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Settembre nero - Eolico, il colosso Vestas chiude a Taranto. A rischio 150 lavoratori

where Taranto when Mar, 08/10/2013 who michele

La compagnia ha annunciato la misura definendola necessaria “per conservare competitività su un mercato che sta rallentando”. Al via gli incontri al ministero, nel tentativo di far cambiare idea ai danesi

Tempi duri per i lavoratori tarantini di Vestas, il colosso danese dell'eolico, che ha deciso di chiudere lo stabilimento pugliese, dove si assemblano i generatori della turbina V90 da tre MW di potenza. L'annuncio dell'azienda è arrivato contemporaneamente all'avvio della cassa integrazione di 13 settimane per 120 dipendenti della fabbrica. Vestas aveva aperto i battenti a Taranto nel 1998, sfruttando gli incentivi della legge 181/1989 sulla reindustrializzazione delle aree colpite dalla crisi siderurgica. Vestas ha annunciato lo snellimento del personale come una misura necessaria “per conservare competitività su un mercato che sta rallentando”. Le installazioni di fattorie del vento sono calate nel 2013 e le prospettive sono di una lenta ripresa negli anni successivi. Non solo in Italia, ma anche in tutto il resto del mondo.
Intanto a Roma è cominciato il consueto iter, nel tentativo di salvare i posti di lavoro. Il vertice, svoltosi venerdì scorso al ministero dell’economia, ha scongiurato la cassa integrazione per i 147 lavoratori tarantini impiegati in azienda ed è stata sospesa temporaneamente la procedura di licenziamento.
“La cosa importante è che il Governo, i sindacati, la Regione Puglia e il Comune di Taranto abbiano difeso insieme il valore della professionalità degli operai e della produttività della Vestas - dice il sindaco Ezio Stefàno, presente all’incontro. - La nostra priorità era quella di salvaguardare la presenza della Vestas sul nostro territorio, per salvare centinaia di posti di lavoro ma anche, e soprattutto, per dimostrare le grandi opportunità economiche e commerciali che l’azienda stessa continuerebbe ad avere se decidesse di investire ancora su Taranto”.
Ora si attende la risposta da parte della dirigenza danese. Venerdì 11 ottobre si tornerà nella Capitale per un nuovo confronto con il Governo.
 

 

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