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Fiper, chiarezza sull’utilizzo degli scarti del verde pubblico. Anche senza emergenze

where Milano when Lun, 13/04/2015 who michele

Il presidente Righini: “Le piante cadute in Versilia, secondo l’attuale normativa, sarebbero rifiuti non utilizzabili come biomassa a fine energetico, ma giustamente l’ARPAT Toscana è intervenuta dicendo che in questo caso, vista l’urgenza e lo stato di emergenza, si possono utilizzare a fini energetici.”

FIPER torna con forza sul problema degli scarti del verde pubblico considerati dalla normativa come non utilizzabili a fini energetici, e lo fa con riferimento a quanto recentemente accaduto in Versilia, dove il maltempo ha causato la caduta di migliaia di alberi, che ora devono essere rimossi.albericaduti.jpg
“E’ l’ennesimo episodio - ha sottolineato Walter Righini, Presidente FIPER - a riprova del fatto che in Italia le cose si muovono solo quando c’è un’emergenza ambientale. Le piante cadute nei viali e nei parchi in Versilia, secondo l’attuale normativa sui sottoprodotti a fini energetici, sarebbero rifiuti da smaltire, quindi non utilizzabili come biomassa. Però l’ARPAT Toscana con una lettera è intervenuta dicendo che in questo caso, vista l’urgenza e lo stato di emergenza, si possono utilizzare”.

Emergenza maltempo - L’ARPAT Toscana, in una lettera inviata ai Comuni maggiormente colpiti dal maltempo (Camaiore, Forte dei Marmi, Viareggio, solo per citarne alcuni) ha infatti stabilito, dopo aver richiamato la disciplina del settore, che il materiale legnoso in questione, vale a dire gli alberi abbattuti dal vento, presenta caratteristiche del tutto analoghe a quello derivante da manutenzione forestale e può dunque essere gestito al di fuori della normativa sui rifiuti.

“Occorre fare chiarezza a livello legislativo - commenta ancora Righini - e come FIPER sollecitiamo da tempo il Ministero a risolvere il problema. Tra l’altro, in un momento delicato come questo per le casse dei Comuni, se questa fosse la regola e non l’eccezione dovuta all’emergenza ambientale, i Comuni stessi invece di avere un costo di smaltimento potrebbero contare su un’entrata economica. E poi avremmo anche l’ulteriore vantaggio di prevenire in qualche modo danni ambientali del genere perché la gestione sistematica degli scarti del verde urbano a fini energetici rappresenterebbe una modalità di gestione e controllo attivo del verde pubblico: insomma, prevenire è sempre meglio che curare”.

Possibili introiti fino a 240 milioni di euro - Secondo dati FIPER, in valore aggregato la stima della gestione del verde urbano a livello nazionale si aggira intorno ai 3-4 milioni di ton/anno, con un costo di smaltimento di circa 150-240 milioni di euro per i Comuni, a fronte di un possibile ricavo in caso di utilizzo a fini energetici di 60-100 milioni/annui.
“È mai possibile - conclude Righini - che in Italia si debba avere una calamità per risolvere intelligentemente vecchie e ricorrenti problematiche?”.
 

 
 
 

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Alberi caduti a causa del maltempo
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