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Energy report, buone le prospettive future per le rinnovabili in Italia

where Milano when Mer, 31/05/2017 who roberto

Lo scorso anno sono stati installati 778 MW di nuova potenza da rinnovabili, confermando la tendenza positiva dell’ultimo triennio e l’uscita dalla crisi

Nel corso del 2016 sono stati installati in Italia 778 MW di nuova potenza da rinnovabili, soprattutto fotovoltaico ed eolico. Un numero che conferma la tendenza positiva dell’ultimo triennio, dal 2014 ad oggi, e l’uscita definitiva dalla “turbolenza” innescata dalle profonde modifiche al regime di incentivazione cominciate nel 2012. Se infatti, tra il 2008 e il 2012, il settore era decollato, con un tasso di crescita medio annuo del 7,5%, si è assistito tra il 2012 e il 2015 a un calo assai brusco, quantificabile in un -14,2% annuo, che ha sostanzialmente vanificato l’effetto degli anni precedenti, ma che ha tuttavia lasciato una filiera per certi versi più solida, specialmente per quanto riguarda le aziende detentrici degli asset.eolicofotovoltaico.jpg
Sono alcune delle conclusioni che emergono dall’ultimo Renewable Energy Report redatto dall’Energy&Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano: un’attenta fotografia di tutti gli aspetti legati alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in Italia nel 2016, realizzata con il contributo di numerosi partner e di oltre 500 imprese, enti e associazioni.
Tuttavia, 778 MW sono un numero piccolo se lo si paragona ai 51 GW di potenza da fonte rinnovabili (33 GW se si esclude l’idroelettrico “storico” installato) e dunque insufficiente a garantire il necessario ricambio e il miglioramento tecnologico che può farne un asset strategico fondamentale per l’intero sistema elettrico.
“Servono interventi virtuosi di revamping e di repowering sulla base installata – è il parere di Vittorio Chiesa, Direttore dell’Energy&Strategy Group – , come del resto chiedono in modo pressante anche gli operatori del settore, permettendo talora di riparare gli errori che la fretta, nei periodo di finestre strette per il conseguimento degli incentivi, ha fatto commettere. Sono interventi per i quali è necessaria la lungimiranza dei proprietari di asset, alle prese con la convenienza economica e i ritorni degli investimenti, la capacità della filiera di offrire soluzioni adeguate, la visione del legislatore nel garantirne la fattibilità. Insomma, serve un’azione dell’intero sistema”.
 
Rispetto al 2013-2016, le previsioni di mercato per il prossimo quadriennio sono più favorevoli. Si attendono infatti nuove installazioni per 4,4 GW così suddivisi: 2,3 GW nel fotovoltaico, 1,6 GW nell’eolico, 320 MW nell’idroelettrico e 200 MW in tutte le altre fonti (biomasse, geotermia, CSP). A questo vanno aggiunte le stime sull’andamento del mercato (dal 2017 al 2025) degli interventi di revamping/repowering. Nello scenario ottimistico, sono oltre 9 GW (il 17% del parco installato attuale, escluso l’idroelettrico “storico”) gli impianti che si pensa saranno oggetto di interventi di efficientamento, per un controvalore di investimenti pari a circa 5,5 miliardi di euro; cifre che scendono rispettivamente a 5,8 GW e 2,2 miliardi nello scenario pessimistico.
“Sono numeri importanti, alla stessa stregua di quelli del mercato primario, e sono numeri che hanno ricadute economiche e occupazionali estremamente significative sulla filiera impiantistica, dell’EPC e degli O&M delle rinnovabili - conclude Vittorio Chiesa -. Tuttavia, richiedono uno sforzo di coordinamento tra operatori, proprietari di impianti e ovviamente il regolatore, nazionale e locale, uno sforzo di sistema che forse il mercato delle rinnovabili in Italia è finalmente pronto a fare”.
Il mercato delle rinnovabili in Italia - Dopo il rallentamento del 2015, in Italia le installazioni legate alla produzione di energia rinnovabile sono tornate a crescere, a riprova che il mercato esprime ormai una domanda indipendente dai meccanismi di incentivazione, sebbene non ai livelli del periodo 2010-2013. La nuova potenza installata nel corso del 2016 è stata di 778 MW, inferiore di circa 112 MW (-12%) a quella dello stesso periodo del 2015, ma superiore di  78 MW di quella del 2014. Complessivamente, la potenza installata da rinnovabili ha quindi superato la soglia dei 51 GW.
E’ di nuovo il fotovoltaico a guidare la classifica delle installazioni con 369 MW, seguito dall’eolico con 290 MW, mentre le biomasse chiudono con soli 40 MW. Il volume complessivo di potenza fotovoltaica installata a fine 2016 ha dunque raggiunto i 19.261 MW (+24% rispetto all’anno precedente) e il valore del mercato delle nuove installazioni i 637 milioni di euro: il comparto residenziale ha pesato per oltre 417 milioni (66% del totale), rappresentando il 57% della potenza installata con livelli di costo al kW di circa 2.000 euro. Ciononostante, si è registrata anche una leggera inversione di tendenza, con il 7% della potenza totale in impianti di taglia superiore a 1 MW.
Per quanto riguarda l’eolico, il volume complessivo di potenza installata superava  i 9.450 MW a fine 2016, con un valore di nuove installazioni pari a circa 290 MW (-30% rispetto al 2015) e a 454,5 milioni di euro, oltre il 75% del totale (più di 344 milioni) rappresentati da impianti di taglia superiore a 10 MW. In numero di impianti, però, il 97% delle nuove installazioni riguarda quelli inferiori ai 200 kW, soprattutto a causa del fatto che al di sotto dei 60 KW è possibile accedere direttamente all’incentivo.
Il volume complessivo di potenza idroelettrica installata a fine 2016, invece, era di 18.606 MW, con un valore delle nuove installazioni pari a circa 79 MW, volumi simili rispetto al 2015. Le Regioni più attive risultano essere la Lombardia (13,3 MW), il Piemonte (12,8) e la Valle D’Aosta (8,4). Il valore del mercato delle nuove installazioni è pari a circa 327 milioni di euro, in larga parte attribuibile agli impianti di piccola taglia.
Infine, sommando le diverse tipologie di biomassa utilizzate per la produzione elettrica (biomasse agroforestali, biogas, bioliquidi, forsu), la potenza cumulata al termine del 2016 ha raggiunto i 4,2 GW, con una crescita di soli 40 MW nell’anno. Il trend di discesa delle nuove installazioni è qui tale da poter parlare di un mercato sostanzialmente fermo. Le uniche variazioni riguardano le biomasse agroforestali (+30 MW) ed il biogas (+10 MW). Sostanzialmente invariata la potenza delle altre fonti.
 
Le opportunità del revamping e del repowering degli impianti esistenti - Allo stato degli impianti in esercizio per fotovoltaico, eolico ed idroelettrico e alle concrete potenzialità di revamping/repowering è dedicata un’ampia parte del Report. In particolare si sono valutate, insieme agli operatori del settore, le alternative concrete di investimento e la redditività attesa, prendendo anche in considerazione gli impatti di questi interventi sulla produzione elettrica degli impianti e le possibilità concesse dall’attuale quadro regolatorio.
Il mercato del fotovoltaico italiano può vantare un parco impianti di notevole potenza: grazie agli oltre 19 GW è il secondo mercato europeo per base installata. Il performance ratio (PR) caratteristico degli impianti di grande taglia si attesta intorno al 75%, mentre per gli impianti nuovi sale all’84-86%. Prendendo in considerazione il triennio 2010-2012 - quando è entrato in funzione il 70% dell’installato e le centrali solari rappresentavano oltre il 50% delle nuove installazioni - si deduce che il deterioramento degli impianti è stato più elevato di quanto ci si aspettasse.
L’analisi economica sulle opportunità di revamping e repowering nel fotovoltaico permette di evidenziare l’assoluta convenienza degli interventi che hanno per oggetto il riassetto del layout (e che fanno registrare IRR medi nell’ordine del 40-50%) e il posizionamento comunque sopra la soglia di convenienza, con la sola parziale eccezione degli impianti residenziali, degli interventi di sostituzione degli inverter. Per gli impianti più obsoleti questo intervento porta ad incrementi della produzione anche nell’ordine del 9%. Il fotovoltaico si conferma dunque un ambito dove gli interventi di revamping e repowering possono rappresentare alternative di investimento interessanti.
Il mercato dell’eolico conta un parco impianti di oltre 9 GW, il 30% dei quali (circa 2,7 GW) ha almeno 10 anni di vita ed entro la fine del 2019 vedrà terminare il regime incentivante dei certificati verdi. Nello specifico, circa 1.200-1.500 MW si apprestano a compiere 14-15 anni di attività e si avvicinano alla loro data di fine vita utile (20 anni), perciò si presentano appetibili ad attività di revamping o ricostruzione completa.
Il mercato dell’idroelettrico italiano, il più anziano tra quello delle rinnovabili, ha già subìto in passato un forte rinnovamento grazie ai regimi incentivati (certificati verdi e aste & registri per i rifacimenti/ricostruzioni parziali/totali): tra il 2001-2003 e nel quinquennio 2008-2013 oltre l’80% degli impianti di taglia superiore a 3 MW ha subìto opere importanti di ammodernamento.
L’analisi economica sulle opportunità di revamping e repowering nell’idroelettrico evidenzia, a differenza di quanto visto negli altri casi, come la convenienza economica sia ancora lontana. A differenza di quanto successo con i grandi impianti, che però hanno beneficiato di incentivi interessanti, è quindi assai più ardua la strada dell’efficientamento per gli impianti di taglia piccola o media.

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