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Se butti male… Finisce in mare! In Campania e Puglia oltre undici rifiuti per ogni metro di spiaggia

where Napoli when Mar, 07/05/2019 who roberto

Il bilancio del progetto Legambiente e Corepla  evidenzia che su quindici spiagge monitorate è stata trovata una media di 1.136 rifiuti ogni 100 metri di arenile. Pezzi di plastica, mozziconi di sigaretta, tappi e cotton fioc in cima all’elenco

Più di undici rifiuti ogni metro di spiaggiasebuttimalefinisceinmare.jpg, di ogni forma, genere e dimensione. Rifiuti che continuano a invadere i nostri litorali a causa della cattiva gestione a terra, di sistemi di depurazioni inadeguati o dell’abbandono consapevole. A confermarlo sono i dati finali di “Se butti male… Finisce in mare!”, la seconda edizione del progetto educativo di Legambiente e Corepla -  il Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica -  che in questi mesi ha coinvolto e visto impegnati 4.000 tra studenti, educatori, volontari e cittadini in Campania e Puglia.

Quindici gli arenili monitorati nelle due regioni, per una superficie complessiva di 35.850 metri quadrati: in totale è stata trovata una media di 1.136 rifiuti ogni 100 metri lineari di spiaggia. Nello specifico in Campania sono state monitorate otto spiagge (9.750 rifiuti trovati per una media di 1.219 ogni 100 metri lineari) e sette in Puglia (7.283 rifiuti, con una media di 1.040 oggetti ogni 100). La plastica, in entrambe le regioni, si conferma il materiale più trovato e rappresenta l’84,3% dei rifiuti monitorati; a seguire ci sono vetro/ceramica (4,3%) e gli oggetti in metallo (4%).

“I numeri della nostra indagine dimostrano ancora una volta che il marine litter è un problema che ci coinvolge da vicino - dichiara Stefano Ciafani, presidente di Legambiente -. Ridurre nei prossimi anni i rifiuti sulle nostre spiagge e nei nostri mari non è una sfida impossibile, ma va affrontata con determinazione. L'Italia da questo punto di vista sta facendo spesso da apripista, anticipando le direttive europee su questo fronte. Dopo l'esperienza dello scorso anno in Sicilia, quest'anno abbiamo voluto coinvolgere i ragazzi delle scuole di Campania e Puglia per renderli non solo partecipi del problema, ma anche e soprattutto per evidenziare le soluzioni che passano sempre di più su politiche di prevenzione e sensibilizzazione, su una corretta gestione dei rifiuti a partire dalla raccolta differenziata e dal riciclo per sostenere e promuovere l’economia circolare”.
 
“La lotta al marine litter inizia sui banchi di scuola - dichiara Antonello Ciotti, presidente di Corepla - . La Campania e la Puglia detengono un patrimonio costiero unico, da preservare con una particolare attenzione ai fenomeni del littering; i dati del 2018 confermano che la direzione presa è quella giusta: in Puglia la raccolta differenziata degli imballaggi in plastica è cresciuta di oltre il 20%, mentre in Campania ha raggiunto quasi 21 kg per abitante (dato di poco superiore alla media nazionale). Ci auguriamo che le azioni collettive e le sinergie tra il mondo industriale, associativo e la società civile possano contribuire a raggiungere risultati ancora più ambiziosi”.

Nella top ten degli oggetti abbandonati ci sono pezzi di plastica con dimensione tra i 2,5 e i 50 centimetri - il 10,7% del totale - , ovvero rifiuti che sono il risultato della frammentazione di oggetti in plastica non più riconoscibili. Al secondo posto ci sono i mozziconi di sigaretta (9,7%) che rappresentano il 9,7% degli oggetti trovati, quasi un rifiuto ogni 10, e sono stati rinvenuti per la maggior parte (l’85%) nelle spiagge campane. Al terzo tappi, coperchi, anelli di plastica (7,5%). Non mancano, al solito, i classici bastoncini cotonati di plastica per la pulizia delle orecchie –in Italia banditi dal 1⁰ gennaio di quest’anno – , che rappresentano il 7,2% sul totale dei rifiuti monitorati. I pezzi di polistirolo, non riconducibili ad alcun oggetto riconoscibile, sono presenti per il 6%, e la stessa percentuale è rappresenta dalle bottiglie per bevande. Seguono le calze per la coltivazione dei mitili con il 5,7% e plastica monouso (4,6%). A chiudere la classifica ci sono i materiali da costruzione (mattoni e mattonelle, ceramiche, calcinacci, fibra di vetro e materiale isolante sono esempi dei rifiuti che rientrano in questa categoria) con il 3,2% sul totale dei rifiuti e, infine, buste e shopper con il 2,8%. Queste ultime due categorie di rifiuti sono state trovate per lo più sulle spiagge pugliesi.
Da dove provengono questi materiali? La prima causa identificata della presenza di rifiuti sui nostri arenili resta la cattiva gestione dei rifiuti urbani: una categoria che include packaging (imballaggi, 31%), rifiuti da fumo (12%), materiali da costruzione (3%) e buste di plastica (3%).

La maggior parte degli scarti, insomma, sfugge a una corretta gestione o proviene dagli scarichi non depurati, dall’abitudine di utilizzare i wc come una pattumiera, ma anche dalla cattiva gestione dei rifiuti domestici. Per questo è importante incrementare le campagne di sensibilizzazione e informazione, coinvolgendo anche le scuole e gli studenti. Con questo spirito è stato pensato il progetto di Legambiente e Corepla “Se butti male… Finisce in mare!”, per ricordare e far capire come, attraverso le proprie scelte e uno stile di vita più ecofriendly, si possa prevenire il marine litter.
In questi mesi gli educatori di Legambiente hanno svolto incontri periodici nelle 40 classi coinvolte nel progetto tra Campania e Puglia, con laboratori e attività ludico-didattiche, sia a scuola che sul campo, sul tema della prevenzione dei rifiuti.

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