interrati, che in queste tragiche occasioni significherebbero anche vite umane che non si perdono su terrapieni insicuri o su vie con poca manutenzione. Peraltro, secondo i dati resi noti dal Ministero dell'Ambiente, il 9,8% della superficie del nostro Paese è ad alta criticità idrogeologica. Qui vivono 5,8 milioni di persone e sorgono 1,2 milioni di edifici. Per chi come noi quotidianamente deve gestire i rischi per professione, desta grande amarezza la scarsa propensione nell'essere pronti a reggere l'urto di eventi atmosferici ricorrenti e prevedibili."

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Presidente Anra, Associazione Nazionale Risk Manager, Responsabili Assicurazion