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Trivelle e terremoti: non sono stati i giacimenti a produrre il sisma in Emilia

where Roma when Lun, 24/11/2014 who redazione

Sono online i risultati del Laboratorio Cavone. Gli scienziati spiegano che le trivellazioni non sono la causa del terremoto del maggio 2012, ma sottolineano che è indispensabile una maggiore attenzione sulle attività estrattive

pozzocavone.jpgLe perforazioni petrolifere non possono produrre terremoti. E i giacimenti non hanno prodotto il sisma del maggio 2012 in Emilia e Lombardia. Tuttavia non la perforazione, ma l’estrazione (o la re-immissione) di fluidi nel sottosuolo possono in alcuni casi indurre minuscole vibrazioni, avvertibili solamente dagli strumenti. Sono le conclusioni raggiunte dagli scienziati che hanno studiato il Laboratorio Cavone, un giacimento in Emilia della piccola compagnia petrolifera locale Gas Plus usato come caso di studio.
Per questo motivo le competenze scientifiche e la conoscenza del sottosuolo devono rendere le attività minerarie sicure, compatibili con l'ambiente, economicamente efficienti e foriere di innovazione tecnologica.

L'esame della potenziale correlazione fra attività di ricerca, produzione e stoccaggio di idrocarburi e sismicità necessita quindi di rigore scientifico, di metodologie comprovate e di massima trasparenza delle informazioni. Il mondo scientifico italiano e internazionale è stato protagonista del workshop su “Idrocarburi e sismicità” organizzato a Roma da Assomineraria e Società geologica italiana, in collaborazione con l'Ordine regionale geologi Lazio e con il patrocinio di Ispra–Servizio Geologico.

Il presidente dell’Assomineraria, Giuseppe Tannoia, ha aperto il workshop sottolineando che “Assomineraria lavora per la trasparenza e un’informazione corretta, scientifica e basata su diverse fonti: queste sono le basi per superare qualsiasi incomprensione”. La giornata, composta di diversi momenti di approfondimento scientifico, si è aperta con una analisi dell'attività di esplorazione e produzione in Italia e del relativo contesto normativo, tra i più rigorosi a livello internazionale. Il workshop si è poi concentrato sulle caratteristiche sismotettoniche del nostro Paese e sul monitoraggio dei fenomeni sismici in relazione allo sfruttamento del sottosuolo, illustrati dai massimi esperti accademici e della ricerca.

In Italia l’attività di monitoraggio geodinamico dei giacimenti di idrocarburi risale alla fine degli anni ’70, e ha visto svilupparsi numerose reti di controllo. In questo campo, la centralità di metodologie certificate e comprovate implica una continua innovazione tecnologica e l'evoluzione del bagaglio di conoscenze e competenze sui fenomeni del sottosuolo.
La trasparenza e il rigore scientifico sull’argomento “Idrocarburi e sismicità” si avvalgono dell’esempio del Laboratorio Cavone, per il quale il contributo di Ministero, Regione e Operatori è stato fondamentale. Nel quadro del LabCavone, un gruppo di sei autorevoli docenti internazionali ha condotto uno studio scientifico ufficialmente validato dall’Ingv.

Gli autori dello studio hanno lavorato sulla base di oltre un milione di dati raccolti tra aprile e luglio 2014, integrandoli in un modello geodinamico 3D alimentato con i dati di monitoraggio raccolti in oltre venti anni. Uno strumento innovativo per la metodologia e per la chiarezza dei risultati.
L’avanzamento dei lavori e i risultati dello studio sono stati caratterizzati da una totale trasparenza grazie alla messa on line di due siti dedicati. Inoltre da oggi, attraverso il sito di Assomineraria, studenti, ricercatori e accademici potranno richiedere l’intero database del monitoraggio del sito di Cavone per approfondimenti e tesi di laurea. Infine, si segnala che i lavori del workshop verranno interamente ripresi e riproposti sui canali Youtube della Società geologia e di Ispra.

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Cancello di ingresso al cantiere del pozzo Cavone
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