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L’Italia delle proroghe. Il comma allunga-tempo del 4CE è entrato nella legge di Stabilità

where Roma when Lun, 07/01/2013 who roberto

Il provvedimento permetterà di usufruire degli incentivi del DM del 5 luglio fino al 31 marzo 2013, se l’autorizzazione per  l’impianto su edifici pubblici è già stata ottenuta,  e fino al 30 giugno 2013, se l’impianto è sottoposto a procedure di valutazione di impatto ambientale

La proroga del quarto conto energia per impianti fotovoltaici su edifici pubblici e su aree delle amministrazioni pubbliche è entrata in vigore a fine anno. È stata approvato infatti l’inserimento del comma 425 nella Legge di Stabilità (Legge 24 dicembre 2012, n. 228) pubblicata sulla GU n. 302 del 29 dicembre 2012. Il provvedimento permetterà di usufruire degli incentivi del IV CE fino al 31 marzo 2013, se l’impianto ha già chiesto e ottenuto l’autorizzazione e fino al 30 giugno 2013, se l’impianto è sottoposto a procedure di valutazione di impatto ambientale. Resta fermo il tetto stabilito dal Quinto Conto Energia, pari a 6,7 miliardi di euro; raggiunta questa cifra gli incentivi si fermeranno dopo 30 giorni.
Il comma recita: “il termine di entrata in esercizio degli impianti di cui all'articolo 1, comma 4, lettera c), del decreto ministeriale 5 luglio 2012, fermo restando quanto previsto al comma 5 del medesimo articolo 1, è prorogato, esclusivamente per gli impianti da realizzare su edifici pubblici e su aree delle amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo n. 165 del 2001, la cui autorizzazione sia stata chiesta e ottenuta, al 31 marzo 2013, ovvero per gli impianti della medesima fattispecie sottoposti alle procedure di valutazione di impatto ambientale di cui al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, al 30 giugno 2013. Per tali ultimi impianti, qualora l'autorizzazione sia rilasciata successivamente al 31 marzo 2013, al fine di consentire l'allaccio alla rete dei medesimi, il termine di entrata in esercizio è prorogato entro e non oltre il 30 ottobre 2013.
È partita ora la corsa per scoprire chi saranno i beneficiari di questa inutile e dannosa deroga bypartisan all’italiana.

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