torna alla home
Visitaci anche su:

Notiziario ambiente energia on-line dal 1999

Trivelle. In Romagna i politici in cerca di voti appoggiano i comitati nimby

where Forlì when Lun, 20/03/2017 who roberto

I nuovi progetti di ricerca di giacimenti agitano schiere di politici di tutti gli schieramenti, compresi Pd e Lega Nord

Romagnoli, state tranquilli: non userete le piattaforma-petrolifera.jpgvostre risorse, e dovrete importare l’energia. Lo dicono i politici romagnoli: le trivelle non sono ancora state autorizzate nel permesso di ricerca Torre del Moro, per un area di circa 111 chilometri. Gli assessori regionali alle Attività produttive, Palma Costi, e all'Ambiente, Paola Gazzolo, provano a sopire comitati nimby e amministratori pubblici coinvolti dall'autorizzazione alla ricerca di giacimenti alla società Po Valley Energy. Inoltre, Padana Energia ed Enel Longanesi Developments hanno conseguito la concessione per i giacimenti di Lugo e a Bagnacavallo, in provincia di Ravenna.
La procedura Via, che ha già coinvolto cittadini, associazioni ed enti nella raccolta di osservazioni e pareri, riguarda solamente la fase degli studi geologici non invasivi del sottosuolo. Solamente qualora vi fossero sospetti fondati sulla presenza di giacimenti, sarà fatta una nuova procedura Via e una nuova richiesta di autorizzazione per la perforazione di un pozzo sperimentale di ricerca.
"Il programma di studi presentato dalla società australiana - precisano le due assessore regionali - è ancora soggetto a precisi vincoli autorizzatori in cui è garantito il completo coinvolgimento dei territori interessati".
Dunque, ribadiscono, servono ancora "diverse autorizzazioni. Si tratta di un permesso di ricerca che comporta lo svolgimento di attività di carattere geotecnico non invasive e peraltro da eseguirsi secondo precise prescrizioni e vincoli definiti dalla valutazione di impatto ambientale già effettuata". Le attività da effettuarsi in campo, aggiungono, vanno autorizzate dal ministero dello Sviluppo economico "previa intesa con la Regione che, come prassi, coinvolgerà pienamente tutte le amministrazioni locali interessate". Per le "eventuali successive fasi di esplorazione e coltivazione", sono previsti appositi step di "rigorosa valutazione ambientale", secondo quanto definito dalle Linee guida previste nell'accordo tra Regione Emilia-Romagna e Mise.
In queste procedure, concludono Costi e Gazzolo, ci sarà una "attenta valutazione della sostenibilità degli impatti, con specifico riferimento alla subsidenza. Come sempre la linea della Regione è di valutare con grande precauzione attentamente l'impatto ambientale in base a quelli che rappresentano i capisaldi della nostra azione: massima trasparenza, massima conoscenza e massimo coinvolgimento dei territori".
Politici no triv - Bruno Molea, parlamentare forlivese di Civici e innovatori, protesta con i comitati. "Abbiamo già abbastanza trivelle di fronte alle coste romagnole", dice e poi si accorge che la procedura con la consultazione dei cittadini si è già svolta: "Sarebbe stato opportuno informare il territorio prima di concedere il permesso alle ricerche nel sottosuolo". Contro l’uso delle risorse locali e a favore dell’import di energia sono anche il sindaco di Cesena Paolo Lucchi, il parlamentare forlivese del Partito democratico Marco Di Maio, i consiglieri regionali Pd Valentina Ravaioli, Lia Montalti e Paolo Zoffoli, in consiglio comunale la Lega Nord e Con Drei per Forlì. L'assessore forlivese all'Ambiente Nevio Zaccarelli dice che sono quattro i Comuni coinvolti, ci sono anche Forlimpopoli e Meldola, vuole imporre un "potere di interdizione rispetto a questa decisione che mi amareggia" e di cui "prendiamo atto senza comunicazione", medita di "fare ricorso entro il 28 aprile al Tar del Lazio o entro il 28 maggio alla Presidenza della Repubblica". Il leghista Daniele Mezzacapo immagina catastrofi: "Sarà devastante per il territorio romagnolo".
Aziende sì triv - Opposto il parere delle imprese. Secondo la Confindustria Romagna, "i costi del non fare si ripercuotono su tutta la comunità: in un periodo ancora complesso per imprese e cittadini, opporsi ad attività regolarmente autorizzate, che possono generare occupazione e ricchezza per il territorio creando lavoro anche per molte aziende dell'indotto, è un controsenso dannoso e irragionevole". Come ricordano gli industriali, "gli iter autorizzativi sono già lunghi e complessi" e "solo alla fine di questo percorso viene emanato un decreto di concessione per la coltivazione di idrocarburi: quando è assodato che tutte le normative sono state rispettate". Ecco perché Confindustria Romagna "invita a non perdere un secondo di più per far partire gli investimenti pianificati, pena una perdita di competitività che non possiamo permetterci". Le Amministrazioni locali, sottolinea, "non sempre in passato si sono mostrate risolute nel difendere questi progetti dalle ideologie". Per cui "ben venga adesso la volontà di portare fino in fondo questa opportunità per il territorio: solo così potrà diffondersi di più e meglio la consapevolezza che senza impresa e investimenti non possono esserci crescita e sviluppo".

immagini
piattaforma petrolifera
leggi anche: