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​Bioenergie - Presentato il progetto CR2050 sulle bioraffinerie. Coinvolte otto aziende agricole

where Cremona when Lun, 10/03/2014 who michele

Nasce come piattaforma verticale volta a sviluppare la possibilità di conciliare le esigenze del settore primario e di quello industriale per favorire e accrescere quella rivoluzione culturale che la UE sta promuovendo con la ‘bio-based economy’

Otto aziende agricole e altrettante imprese del settore industriale sono le protagoniste del Progetto CR 2050, un'iniziativa innovativa nata a Cremona che punta a creare nuovi e interessanti scenari per il futuro degli agricoltori attraverso piccole bioraffinerie. Il Progetto CR 2050 è stato presentato nel corso di Bioenergy Italy, il Salone delle Tecnologie per le Biomasse e per le Rinnovabili in Agricoltura giunto alla sua quarta edizione.
Un progetto ambizioso - “Le aziende che fanno parte del Progetto - ha spiegato nel suo intervento Susanna Larocca, direttore tecnico di Sogis, azienda oleochimica di Cremona inserita nel  gruppo di aziende coinvolte - sono tutte situate nel Nord-Centro Italia e per quello che riguarda la parte industriale sono impegnate nella raffinazione degli oli, nella produzione di biodiesel, nell'oleochimica, nella realizzazione di impianti destinati a produrre biogas e biometano. Il gruppo di aziende agricole, invece, coinvolge prevalentemente il territorio cremonese.  Il Progetto CR 2050 ha, tra i suoi altri obiettivi, la possibilità di rispondere a questa richiesta perché è nato come piattaforma verticale volta a conciliare le esigenze del settore primario e di quello industriale per favorire e accrescere quella rivoluzione culturale che la UE sta promuovendo con la bio-based economy. Si tratta di una notevole opportunità di crescita che vede come enti promotori il Comune di Cremona, l'Associazione industriali della città e Confagricoltura”.
Il Contratto Reti di Impresa - Attraverso le bioraffinerie sarà possibile sostituire le frazioni chimiche che derivano dal petrolio con prodotti derivati da scarti e/o sottoprodotti dell'industria alimentare con un evidente vantaggio ambientale. In questo ambito si inserisce a pieno titolo il Progetto Rete di Imprese che da circa un anno è stato implementato da Confagricoltura. “La normativa sul Contratto Reti di Impresa - ha spiegato nel suo intervento Cristina D'Arienzo di Confagricoltura - ha subito dal 2009 al 2013 numerose evoluzioni. In buona sostanza si tratta di un contratto che prevede la collaborazione tra due o più imprenditori, il cui obiettivo deve essere l'innovazione e la competitività. Indubbi i vantaggi che ne possono derivare in termini di costi, marketing, crescita di fatturato, ingresso in nuovi mercati, maggiori possibilità di reperire capitale. Per ottenerli però, è indispensabile elaborare il progetto economico che si intende perseguire”.
Il biometano per le automobili. A Bionergy Italia si è parlato anche di biometano. Entro il 2030 le aziende agrozootecniche italiane potrebbero produrre 8 miliardi di metri cubi di biometano: l’equivalente dell’attuale produzione nazionale di gas naturale. La migliore destinazione del biometano prodotto negli impianti di biogas sarà l’autotrazione, anche se non si può prescindere da due fattori che potrebbero limitarne lo sviluppo: l’offerta dei veicoli a gas metano e la diffusione dei distributori a metano presenti oggi sul nostro territorio nazionale”. Oggi in Italia circolano circa 800mila mezzi alimentati a biometano, pari a poco meno del 2% del totale circolante. Secondo Assogasmetano in tutto sono 985 i distributori, il 60% dei quali si concentra in sei regioni: Emilia Romagna, Piemonte, Lombardia, Toscana, Marche, Veneto.
 

 
 

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