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​Ciafani (Legambiente): il mondo dell’economia circolare italiana si deve unire per contare

where Roma when Lun, 12/10/2015 who redazione

Così il presidente di Legambiente durante la due giorni “Forum rifiuti, la rivoluzione italiana verso l'economia circolare”

“L'economia circolare italiana è un mondo orfano, non ha una rappresentanza istituzionale che è necessaria, né nel governo, né in Parlamento, né nelle Regioni e neanche in diverse associazioni di categoria”. Così ha detto all'ANSA Stefano Ciafani, vice presidente di Legambiente durante la due giorni “Forum rifiuti, la rivoluzione italiana verso l'economia circolare”, giunta alla seconda edizione e promossa da Legambiente, la Nuova Ecologia e Kyoto Club in partenariato con il Coou, Consorzio Obbligatorio Oli Usati.
ciafani.jpgPoche norme pro-economia circolare - Nel corso dei lavori il presidente di Legambiente, accogliendo le necessità delle imprese di settore, ha sottolineato che “il mondo dell'economia circolare nascente deve unirsi per fare meta” e che “quindi servono politiche nazionali e locali che pratichino un sistema di incentivi e disincentivi che renda più economici prevenzione, riuso e riciclo rispetto a inceneritori e discariche”. Dal forum emerge inoltre come “siano ancora poche le norme a sostegno dell'economia circolare” e che “per completare la rivoluzione dei rifiuti si debbano replicare le buone pratiche di gestione dei rifiuti, costruendo nuovi impianti di riciclaggio e riuso”; “fondamentale è poi ridurre gli smaltimenti illegali per cui è necessaria una implementazione di controlli”.

Tre occupati del compostaggio vs uno dell’incenerimento - Sulle potenzialità dell'economia circolare, rilevante è il confronto effettuato dall'istituto di ricerca Meriam Research tra due imprese del ciclo dei rifiuti in rappresentanza del mondo del riciclaggio dell'organico e di quello dell'incenerimento. Ne emerge che “ad ogni occupato in un impianto di incenerimento corrispondono tre occupati di un impianto di compostaggio”.

Le parole di Pizzarotti e Marino - Da qui l'esperienza della raccolta differenziata di Parma, in merito alla quale il sindaco Federico Pizzarotti ha ricordato che “abbiamo sfatato il falso storico che solo i piccoli comuni potevano sfondare il tetto del 70% della raccolta”. Pizzarotti ha poi sottolineato che “il tema degli inceneritori è una questione di business e non solo ambientale, così come l'economia circolare, che ha un grande valore economico su cui vale la pena investire”. Estella Marino, assessore Ambiente e Rifiuti del Comune di Roma, ha poi ribadito che “la chiusura di Malagrotta è stato l'elemento di rottura con il passato e con un ciclo di rifiuti basato su discarica e inceneritori” e che “Roma è indietro sugli impianti di compostaggio, è vero, ma oggi abbiamo il 43% della raccolta differenziata e questo vuol dire che 800 mila tonnellate di rifiuti non vanno più in discarica”.

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Stefano Ciafani, vice presidente di Legambiente
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