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Materie prime siderurgiche: dopo un 2016 in crescita, tornano a calare i prezzi

where Milano when Mar, 14/03/2017 who roberto

Dopo anni di ribassi, il 2016 è stato l’anno della svolta. Nei prossimi tre anni produzione in crescita, la domanda di rottame resterà più alta dell’offerta

Il 2016 è stato l’anno della svolta per tavolarotonda.jpgi prezzi delle materie prime siderurgiche: dopo un lungo calo che si è trascinato tra il 2011 ed il 2015, all’inizio dello scorso anno si è invertita la parabola e nel scorso febbraio l’HBI aveva recuperato il 69%, il rottame europeo l’81,5%, il basic pig iron il 103% del proprio prezzo.
La fase di rialzo delle quotazioni, stando agli osservatori, sembra però ora destinata a rallentare. Ne sia esempio l’andamento del coking coal, la cui quotazione dopo una fiammata del 289,1% rispetto ai minimi è crollata improvvisamente del 47%. Nel secondo semestre del 2017 si attende, quindi, una flessione dei prezzi, di pari passo con la possibile contrazione della domanda cinese che aveva trainato il rally delle materie prime insieme al ritorno della finanza internazionale nelle commodity industriali.
L’andamento di domanda e offerta - Nei prossimi tre anni, la pressione sulla domanda di materie prime siderurgiche sarà più contenuta rispetto a quella registrata nell’ultimo decennio: la Cina rallenterà, infatti, la propria crescita e ridimensionerà gli investimenti nelle infrastrutture. Nel periodo 2017-2020, la domanda di rottame resterà superiore all’offerta, ma aumenteranno le quantità disponibili. Quest’anno si prevede una domanda globale di 647 milioni di tonnellate contro i 580 milioni offerti; il gap andrà però riducendosi, passando da 88 milioni di tonnellate del 2016 ai 34 del 2020. In Italia, si stima per quest’anno una domanda di 21.301 migliaia di tonnellate contro un’offerta di 17.031 (nel 2020, 22.167 contro 17.572)
La richiesta di minerale di ferro, carbon coke, ghisa e preridotto resterà, stando alle previsioni, più alta della domanda. Quanto al minerale di ferro, si stima che nel 2017 l’offerta superi la domanda di oltre 100 milioni di tonnellate (2045 contro 1937 milioni). In Italia, la forbice tra domanda e importazioni andrà chiudendosi. Nel 2017, la prima si assesterà intorno alle 10.140 migliaia di tonnellate.
È parte della filiera che lavora con il principe dell’economia circolare il consorzio RICREA. “Anche gli imballaggi in acciaio rappresentano una fonte preziosa di materia prima seconda – ha spiegato il presidente Domenico Rinaldini -. Il nostro obiettivo è promuovere e agevolare la raccolta differenziata e il riciclo di barattoli, scatolette, tappi, fusti, latte e bombolette in acciaio e grazie all’impegno degli operatori collegati a RICREA nelle diverse fasi di lavorazione, dalla selezione alla pulitura, dalla riduzione volumetrica alla destagnazione, siamo in grado di garantire alle acciaierie un rottame di assoluta qualità”.
Dal direttore di Ricrea, Federico Fusari, ai commercianti di rottame è arrivato l’invito a fare uno “sforzo di trasparenza. La sfida futura è la tracciabilità, una filiera chiara. Le nuove normative europee – ha ricordato – determineranno le regole di riciclo a bocca di forno. Non saranno più accettate cessioni ad operatori senza che si conosca cosa succederà a valle. Anche noi saremo obbligati a valutare formule e numeri nell’immediatezza dell’utilizzo finale”
Ricrea protagonista sul treno verde - Gli imballaggi in acciaio sono tra i protagonisti di Treno Verde 2017. La campagna itinerante promossa da Legambiente e dal Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, ospita il percorso circolare degli imballaggi in acciaio, da materia prima a imballaggio, da rifiuto a risorsa, sarà raccontato nella mostra allestita da RICREA.
 

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tavola rotonda acciaio
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